Coronavirus: nuovo modulo per giustificare spostamenti di lavoro e regole per le attività

Alice Lottici 24/03/20
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Nella serata dell’22 marzo, subito dopo l’annuncio in diretta Facebook, il Premier Conte ha firmato un nuovo Decreto che prevede l’inasprimento delle misure di contenimento e prevenzione per contrastare la diffusione a macchia d’olio del Coronavirus, i cui indici di contagi segnalano una salita vertiginosa in pochi giorni.

Il DPCM 22 Marzo 2020 è pienamente operativo dalla mattina del 23 Marzo fino al 3 Aprile.

Ridotti gli spostamenti con qualsiasi mezzo fuori dal Comune esclusivamente per motivate e primarie necessità: «comprovati motivi di lavoro», «gravi esigenze familiari o sanitarie» o per l’acquisto di beni essenziali.

Il 22 Marzo il Governo ha diffuso un nuova autocertificazione con due clausole importanti:

  • l’interessato deve autodichiarare di non trovarsi nelle condizioni previste dall’art. 1, comma 1, lett. c) del D.P.C.M. 8 marzo 2020 che reca un divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al Coronavirus“;
  • essere a conoscenza delle limitazioni del Decreto 22 Marzo.

Inasprite anche le restrizioni e le regole per le imprese, le fabbriche, gli Enti e tutti i luoghi di lavoro. Di seguito tutte le novità e la modalità corretta per l’utilizzo della certificazione per motivi di lavoro.

Ultime novità sul Coronavirus

Coronavirus: le nuove regole sul lavoro

Il DPCM 22 Marzo stabilisce ulteriori misure precauzionali per limitare i contatti interpersonali sui luoghi di lavoro e favorire così possibilità di contagi.

Vediamole assieme.

Disposizioni per attività produttive e professionali

L’entrata in vigore del DPCM 11 marzo 2020 ha introdotto nuove disposizioni che, se differenti dalle precedenti dei DPCM 8 e 9 Marzo, andranno in sostituzione.

Il Decreto per imprese e fabbriche stabilisce:

  • modalità di lavoro agile nel caso di attività che possono essere svolte a distanza;
  • incentivi per l’utilizzo di ferie (residuali del 2019 o dell’anno corrente se maturate), congedi retribuiti o altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
  • sospensione delle attività aziendali non indispensabili alla produzione;
  • assunzione dei protocolli di sicurezza anti-contagio (distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, strumenti di protezione individuale);
  • sanificazione dei luoghi di lavoro utilizzando anche gli ammortizzatori sociali.

Il Decreto 22 Marzo disponde la sospensione di tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1.

Leggi la lista Ateco

Le attività che sarebbero sospese possono proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile.

Disposizioni esclusivamente per attività produttive

Oltre alle disposizioni sopracitate, le fabbriche devono limitare al massimo gli spostamenti all’interno dei reparti e regolamentati gli accessi agli spazi comuni.

Le attività produttive che sarebbero sospese possono continuare a operare con la modalità di lavoro da remoto.

Le attività a ciclo produttivo continuo possono continuare previa comunicazione al Prefetto della Provincia.

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Disposizioni per Enti

La direttiva 2/2020 della Funzione Pubblica, in attesa di registrazione presso la Corte dei Conti, interviene indicando le linee di comportamento che devono seguire negli Enti:

  • rotazione dei dipendenti per garantire una giusta distanza di sicurezza;
  • lavoro agile da estendere ad altre attività escluse dalla Direttiva 1/2020;
  • riunioni in via telematica;
  • garantire l’accesso ai servizi per via informatica;
  • regolamentare le presenze negli uffici per evitare assembramenti.

Per saperne di più: corso online “Gli Enti Locali e l’emergenza Coronavirus. Indicazioni operative per affrontare la situazione di emergenza” di Maggioli Formazione!

Coronavirus, tutti gli spostamenti concessi

Prima di parlare delle modalità corrette per notificare gli spostamenti per lavoro una breve premessa: come disposto dal DPCM 9 marzo 2020 tutta Italia è soggetta alle nuove misure precauzionali e anti-contagio.

Tutti gli spostamenti sul territorio nazionale sono vietati salvo quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o salute. E’ consentito tuttavia il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Ad ulteriore chiarimento: l’ingresso e l’uscita dai Comuni di residenza/domicilio sono proibiti, salvo ci si trovi in queste situazioni:

  • esigenze di lavoro;
  • necessità familiari e assistenziali;
  • motivi di salute;
  • rientro nell’abitazione.

La spesa e il reperimento dei beni primari deve esser fatto possibilmente nel proprio Comune.

Queste motivazioni devono essere comprovate con l’apposito modulo, gli agenti verificheranno anche la veridicità delle informazioni e sanzioneranno chi non opera individualmente.

Niente autocertificazione invece per chi è sottoposto a quarantena o è risultato positivo al virus che non può spostarsi per alcun valido motivo.

Coronavirus: spostamenti per lavoro e autocertificazione

Dalla mattina del 10 marzo, chiunque debba comprovare spostamenti per motivi di lavoro fuori dal proprio Comune di residenza/domicilio, deve presentare un’autocertificazione durante le operazioni di controllo.

In un’intervista il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha chiarito che il modulo deve essere sempre portato con sè, sia che ci si rechi o si torni dall’ufficio a piedi, in macchina o con i mezzi di trasporto.

Scarica la nuova autocertificazione

Se la necessità di spostamento è continuativa può essere utilizzato lo stesso modulo, specificandone la cadenza fissa e costante.

Il Governo con l’ultimo Decreto raccomanda a tutti i lavoratori di seguire la suddetta procedura, ove non sia possibile trasferire l’attività da remoto.

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CORONAVIRUS COVID-19

La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza.     Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.

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Alice Lottici

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