Cambia il Bonus nido 2025/2026: rinnovo automatico per più anni e micronidi inclusi

La circolare Inps comunica importanti novità sul contributo per gli asili nido.

Redazione 09/09/25
Allegati

Arrivano novità importanti sul Bonus nido. Anzitutto vengono ampliate le strutture che danno diritto al sussidio, ma non solo. Dal 2026 le domande inviate avranno validità su più anni, senza bisogno di inviarne sempre una nuova.

La nuova circolare INPS n. 123 del 5 settembre 2025 chiarisce che il contributo per l’asilo nido non riguarda solo i nidi pubblici e privati tradizionali, ma anche altre strutture educative per la prima infanzia (come micronidi, sezioni primavera, spazi gioco e servizi domiciliari), purché autorizzati dalle Regioni. Dal 1° gennaio 2026, inoltre, le domande per ottenere il bonus avranno “ultrattività”: se accolte, continueranno a valere anche per gli anni successivi, fino ai 3 anni del bambino, con una semplice conferma annuale. La notizia riguarda tutte le famiglie con figli piccoli che usufruiscono del contributo asilo nido o del sostegno a domicilio.

Ecco cosa cambia per le famiglie che accedono al bonus nido dal prossimo anno.

Estensione del contributo: non solo nidi

La novità centrale riguarda l’interpretazione autentica dell’articolo 1, comma 355, della legge n. 232/2016. Il contributo non è più limitato ai soli asili nido, ma si estende a tutte le strutture che rientrano nella definizione di “servizi educativi per l’infanzia” prevista dal decreto legislativo n. 65/2017.

In concreto, le famiglie potranno ottenere il rimborso delle rette anche per:

  • nidi e micronidi, che accolgono bambini da 3 a 36 mesi;
  • sezioni primavera, dedicate ai bambini da 24 a 36 mesi e collegate alle scuole dell’infanzia;
  • spazi gioco, per bambini da 12 a 36 mesi, con frequenza flessibile;
  • servizi educativi domiciliari, che garantiscono un’assistenza personalizzata in piccoli gruppi.

Restano esclusi, invece, i centri per bambini e famiglie, poiché questi non prevedono la frequenza autonoma del bambino ma la presenza di un adulto accompagnatore.

Si tratta di un ampliamento significativo, perché molte famiglie scelgono soluzioni educative alternative ai nidi tradizionali, specialmente nelle aree in cui l’offerta pubblica è insufficiente.

Domanda con validità pluriennale

Un’altra grande novità sul bonus nido è l’introduzione della pluriennalità delle domande. Dal 1° gennaio 2026, le famiglie che presenteranno domanda per il contributo e otterranno l’accoglimento non dovranno più ripetere la procedura ogni anno. La domanda rimarrà valida anche per gli anni successivi, fino al compimento dei tre anni del bambino.

Naturalmente, per ogni anno sarà necessaria una conferma tramite il portale INPS, con l’indicazione delle mensilità per le quali si richiede il contributo (massimo 11 mesi) e la presentazione della documentazione che attesti il pagamento almeno di una retta.

Per gli asili pubblici, dove il pagamento è spesso posticipato, basterà la ricevuta di iscrizione o l’inserimento in graduatoria.

Il contributo per l’assistenza domiciliare

La circolare chiarisce che la regola dell’ultrattività vale anche per il contributo alternativo all’asilo nido, cioè quello destinato alle famiglie che non possono iscrivere il bambino a una struttura educativa a causa di gravi patologie.

In questi casi, ogni anno il genitore dovrà semplicemente allegare un certificato del pediatra che attesti l’impossibilità alla frequenza, così da confermare la richiesta per il periodo successivo. Anche qui, quindi, la semplificazione è notevole, con una procedura più lineare e meno ripetitiva.

Il ruolo delle Regioni e degli enti locali

Poiché l’autorizzazione dei servizi educativi per la prima infanzia è materia di competenza regionale, l’INPS dovrà verificare che le strutture indicate nelle domande siano effettivamente abilitate.

La circolare precisa che verranno utilizzati gli elenchi ufficiali pubblicati da Regioni ed enti locali. In caso di dubbi o di mancanza di informazioni, sarà richiesto un riscontro diretto agli enti territoriali competenti.

Questo passaggio è fondamentale per garantire che i fondi pubblici siano destinati solo a servizi educativi qualificati e riconosciuti, evitando abusi o irregolarità.

Cosa cambia per le domande già presentate nel 2025

La circolare dedica spazio anche alle domande presentate nel 2025. In questi casi, le strutture INPS potranno rivedere le pratiche respinte sulla base delle vecchie regole e accoglierle in autotutela, se compatibili con le nuove disposizioni.

In altre parole, le famiglie che avevano visto respinta la domanda potrebbero ora ottenere il riconoscimento del beneficio, grazie all’ampliamento dell’ambito applicativo.

Spese escluse e limiti del Bonus nido

Restano fuori dal rimborso del bonus nido tutte le spese che non hanno natura educativa. Non saranno quindi rimborsabili i costi sostenuti per:

  • servizi ricreativi;
  • attività di pre-scuola o post-scuola;
  • centri per bambini e famiglie (con presenza del genitore).

Questa distinzione serve a mantenere chiaro l’obiettivo della misura: sostenere le famiglie nel percorso educativo dei bambini da 0 a 3 anni, non in attività di semplice custodia o svago.

Come presentare domanda dal 2026

Dal prossimo anno, la domanda di bonus nido si potrà presentare tramite i canali già noti: portale INPS con SPID, CIE o CNS, contact center o patronati.

Una volta accolta, la domanda varrà anche per gli anni successivi, fino al compimento del terzo anno di età del bambino, a condizione che ogni anno si confermino i requisiti e si alleghi la documentazione richiesta.

Le FAQ sulle novità del bonus nido


Foto copertina: istock/Vanessa Nunes

Redazione

Seguici sui social

Iscriviti ai nostri canali

E ricevi in anteprima gli aggiornamenti sui Concorsi pubblici