Dipendenti pubblici, arretrati in arrivo: per chi e quando

Paolo Ballanti 12/09/22
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Il 2022 sarà ricordato come un anno di rinnovi contrattuali in quattro comparti chiave della Pubblica amministrazione, con non poche novità per i dipendenti pubblici. Stiamo parlando di:

  • Funzioni centrali;
  • Funzioni locali;
  • Sanità;
  • Scuola.

Le trattative tra A.Ra.N (Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), il cui compito è quello di rappresentare le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro, e le rispettive sigle sindacali hanno portato nell’anno corrente a siglare definitivamente il CCNL Funzioni Centrali e due ipotesi di accordo di rinnovo, rispettivamente nei comparti Sanità e Funzioni Locali.

I rinnovi, riguardanti il triennio 2019–2021, portano con sé, oltre agli incrementi salariali, anche una serie di arretrati, riconosciuti in busta paga in momenti diversi nel corso dell’anno corrente.

Dei quattro comparti citati, resta ancora aperta la partita per il CCNL Istruzione e Ricerca, nonostante si registri sia in A.Ra.N che nei sindacati, stando all’ultimo incontro del 7 settembre 2022, la volontà di accelerare il percorso per la firma dell’ipotesi di accordo di rinnovo.

Analizziamo le novità in dettaglio.

Rinnovi CCNL 2022: tutti i contratti, aumenti e novità

Dipendenti pubblici: arretrati Funzioni Centrali

I dipendenti interessati dal CCNL Funzioni Centrali hanno in realtà già ricevuto, il 23 giugno scorso, gli arretrati frutto della stipula definitiva, il 9 maggio 2022, del contratto in parola per il triennio 2019–2021.

Le somme arretrate, secondo i calcoli di A.Ra.N., si sono attestate su una media di 1.800 euro lordo IVC per dipendente.

L’applicazione degli effetti economici del contratto collettivo ha interessato il personale non dirigente appartenente all’ex Comparto Ministeri, Agenzia Fiscali, Enti Pubblici non Economici, Enti ex art. 70 del D.lgs. 165/2001 (CNEL, AGID, ENAC – ANSFISA – ANSV), per un totale di 211.000 lavoratori.

Come ricordato sul portale NoiPA  con “emissione urgente nel mese di giugno sono stati elaborati gli importi arretrati spettanti dal 1° gennaio 2019” relativi alle sole voci stipendiali, oltre agli arretrati dovuti per l’aggiornamento dell’indennità di amministrazione spettante dal 1° gennaio 2021 ai soli dipendenti del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Interno e dell’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

A partire dalla mensilità di luglio, ha precisato sempre NoiPA, sono stati “aggiornati l’importo tabellare degli stipendi e dell’indennità di amministrazione, mentre l’elemento perequativo di cui all’art. 75 del CCNL 12 febbraio 2018 cessa di essere corrisposto come specifica voce retributiva e sarà conglobato nello stipendio tabellare”.

Nel complesso, come stimato da A.Ra.N (sulla pagina “aranagenzia.it”) il contratto riconosce a decorrere dal 1° gennaio 2021, a ciascun dipendente, un incremento stipendiale “pari a circa 105 euro medi per 13 mensilità, includendo le ulteriori risorse che sono state da ultimo stanziate nella Legge di bilancio per il 2022”. Queste ultime sono indirizzate al finanziamento del nuovo ordinamento professionale ed al superamento dei limiti di incremento dei Fondi risorse decentrate, consentendo così un ulteriore beneficio complessivo a regime di circa 20 euro medi al mese a persona.

Dipendenti pubblici: arretrati Sanità

I prossimi dipendenti pubblici beneficiari degli arretrati saranno i lavoratori della sanità, il cui contratto collettivo per il triennio 2019 – 2021, lo scorso 15 giugno, è stato firmato da A.Ra.N e le parti sindacali FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL, FIALS, NURSIND e NURSING UP.

Trattasi tuttavia di un’ipotesi di accordo di rinnovo, mentre la firma definitiva “salvo imprevisti, potrà avvenire entro fine settembre”, così il Presidente di A.Ra.N Antonio Naddeo sul suo blog, in un aggiornamento datato 30 agosto 2022.

Lo stesso Naddeo scrive che l’ipotesi di rinnovo è al “controllo del Ministero dell’economia e delle finanze e del Dipartimento della funzione pubblica. Il MEF ha richiesto prima della pausa estiva alcuni chiarimenti tecnici in ordine agli oneri del contratto. L’Aran ha già risposto. Una volta avuto il parere positivo l’accordo dovrà passare in CDM e poi alla Corte dei conti”.

