E’ stato il titolare attuale delle competenze in capo al Miur, Maria Chiara Carrozza, a decidere il blocco della legge che – secondo le indicazioni ritenute definitive a seguito della proroga di un anno – doveva inaugurare l’era del “sussidiario digitale” tra i banchi.
Esultano gli editori, che avevano chiesto una frenata all’ingresso degli ebook nei piani di studio scolastici, a fronte di un fatturato che pone i volumi per l’apprendimento a un quinto della filiera dei libri in Italia.
Erano stati proprio i rappresentanti dell’editoria a presentare ricorso contro la riforma degli ebook, di fronte al Tribunale amministrativo, dove erano state contestate le indicazioni contenute nel decreto sviluppo, che aveva disciplinato – pareva in misura ufficiale – l’arrivo degli ebook nei piani scolastici.
“Avremmo dovuto macerare interi magazzini”, hanno affermato a caldo i rappresentanti del settore, dimenticando, però, che poco lontano, basti pensare al vicino Regno Unito, ben 4 libri su 5 presenti tra i banchi sono in formato elettronico e non cartaceo.
Questo, poi, con alcune case editrici che hanno già lanciato i formati ebook di alcuni testi commercializzati, che ora si troveranno costrette a rivedere le loro strategie di implementazione delle pagine su schermo.
“«Fermiamo tutto, l’accelerazione impressa all’introduzione dei libri digitali è stata eccessiva, voglio prendere in mano la questione ed esaminarla a fondo. Deponete le armi”. Sarebbero state queste le parole del ministro di fronte al raduno agli editori, prima di congelare l’avvento degli ebook, a questo punto, forse, rinviati all’anno scolastico 2015-2016, insomma tra almeno 24 mesi.
La strada, allora, sarebbe quella di attendere una riforma scolastica ad ampio raggio, in grado, cioè, di mettere insieme la didattica e le tipologie di volumi chiamati a corredo per lo studio. Ma in Italia, si sa, non c’è nulla di più definitivo del provvisorio.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento