Convegno Ge.F.I.: le nuove Linee Guida del settore investigazioni scientifiche

Eugenio D Orio 21/06/16
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Nella scorsa settimana a Rimini si è svolto il XXVI Convegno del Ge.F.I. la società italiana dei genetisti forensi alla quale afferiscono i più illustri esperti nazionali nel campo del settore scientifico applicato alle scienze forensi. Il direttivo dell’associazione è direttamente composto da docenti di diverse università italiane noti per aver coadiuvato nel sistema Giustizia in molteplici processi e investigazioni. Tale evento, oltre al direttivo universitario, ha visto la partecipazione dei dirigenti del RIS di Roma e della Polizia Scientifica oltre che di consulenti dell’Autorità Giudiziaria.

Il cuore di quest’evento è stata la stesura di un aggiornamento delle linee guida e dei protocolli che hanno per oggetto le prove scientifiche, ormai sempre più importanti ai fini probatori e decisori nel nostro sistema giudiziario. Nello specifico, grazie anche al supporto delle Forze dell’Ordine specializzate nel settore di investigazione scientifica, sono stati apportati i dovuti aggiornamenti alle pregresse linee guida in quanto il settore scientifico, grazie anche alle nuove tecnologie, sta conoscendo un boom che va ben regolamentato anche dal punto di vista forense.

I punti chiave di queste nuove linee guida sono l’aggiornamento della procedura operativa sulla scena del crimine all’atto della repertazione di fonti di prova biologiche, la catena di custodia di tali reperti e la complessa fase di laboratorio.

Con l’aggiornamento di queste linee guida il Ge.F.I., società riconosciuta dallo Stato come la massima esperta in materia scientifico-forense, continua il suo arduo compito di coadiuvare al meglio i lavori delle Forze dell’Ordine che usano mezzi di indagine scientifici e agevolare il corso della Giustizia tutta, in quanto, in ottica garantista, si tende a perfezionare quanto più possibile il complesso modus operandi e valutativo delle “evidence” scientifiche, spesso di difficile comprensione e valutazione anche per gli stessi giudici che sono deputati ad emettere giudizio.

Il passo successivo sarà l’approvazione di queste stesse linee guida da parte della commissione scientifica internazionale dell’ISFG (International Society of Forensic Genetics) in quanto tale approvazione è espressamente richiesta in tale ambito scientifico giacché la scienza è per sua stessa definizione “ripetibile, condivisibile, dimostrabile e riproducibile”.

Questo lavoro da parte della società Ge.F.I. è in armonia con il garantismo postulato nella nostra Costituzione, in quanto la finalità del gruppo di lavoro è quella di migliorare ed aggiornare costantemente quanto attiene ai protocolli, alle linee guida e ai modus operandi quando si maneggiano le cosiddette “prove scientifiche”.

Tali aggiornamenti ed innovazioni stanno portando a quanto auspicato dal Dott. Gennaro Francione, Giudice del Tribunale Penale di Roma, il quale è fautore della rivoluzione del sistema Giustizia da un modello indiziario verso un modello “scientifico-popperiano”, moderno, robusto, efficace e molto sicuro in merito all’affidabilità di quanto dimostrato e valutato. Tale modello trova le sue basi nel fatto che “di fronte a qualsivoglia Giudice, le prove e gli esperimenti scientifici devono dare sempre i medesimi risultati”: questa è la scienza applicata ai processi, questo è un moderno e garantistico modo di far processi.

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L’ uso della prova scientifica nel processo penale

L’opera affronta, con taglio multidisciplinare e con l’analisi di casi pratici, le problematiche inerenti alla prova scientifica e soprattutto all’utilizzo della stessa nell’ambito del processo penale. Oggi sempre più e con maggior frequenza la scienza si intreccia con il diritto per la migliore presentazione della prova al fine di fugare il più possibile i dubbi del giudicante e permettere un decisione sostenuta più da una certezza processuale che da un dubbio ragionevole. Il contributo della scienza all’accertamento dei fatti nel processo continua ad essere essenziale ed anzi lo sarà sempre di più. Proprio perchè la prova scientifica è in grado di assicurare un livello di attendibilità di gran lunga maggiore delle prove “comuni” come la testimonianza. L’utilità della scienza in Corte non è legata solo alla capacità di mettere a disposizione, di investigatori e giudici, nuovi e sempre più sensibili strumenti per la ricostruzione dei fatti. essa è anche in grado di affinare vecchi strumenti, definendone limiti e potenzialità in modo scientifico. Nel vertiginoso intreccio dei rapporti tra scienza e diritto, teorie generali della conoscenza, epistemologia della prova, libero convincimento del giudice e giustificazione razionale della decisione, si individua il progressivo utilizzo della prova scientifica nel processo penale e, nello stesso tempo, si avverte il persistere del dramma di giudicare in condizioni d’incertezza probatoria, pur quando l’indagine sui fatti di reato e la loro ricostruzione viene affidata a modelli scientifici, introdotti attraverso il sapere specialistico del consulente tecnico o del perito. Tra gli argomenti trattati – La scienza usata male – L’uso probatorio della scienza nel processo – Scienza e tecniche forensi – Le coordinate del processo penale tra funzione cognitiva e fine di verità – La struttura probabilistica del ragionamento e della decisione giudiziale – Il paradigma ipotetico-probabilistico della prova scientifica – Certezza processuale e dubbio “ragionevole” – Il fattore “tempo” nei rapporti fra scienza e diritto – La nuova prova scientifica – Prova penale e logica del probabile – Svolgimento del dato statistico in medicina – La scelta della scienza “giusta” Monica Cucci Medico legale. Giuseppe Gennari Giudice per le Indagini Preliminari, Tribunale di Milano. Andrea Gentilomo Professore Associato di Medicina Legale e delle Assicurazioni, facoltà di Giurisprudenza, Università degli studi di Milano, Dipartimento “Cesare Beccaria”.

Monica Cucci, Giuseppe Gennari, Andrea Gentilomo | 2012 Maggioli Editore

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E’ da sottolineare il fatto che a tale convegno siano intervenuti anche il GIP di Milano, il Dott. Gennari,  e il Prof. Luparia, docente di Processuale penale all’Università di Milano e direttore dell’Innocence italian project. E’ questo un movimento di derivazione americana che fonda le sue basi sulla dimostrazione dell’innocenza di soggetti sottoposti in passato a condanna definitiva grazie all’ausilio delle moderne valutazioni scientifiche a fini forensi. In questo progetto il corretto uso del DNA nell’ambito forense gioca un ruolo chiave.

Tutti i partecipanti al convegno, pur dalle diverse prospettive, sono comunque apparsi d’accordo nell’idea che per una giustizia giusta bisogna sempre più ricorrere alla prova scientifica e che la stessa vada ammodernata seguendo le nuove tecnologie. Di pari passo, a livello di procedura giudiziaria, vanno irrobustiti sistemi di garanzia nell’assunzione, verifica e controllo dei dati assicurando un difensore e un consulente anche per l’imputato che sia ancora ignoto. Questo ad impedire che reperti si esauriscano (come accaduto in un recente processo) impedendo all’imputato poi identificato e alla sua equipe di verificare in contestualità la correttezza nell’assunzione e verifica dei dati.