Gli arretrati per la sanità, precisa Il Corriere della Sera in un articolo del 1° settembre 2022, comprendono “gli anni dal 2019 al 2021 e i primi dieci mesi del 2022”.

In particolare, per chi lavora in ospedali e cliniche la somma media si attesta su una forbice di 2.268 – 3.135 euro lordi. Nel caso degli infermieri, se “si conta la nuova indennità prevista dal Ccnl, si arriva a 3.777 euro lordi per gli inquadramenti più bassi e a 4.736 euro per il livello D6” (sempre “Il Corriere della Sera”).

Nel complesso, secondo i calcoli comunicati da A.Ra.N nella propria pagina istituzionale, l’accordo raggiunto per il rinnovo del Contratto collettivo Sanità, sul piano del trattamento economico, genererà, a decorrere dal 1° gennaio 2021, un “incremento medio a regime degli stipendi tabellari di 91 euro medi per 13 mesi” ed una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa di 12 euro al mese per 13 mensilità.

Sempre A.Ra.N precisa che, sommando gli aumenti alle nuove indennità, si otterranno “incrementi medi, calcolati su tutto il personale del comparto, di circa 175 euro medi mese, corrispondenti ad una percentuale di rivalutazione del 7,22%”.

Dipendenti pubblici: arretrati Funzioni locali

Stando a “Il Corriere della Sera” gli ultimi dipendenti pubblici a ricevere gli arretrati “entro la fine del 2022” saranno i dipendenti comunali.

Risale infatti allo scorso 4 agosto la firma tra A.Ra.N e le sigle sindacali FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL e CSA-RAL dell’ipotesi di accordo di rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto delle Funzioni Locali per il triennio 2019 – 2021. Contratto che riguarda circa 430 mila dipendenti.

Stando alle consuete stime di A.Ra.N gli “arretrati medi del contratto sono pari a circa euro 1.727,63”.

L’incremento retributivo medio del comparto corrisponde invece a 100,27 euro mensili per tredici mensilità. Considerando anche le risorse aggiuntive dello 0,55% e 0,22%, l’incremento mensile arriva a 117,53 euro.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente di A.Ra.N Naddeo “per la firma di un contratto così importante per 430mila dipendenti di Comuni, Province e Regioni. Una trattativa lunga ma che ha portato a un risultato importante per l’intera categoria. Tre contratti conclusi dal mese di gennaio ad oggi. Ora occorre concentrarsi sul rinnovo del contratto dell’Istruzione e ricerca”.

Dipendenti pubblici: arretrati Scuola

A differenza dei settori Funzioni centrali, Sanità e Funzioni locali, sono ancora in corso le trattative per il rinnovo del CCNL 2019 – 2021 comparto “Istruzione e Ricerca”.

Stando a quanto comunicato dalla sigla sindacale FLC-CGIL, sul proprio sito “flcgil.it”, lo scorso 7 settembre si è svolto il primo incontro dopo la pausa estiva tra A.Ra.N e le parti sociali.

Il segretario della FLC-CGIL ha sostenuto, si legge sul sito, che “per poter proseguire più speditamente nelle trattative per il rinnovo contrattuale, c’è bisogno di fare, tramite il Ministero dell’Istruzione, una ricognizione puntuale di tutte le risorse disponibili per la contrattazione per incrementare le risorse destinate alle retribuzioni del personale”. Si è altresì evidenziata l’esigenza che le “risorse stanziate dall’ultima legge di bilancio per il comparto istruzione siano effettivamente finalizzate al rinnovo del contratto nazionale e non siano distratte per altri scopi da parte del ministero”.

Nel corso dell’incontro il Presidente Naddeo ha fornito il calendario dei prossimi incontri “in cui verrà affrontato il tema della classificazione e revisioni dei profili professionali del personale dei diversi settori”:

  • 14 settembre, scuola (personale ATA);
  • 27 settembre, ricerca;
  • 27 settembre, università;
  • 4 ottobre, AFAM.

Infine, ha concluso il comunicato FLC-CGIL, ci si è riservati di fissare “un ulteriore incontro per fornire una ricognizione di tutte le risorse disponibili, una volta verificata la disponibilità del Ministero dell’Istruzione”.

Leggi anche “Smart working: come funziona l’accordo individuale dal 1° settembre”

Paolo Ballanti

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