Bonus genitori con figli disabili, 150 euro mensili: domande dal 1° febbraio

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Dal 1° febbraio al 31 marzo 2023 sarà possibile fare domanda per ricevere, anche quest’anno, il bonus genitori con figli disabili istituito dalla Legge di Bilancio 2021. Si tratta di un contributo per genitori disoccupati o monoreddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali, con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento.

Le istruzioni per la richiesta e l’erogazione del bonus erano state trasmesse dall’Inps con la Circolare numero 39 del 30 marzo scorso. Con il Messaggio numero 422 del 27 gennaio 2023 sono invece arrivate le istruzioni per richiedere il bonus relativo al 2023.

L’Istituto ricorda che affinché la domanda venga accolta è necessario presentare una attestazione ISEE in corso di validità per l’anno 2023.

Vediamo nei prossimi paragrafi come funziona il contributo e come richiederlo fino al 31 marzo 2023.

Indice

Bonus genitori con figli disabili: cos’è

La Legge di Bilancio 2021 (Legge 30 dicembre 2020, n. 178), ha introdotto all’articolo 1 commi 365 e 366, un contributo per i genitori disoccupati o monoreddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali, con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento.

Successivamente, il Decreto Ministeriale del 12 ottobre 2021, emanato dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 285 del 30 novembre 2021, ha individuato le disposizioni attuative del contributo in questione, fissando i criteri per l’individuazione dei destinatari nonché le modalità di presentazione delle domande di contributo e di erogazione dello stesso.

Bonus genitori con figli disabili: requisiti

I requisiti per accedere al contributo, in base a quanto stabilito dal Decreto del 12 ottobre 2021 sono i seguenti:

  • Residenza in Italia;
  • ISEE in corso di validità non superiore a 3 mila euro;
  • Essere disoccupati o monoreddito, facenti parte di un nucleo familiare monoparentale;
  • Appartenere ad un nucleo familiare (come individuato ai fini ISEE) in cui siano presenti figli a carico con disabilità riconosciuta non inferiore al 60%.

Essendo inoltre il bonus rivolto a genitori disoccupati o monoreddito facenti parte di nuclei monoparentali, il decreto fornisce inoltre le definizioni di:

  • genitore disoccupato”, come la “persona priva di impiego oppure la persona il cui reddito da lavoro dipendente non superi le 8.145 euro all’anno o 4.800 euro annui da lavoro autonomo”;
  •  “genitore monoreddito”, come colui che riceve reddito esclusivamente dallo svolgimento dell’attività lavorativa, nonostante questa “sia prestata in favore di una pluralità di datori di lavoro” ovvero l’interessato percepisca “un trattamento pensionistico previdenziale”, con l’esclusione di eventuali altri trattamenti assistenziali. Si prescinde inoltre dall’eventuale proprietà della casa di abitazione.

Passando invece al requisito dei figli a carico, occorre che i figli abbiano un reddito annuo non superiore a 4 mila euro, ridotti a 2.840,51 euro se di età superiore a 24 anni.

Infine, si definisce nucleo monoparentale il nucleo composto da uno solo dei genitori con uno o più figli a carico, in questo caso per accedere al sussidio il figlio dovrà avere una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60%.

Bonus genitori con figli disabili: importo

L’importo del sussidio, erogato dall’Inps, è di 150 euro mensili. Per i genitori con due o più figli a carico, in possesso di una disabilità non inferiore al 60%, il contributo è pari, rispettivamente, a 300 euro e a 500 euro mensili complessivi che rappresentano l’importo massimo erogabile.

Il bonus in questione non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali del beneficiario ed è inoltre cumulabile con il Reddito di cittadinanza.

Bonus genitori con figli disabili: come fare domanda

La domanda ha validità annuale, per cui anche chi ha richiesto il bonus genitori con figli disabili nel 2022 deve ripresentare l’istanza. La procedura per richiedere il contributo per genitori con figli con disabilità è attiva dal 1° febbraio al 31 marzo 2023, ed è raggiungibile tramite il sito istituzionale inps.it accedendo al menu “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Contributo genitori con figli con disabilità” con credenziali digitali SPID, CIE o CNS.

Nella domanda sarà necessario indicare, da parte del genitore richiedente, il codice fiscale del figlio o dei figli con disabilità per i quali si chiede il contributo. Inoltre, sarà necessario indicare le seguenti modalità alternative di pagamento:

  • bonifico domiciliato presso ufficio postale;
  • accredito su IBAN (è possibile indicare IBAN nazionali o esteri su circuito SEPA).

Come anticipato, per accedere al bonus è necessario presentare un’attestazione ISEE valida per il 2023. Le risorse messe a disposizione per il 2023 sono pari a 5 milioni di euro. Qualora queste risorse non “fossero sufficienti ad esaurire le domande che soddisfino i criteri” l’INPS darà “la priorità ai richiedenti con ISEE più basso”. A parità di reddito ISEE sarà data poi priorità “ai richiedenti appartenenti a nuclei con figli minori non autosufficienti”. A seguire assumeranno rilevanza i “nuclei con figli con disabilità di grado grave” ed infine “i richiedenti con figli con disabilità di grado medio”.

Bonus genitori con figli disabili: decadenza

Si può decadere dall’erogazione del contributo, oltre che per mancanza dei requisiti citati in precedenza, anche per i seguenti motivi:

  • Decesso del figlio;
  • Decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale;
  • Affidamento del figlio a terzi.

Al verificarsi di una delle cause di decadenza gli interessati devono tempestivamente darne comunicazione all’Inps che provvederà a:

  • Revocare immediatamente il sussidio, ferma restando la “restituzione di quanto indebitamente percepito e le sanzioni previste a legislazione vigente”;
  • Interrompere l’erogazione dell’assegno a partire dal mese successivo quello in cui si è verificata la causa di decadenza.

Infine, in caso di ricovero del figlio presso istituti di cura di lunga degenza ovvero altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica, l’Istituto provvederà a sospendere il sussidio per tutto il periodo di ricovero.

Alessandro Sodano