Una parte dei periodi di assenza è peraltro economicamente coperta dall’Inps grazie ad un’indennità pari al 30% della retribuzione.
Analizziamo la novità in dettaglio.
- Congedo parentale facoltativo: indennità Inps e Legge di Bilancio
- Congedo parentale facoltativo: a chi spetta la retribuzione all’80%
- Congedo parentale facoltativo: come si calcola l’indennità Inps
- Congedo parentale facoltativo: periodi aggiuntivi
- Congedo parentale facoltativo: quanto spetta
- Congedo parentale facoltativo: fruizione ad ore
- Congedo parentale facoltativo: come richiederlo
L’indennità, entro determinati limiti di durata, spetta a condizione che, all’inizio dell’assenza, il dipendente abbia in corso un regolare rapporto di lavoro e che il rapporto stesso non sia interessato da sospensioni di qualsiasi natura.
La prestazione economica è garantita fino al compimento dei dodici anni di età del bambino, per un periodo di tre mesi a beneficio di ciascun genitore (sei mesi complessivi). I genitori hanno altresì diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo economicamente a carico dell’Inps, non eccedente (complessivamente) i tre mesi.
Per l’intera durata dei nove mesi di congedo l’indennità economica è calcolata in misura pari al 30% della retribuzione media globale giornaliera. Nelle ipotesi di genitore unico spetta un congedo indennizzato pari a nove mesi complessivi.
In deroga a quanto appena anticipato, la Legge di bilancio (articolo 1, comma 359) nel modificare l’articolo 34, comma 1, primo periodo del Decreto legislativo numero 151/2001, aumenta l’indennità Inps, spettante per i periodi di congedo parentale, dal 30 all’80% della retribuzione media globale giornaliera:
Il primo passaggio per ottenere l’indennità Inps prevede il calcolo della retribuzione media globale giornaliera (RMG). Quest’ultima si determina con riferimento alla retribuzione percepita nel periodo di paga quadrisettimanale o mensile scaduto ed immediatamente precedente quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo.
Se il lavoratore non può far valere un mese di lavoro si considera la retribuzione spettante per il periodo di lavoro prestato. In assenza di giornate retribuite, si assume il periodo più recente in cui esiste retribuzione.
Unta volta individuato il valore mensile di riferimento lo stesso dev’essere diviso per:
Sono indennizzabili dall’Inps tutte le giornate comprese nel periodo di assenza, eccezion fatta per:
L’indennità Inps per congedo parentale è il risultato del 30 o dell’80% della retribuzione media globale giornaliera moltiplicato per il numero di giornate indennizzabili. La somma in questione, evidenziata in busta paga, è esente dal punto di vista contributivo ma soggetta a trattenute fiscali.
I dipendenti, sino ai dodici anni di vita del figlio, hanno diritto ai mesi di seguito descritti in tabella.
Genitori | Fruizione del congedo | Periodo massimo di congedo |
Entrambi i genitori presenti | Madre | Sei mesi |
Padre | Sette mesi | |
Entrambi | Undici mesi totali, nel rispetto dei limiti individuali (sei mesi per la madre, sette mesi per il padre) | |
Un solo genitore | / | Undici mesi |
Un solo genitore con successivo ingresso del secondo | / | Dieci mesi (elevati a undici se il padre si assenta per almeno tre mesi) |
Se, ad esempio, l’orario medio giornaliero è di otto ore, il congedo parentale può essere fruito per quattro ore.