Esame Avvocato 2023: scritto o doppio orale? Possibile dietrofront del Ministero

Chiara Arroi 15/05/23
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L’ultima circolare diramata dal Ministero di giustizia chiede il ritorno alle vecchie modalità di svolgimento dell’Esame Avvocato per il 2023. Viene richiesto ai presidenti delle Corti d’appello di rinunciare alla modalità orale, introdotta durante l’emergenza covid, per tornare al tradizionale esame scritto.

Decisione però che non sembra essere stata accolta a braccia aperte dall’avvocatura, soprattutto in vista dell’imminenza delle prove che si terranno a dicembre, cosa che obbligherebbe i candidati e stravolgere in poco tempo le modalità di studio e preparazione.

In primis il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, che ha inviato una lettera al ministero, chiedendo la proroga degli esami orali. Nella nota inviata, Greco spiega che il ripristino delle originarie modalità di svolgimento dell’esame, senza una propedeutica riforma dell’accesso alla professione, significherebbe solo provocare “grandi difficoltà ai tirocinanti, i quali nel giro di pochi mesi dovrebbero rivedere i criteri di studio e si troverebbero a svolgere le prove d’esame avendo basato la preparazione per un esame organizzato con diverse modalità”. 

Indice

Esame Avvocato 2023: la circolare sul ritorno alla prova scritta

Nella comunicazione diffusa da via Arenula viene chiesto ai Presidenti delle Corti d’appello di verificare l’esistenza delle condizioni per reintrodurre, nella sessione 2023-24, lo schema di esame a 3 prove scritte e un orale, e di verificare la disponibilità di locali, di ampiezza e caratteristiche idonee allo svolgimento delle prove scritte, per un numero di potenziali candidati pari a quelli che hanno partecipato delle ultime sessioni, e di adottare tutti i consequenziali atti amministrativi necessari per assicurarne la disponibilità per lo svolgimento delle stesse tra l’11 e il 15 dicembre 2023.

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Esame Avvocato 2023: proteste sul ritorno all’esame scritto

Prima reazione avversa sullo stop all’orale rafforzato e il ritorno agli scritti viene appunto dal CNF, Consiglio nazionale forense: questa scelta “vanificherebbe l’organizzazione dei percorsi di formazione e di preparazione all’esame di Stato che i tirocinanti stanno frequentando (ed in taluni casi hanno già finito di frequentare) sulla scorta delle modalità di cui al decreto-legge 31 del 2021 . Viene in sostanza chiesto al ministro della Giustizia che la sessione di esami per l’anno 2023 possa continuare a svolgersi con le modalità previste dal citato D.L. n. 31/2021. 

La lettera inviata chiosa poi con un invito al Ministero di via Arenula a “istituire, il prima possibile, un tavolo di lavoro per regolare definitivamente l’accesso alla professione di avvocato, in relazione al quale il Consiglio nazionale esprime sin da ora la massima disponibilità a parteciparvi”.

Voce di protesta analoga viene dal presidente Aiga Francesco Perchinunno, che in una nota esprime “forti preoccupazioni per l’invio della circolare interna sull’esame di abilitazione diretta alle corti d’appello, dalla quale si evince il ‘ritorno al passato’, e l’assenza di una comunicazione ufficiale, che contribuiscono a generare un clima di forte tensione in migliaia di praticanti avvocati. Facciamo nostre le preoccupazioni ed il disagio dei giovani futuri colleghi che, improvvisamente, e solo in via informale, hanno appreso del ripristino delle ordinarie modalità d’esame”.

Perchinunno sostiene quindi la necessità di prorogare l’attuale disciplina che prevede il doppio orale, quanto meno per l’anno in corso, e auspichiamo un immediato intervento risolutore da parte del ministero, volto a prorogare formalmente le attuali modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione anche per la sessione 2023/2024».

Esame Avvocato 2023: possibile dietrofront del Ministero

Alla luce di questi cori di protesta sembra aprirsi uno spiraglio di luce sull’accoglimento delle richieste del mondo dell’avvocatura. Potrebbe esserci un ripensamento da parte del Ministero. Nel corso di un’intervista dell’11 maggio al Dubbio, infatti, il viceministro alla giustizia Francesco Paolo Sisto ha dovuto constatare la “levata di scudi” del mondo forense, concordando con le difficoltà tecniche di un ritorno immediato alle prove scritte. Sisto ha rassicurato sul fatto che le perplessità emerse degli addetti siano in corso da valutazione in modo attento.

Per utilizzare le parole esatte del viceministro: “È stato osservato che ricalibrare la preparazione dal doppio orale al modello pre-covid sarebbe, a 6 mesi dalla data teorica degli scritti, troppo oneroso: riteniamo di poter valutare attentamente le perplessità dell’avvocatura”. “Non escludiamo dunque di poter prevedere che per la sessione 2023 permanga il sistema adottato durante la pandemia. D’altronde, come ministero, la nostra priorità è essere in sintonia con i bisogni e le necessità delle categorie”.

Esame Avvocato 2023: come funziona l’orale rafforzato

In fase di emergenza covid è stata istituita una modalità di svolgimento dell’Esame di abilitazione alla professione di avvocato che si chiama Doppio orale oppure orale rafforzato. Il regime eccezionale dell’orale rafforzato era stato introdotto dal Decreto-legge n. 31/2021, per le sessioni 2020, 2021 e 2022.

In pratica l’esame per l’abilitazione alla professione forense si articola in due prove orali.

La prima prova orale avrà una durata di sessanta minuti e si baserà sull’esame di un caso specifico e sulla successiva discussione della soluzione proposta dal candidato, nell’ambito di una materia scelta preventivamente dal candidato tra le seguenti:

  • materia regolata dal codice civile;
  • materia regolata dal codice penale;
  • diritto amministrativo.

La seconda prova orale consisterà, invece, nella risoluzione di brevi questioni inerenti a cinque materie preventivamente scelte. La durata complessiva dell’esame sarà compresa tra i 45 ed i 60 minuti.

Viene svolta a distanza di non meno di 30 giorni dalla prima prova e consisterà, nello specifico:

  • una questione: scelta tra diritto civile e diritto penale, purché diversa dalla materia già adottata per la prima prova orale;
  • una questione: scelta tra diritto processuale civile e diritto processuale penale;
  • tre questioni scelte fra le seguenti: diritto civile, diritto penale, diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico.

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(Foto di copertina: iStock/smolaw11)

Chiara Arroi