Concorso a Cattedra 2017: 7mila candidati esclusi, le prove il 3 aprile

Redazione 30/03/17
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Prossima la data delle selezioni suppletive per diventare insegnanti della scuola pubblica. Sono infatti ben 7mila i candidati che il 3 aprile prossimo tenteranno il concorso da cui erano stati esclusi illegittimamente, a causa del carattere discriminatorio che ha caratterizzato il bando di concorso a cattedra del 2016. Sono 63.712 i posti disponibili per l’insegnamento pubblico, anche se ad oggi le commissioni esaminatrici hanno ammesso un numero inferiore di candidati rispetto alle risorse necessarie per lo Stato.

Le prove andranno avanti, scaglionate nei giorni, fino al 20 aprile, suddivisi in base a un calendario ufficiale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – IV serie speciale concorsi ed esami – n. 20 del 14 marzo scorso. Quella scritta avrà la durata di 150 minuti, come avvenuto lo scorso anno in occasione delle prime prove scritte.

Concorso a Cattedra 2017: gli ammessi

Sono ammessi alle prove scritte suppletive categorie di insegnanti davvero eterogenee:

  •  insegnanti tecnico pratici ai diplomati Isef
  • personale già di ruolo ai diplomati magistrale a indirizzo linguistico
  • educatori e abilitati al Pas e all’estero
  • coloro che hanno ottenuto l’abilitazione disciplinare o la specializzazione su sostegno successivamente alla pubblicazione del bando di concorso: il Consiglio di Stato ha dichiarato ammissibili al concorso i candidati che abbiano concluso i percorsi formativi Afam e Pas.

Quest’ultima categoria non è, poi, l’unica ad essersi rimessa ad una decisione giudiziale: attendono una sentenza i candidati su sostegno e sulle nuove classi di concorso non ancora attivate, però presenti nell’elenco ufficiale che presto sostituirà definitivamente i vecchi insegnamenti; oltre 20mila ricorrenti laureati non ammessi, che sperano di essere rimandati direttamente alla prova scritta ordinaria, come è avvenuto per due di loro.

L’Anief sul Concorso a Cattedra

A parere dei Sindacati, infatti, è stato necessario il ricorso all’Autorità giudiziaria, in quanto sono stati commessi errori di compilazione del regolamento concorsuale intollerabili. Di seguito le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal: “questa vicenda delle prove aggiuntive conferma gli errori di un’amministrazione che opera negando il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. Se ci avessero dato retta, non ci ritroveremmo oggi a vivere questa ‘coda’ di concorso. Ma quello che più sorprende in negativo è l’atteggiamento schizofrenico del Miur su come trattare i cittadini laureati che chiedono di fare l’insegnante nella scuola pubblica: nel 2012 ha detto che la laurea era sufficiente per partecipare al concorso a cattedra, nel 2016 non più, mentre nel 2021 tornerà a bastare. Ogni commento ulteriore è inutile: dico solo che, appurata la poco coerenza in chi gestisce la scuola in Italia – conclude Pacifico – è più che lecito difendere i propri diritti rivolgendosi alle aule del tribunale”.

L’ora di lezione non basta

Galileo aveva vestito il suo occhio con il cannocchiale: ciò gli permise di scoprire la configurazione delle cose celesti. In questo libro l’autore propone di vestire a nuovo le classi delle nostre scuole.Se la formazione è così fondamentale come si dice, allora gli spazi ad essa riservati – nelle scuole di ogni ordine grado – dovrebbero essere curati, dotati di giochi per imparare le varie competenze, di materiali per la matematica, di strumenti per i vari aspetti della lingua, di attrezzi per gli esperimenti scientifici, di libri, enciclopedie, carte geografiche, di computer, tablet collegati a internet e così via. Dovrebbero essere attrezzati anche con materiali d’archivio per raccogliere disegni, articoli, saggi, foto, lettere, video, musica, reperti, interviste e testimonianze, trovando il giusto mix tra cartaceo e digitale. Insomma i bambini e i ragazzi dovrebbero poter vestire i propri sensi, come poté fare Galileo, per fare le loro scoperte. E poi ci sono alcune cose come attaccapanni, zaini, sedie, banchi, cattedra, la stanza dei docenti, “mani alzate”, che sono oggetti con un impatto tutt’altro che lieve sui modi di conoscere e di apprendere. In queste pagine si getta sulla scuola uno sguardo del tutto nuovo, originale, guardando alle cose della conoscenza (le discipline di studio e i campi di esperienza), ma anche alle cose in quanto strumenti della conoscenza. Il tutto su uno sfondo dove corpo e mente, tattile e digitale, individuo e comunità, Terra e Nuvola possano trovare una sintesi che vada oltre: come recita il titolo… L’ora di lezione non basta. Marco Orsi, nato a Lucca, è stato maestro elementare e per lunghi anni dirigente scolastico. Attualmente è coordinatore dei tutor universitari presso il corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria (Università di Firenze). È ideatore e responsabile nazionale del movimento delle scuole “Senza Zaino”. Ha pubblicato numerosi saggi e libri, tra i quali ricordiamo: Scuola, organizzazione, comunità, Brescia, La Scuola (2002); Educare alla responsabilità nella globalizzazione, Bologna, Emi (2002), A scuola senza zaino, Trento, Erickson (2006). Ha curato le linee-guida delle scuole “Senza Zaino”, Un approccio globale al curricolo. Linee-guida per le scuole, Napoli, Tecnodid (2013).Il volume nasce dall’attività di elaborazione, formazione e riflessione dell’Associazione Italiana Cultura Qualità (AICQ), portatrice della mission di diffondere la cultura della qualità nella società. Da molti anni il settore nazionale AICQ SCUOLA, ora EDUCATION, trasmette alle scuole gli strumenti e i metodi della qualità sostanziale, o qualità dal volto umano, nell’organizzazione e nella didattica. Nel 2014 AICQ EDUCATION ha costituito il GLSNV (Gruppo di lavoro sistema nazionale di valutazione) per affiancare le scuole nella realizzazione del d.P.R. n. 80/20

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