Elezioni USA 2016: come Donald Trump può vincere e diventare presidente

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Nei giorni scorsi, abbiamo visto come la strada per Donald Trump alla Casa Bianca sia ormai in salita, a seguito dei recenti scandali e, soprattutto, delle spaccature nel partito Repubblicano. Nelle ultime ore, a conferma di questi malumori, l’ex candidato alle primarie e governatore del’Ohio John Kasich ha dichiarato di aver annullato la propria scheda elettorale, avendo aderito al voto in anticipo consentito negli States.

Si tratta di un’altra brutta botta per Trump, che rende la sua scalata ancora più ripida. Kasich, infatti, nelle elezioni primarie in seno al partito Repubblicano, si è imposto su tutti gli altri candidati e sullo stesso Trump nel solo Ohio, Stato chiave per eccellenza che da varie elezioni cambia colore, che di regola coincide con quello del vincitore finale. Il motto recita: “As Ohio goes, so goes the nation”. Se una personalità così accreditata negli elettori di quell’area ha voltato le spalle a Trump, allora riuscire a strappare l’Ohio a Hillary Clinton sarà una vera impresa.

Ma non tutte le speranze sembrano svanite per la vittoria del candidato repubblicano nelle elezioni di martedì 8 novembre. Nonostante tutto, infatti, Donald Trump potrebbe ancora diventare presidente degli Stati Uniti. Ma gli resta un solo modo per farlo.

Come Trump può vincere le elezioni

Sicuramente, una spinta ai sondaggi è arrivata dalle recenti rivelazioni sulla possibile riapertura del caso email da parte dell’FBI nei confronti dell’ex first lady, ma in generale, dopo una corsa inarrestabile, i consensi per Hillary Clinton sembrano andare incontro a una flessione. Quanto profonda, lo scopriremo solo allo spoglio finale, ma i supporter di Trump confidano che sarà abbastanza per rovesciare il pronostico.

Secondo il sito Fivethirtyeight.com, che elabora modelli statistici e di solito non sbaglia una previsione, Clinton rimane favorita, ma per Trump non sarebbe ancora detta l’ultima parola. C’è un segnale che può incoraggiare il tycoon in questi ultimi giorni di campagna elettorale: il lento sgretolamento del vantaggio sul voto popolare della candidata democratica.

Come noto, infatti, il presidente degli Stati Uniti viene eletto in base a un sistema che assegna, Stato per Stato, un certo numero di grandi elettori che daranno la propria preferenza a uno o all’altro in base a chi ottiene più voti. Spesso, il dato del voto su base nazionale viene dunque bollato come un trend, un dato marginale nel computo delle elezioni.

In questo caso, invece, emerge un dato inconfutabile: più la forbice su base nazionale si restringe, più aumentano le chance per Trump di insidiare la sua avversaria. Nei giorni scorsi, secondo quanto mostrato da vari istituti di ricerca, i punti di margine di Hillary Clinton nel voto popolare sarebbero scesi a 3-4 punti percentuali, dai 7 di metà ottobre. Secondo l’analisi di Fivethirtyeight, siamo al limite per vedere rovesciare il banco.

Trump in risalita su scala nazionale, infatti, significa un incremento sensibile di probabilità di successo nei famosi swing states, ossia quelle aree che non hanno una connotazione politica stabile – come la California per i democratici, o la Georgia per i Repubblicani – e risultano decisive per la vittoria finale. Se il margine sul voto popolare si dovesse mantenere superiore al 5%, allora Trump ha già perso. Se, invece, questo dovesse scendere al 3% o anche meno, allora vari Stati tornerebbero in bilico.

Stiamo parlando, in particolare, dello stesso Ohio, della Florida, dell’Arizona, del Nevada, della Pennsylvania, del Colorado o del North Carolina. Tutti Stati in cui Trump ha assoluto bisogno di vincere per coltivare speranze di farcela. I modelli mostrano che, il recupero su base nazionale, potrebbe davvero mettere in crisi i democratici in questi territori di solito assegnati per pochissimi punti percentuali. E, tuttavia, potrebbe non bastare: per prendere residenza a Washington, D.C. Trump ha bisogno, oltre alla vittoria in tutti gli Stati chiave, di ribaltare il pronostico anche in un’area considerata quasi certamente di colore blu nelle piantine elettorali, e dunque democratico.

Ecco perché, in queste ore, Trump e il suo entourage stanno battendo palmo a palmo un territorio di solito lontano dalle cronache nazionali come il Wisconsin.

La strada per la vittoria di Trump è dunque strettissima, ma non ancora sbarrata: secondo il sito “oracolo” delle elezioni americane, oggi il repubblicano ha il 30% di possibilità di vincere la Casa Bianca. Un dato insperato, solo pochi giorni fa, sospinto dalle rivelazioni FBI che hanno innegabilmente rinvigorito la sua campagna.

Francesco Maltoni

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