Equitalia, soppressione più vicina. Anche Milano dice addio

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L’addio definitivo a Equitalia, ormai, sembra solo questione di tempo. Mentre è partito alla Camera l’iter per la soppressione dell’ente di riscossione più odiato dai contribuenti, anche grandi città fedelissime dell’istituto cambiano soggetto di riferimento per il recupero dei tributi.

E’ il caso, infatti, di Milano che dopo ben 14 anni di sodalizio con la società adibita dal governo alla riscossione delle imposte non versate, ha deciso di passare, dal prossimo primo ottobre, alla gestione diretta dei solleciti di pagamento e di tutte le operazioni prima demandate a Equitalia.

Contemporaneamente, alla Camera dei deputati lunedì scorso si è avviata la discussione sulla proposta di legge 2299, che postula la soppressione della società nemica numero uno dei contribuenti, a partire dal primo gennaio 2015 come agente di riscossione delle tasse spettanti agli enti pubblici creditori.

Secondo quanto previsto dalla proposta di legge, le funzioni ora gestite da Equitalia sarebbero poi affidate all’Agenzia delle Entrate, la quale dovrebbe mettere a punto l’apposita Direzione centrale per la riscossione, in precedenza affidata a quella stessa società di controllo interamente pubblico e ora vicina più che mai alla cancellazione.

Secondo quanto previsto dalla proposta all’esame dell’aula di Montecitorio, tutti gli interessi, le more, gli aggi e le sanzioni per il ritardato o mancato pagamento delle cartelle esattoriali maturati, se la proposta riceverà l’ok del Parlamento, saranno estinti e verranno sostituiti dal pagamento di un interesse pari alla misura del tasso Euribor.

Dal momento che l’Agenzia delle Entrate dovrà aprire questa nuova struttura che andrà a prendere in mano le attività di Equitalia, si prevede una riserva del 50 percento per le assunzioni di personale da inserire negli uffici per la riscossione dei tributi.

Per Equitalia, invece, ci sarà l’obbligo di comunicare tutte le situazioni di insolvenza per chiudere le pratiche una volta che l’ente sarà smantellato, per poi tornare all’iscrizione a ruolo da parte della Direzione delle Entrate.

Che Equitalia fosse sotto l’occhio di alcuni partiti politici, in particolare del MoVimento 5 Stelle, è risaputo, così come del suo possibile passaggio di consegne a quel super istituto che ormai è diventata l’Agenzia delle Entrate. Nei mesi scorsi, infatti, la gestione delle iscrizioni a ruolo e della riscossione dei tributi era stata prorogata, a ridosso della scadenza, viste le difficoltà dei Comuni di mettere a punto un meccanismo efficace che prendesse il posto dell’istituto. Per gli enti locali, poi, c’è anche la convenienza economica di poter risparmiare quell’8% su ogni somma rientrata, che la legge stabilisce vada assegnato proprio alla struttura deputata al recupero dei crediti.

Il governo e la maggioranza, da parte loro, sembrano comunque intenzionati a prolungare la vita di Equitalia. L’intento ufficiale, infatti, è quello di inserire la riforma della riscossione in uno dei decreti legislativi della delega fiscale. Una scelta questa che, se da una parte dovrebbe affossare il tentativo di abolizione istantanea dell’ente, dall’altra potrebbe prolungare a dismisura il già problematico regime di transitorietà.

Vai al testo della proposta di soppressione

Francesco Maltoni

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