Il decreto salva Roma, infatti, ha ricevuto la bollinatura della Ragioneria di Stato sulle coperture finanziarie: manca solo l’uscita in Gazzetta: un atto che segnerà il via alle nuove norme non solo per il Comune capitolino, ma anche per per la fiscalità immobiliare generale.
Attesissime, infatti, le nuove disposizioni sulla Tasi, la tassa sulla prime case e i terreni agricoli che andrà a sostituire l’Imu, abolita tra mille fatiche dall’ormai archiviato governo di Enrico Letta.
La pubblicazione del decreto servirà per capire la linea del nuovo esecutivo di Matteo Renzi sul capitolo delle tasse sulla casa, da sempre uno dei più sentiti dall’opinione pubblica.
Secondo quanto emerso dal Consiglio dei ministri in cui il testo è stato presentato venerdì, l’aliquota della Tasi potrà essere alzata fino allo 0,8 per mille dai Comuni, ma solo in adempimento delle necessità di introduzione delle medesime detrazioni presenti con l’Imu: in questo modo, insomma, gli uffici tributi potranno prelevare un’imposta più alta al fine di mantenere in vigore i bonus per chi già ne godeva fino alla fine del 2013.
Un altro aspetto da definire riguardo il tributo successore dell’Imu, tratta degli obblighi delle proprietà ecclesiastiche: sembra che la linea prevalente sia quella di esentare i luoghi di culto e gli immobili in capo alle Onlus, mentre i vani adibiti ad attività commerciale dovrebbero essere soggetti all’imposta introdotta nella recente legge di stabilità.
Insomma, allo stato attuale, sembra proprio che le previsioni di agevolazione contenute nella disciplina dell’Imu, resteranno valide anche per la Tasi con cui si apprestano a fare conoscenza i contribuenti italiani. A fare le spese di queste novità, dovrebbero essere, ancora una volta le imprese: secondo la Cgia di Mestre, la stangata con le nuove somme richieste in regime di Tasi dovrebbero pesare per oltre un miliardo di euro sui redditi delle aziende italiane.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento