Pensione in anticipo per disoccupati: tutte le possibilità e requisiti necessari

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Hai lavorato una vita e maturato molti contributi? Sei prossimo alla pensione ma sei stato licenziato e ora non sai cosa fare? Non preoccuparti, devi sapere che il sistema previdenziale italiano non è in realtà molto rigido per quanto riguarda i pensionamenti e, in questo caso, la pensione in anticipo per disoccupati.

Non esistono solamente la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata come strumenti idonei per accedere al tanto agognato trattamento previdenziale. Non per forza devi maturare 42 anni e 10 mesi (oppure 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne) per vedere il primo assegno pensionistico.

Infatti, esistono diversi metodi che ti consentono comunque di uscire dal mondo del lavoro e goderti la pensione. L’importante, in tali casi, è sapere cosa fare e a chi rivolgersi per ricevere una consulenza dettagliata e personalizzata della tua situazione previdenziale.

In questo articolo ti sveleremo tutti i metodi più comuni per poter andare in pensione anche se si rimane senza lavoro a un passo dal collocamento a riposo. Come è possibile pensionarsi e andare in via anticipata in pensione? Come è possibile utilizzare i contributi accreditati presso l’INPS? È possibile fare accordi con l’azienda? Andiamo per ordine e vediamo nel dettaglio come i lavoratori disoccupati possono andare in pensione prima con molti contributi.

Cosa sapere sulle Pensioni

Pensione in anticipo per disoccupati: Quota 100

Il primo metodo pensionistico da analizzare è il sistema “quota 100”. Si tratta della possibilità di poter andare in pensione, in via sperimentale per il triennio “2019-2021”, con:

  • almeno 62 anni;
  • almeno 38 anni di anzianità contributiva.

La pensione “quota 100” è rivolta:

  • a tutti gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (Ago);
  • alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS;
  • agli iscritti alla Gestione separata di cui all’art. 2, co. 26, della L. n. 335/1995;

Pensione in anticipo per disoccupati dei lavoratori nel sistema contributivo “puro”

Il secondo sistema previdenziale che potrebbe tornare utile se non si raggiungono i 42 anni e 10 mesi di contributi è senza dubbio la pensione anticipata nel sistema contributivo “puro”. Infatti, per chi ha contributi accreditati esclusivamente a decorrere dal 1° gennaio 1996, la pensione è raggiungibile al compimento di 64esimo anno d’età, a condizione che:

  • risultino versati e accreditati almeno 20 anni di contribuzione “effettiva”;
  • l’ammontare della prima rata di pensione risulti non inferiore ad un importo soglia mensile pari a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (che per l’anno 2020 è pari a 1.288 euro).

Pensione in anticipo per disoccupati: Ape sociale

Altro interessante strumento di pensionamento è l’Ape sociale (Anticipo pensionistico sociale). Grazie a tale metodo è possibile andare in pensione 4 anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia. Conti alla mano, considerato che la pensione di vecchiaia è raggiungibile a 67 anni, l’Ape sociale si consegue a 63 anni. Oltre al requisito anagrafico occorre maturare 30 anni di contributi. Tali requisiti devono essere posseduti entro il 31 dicembre 2019.

Inoltre, ad integrazione delle predette condizioni, il richiedente deve:

  • aver cessato l’attività lavorativa;
  • essere residenti in Italia;
  • essere privo di una pensione diretta in Italia o all’estero;
  • maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS (718,20 euro circa).

L’Ape sociale è concesso esclusivamente:

  • ai disoccupati;
  • agli invalidi (superiore o uguale al 74%);
  • ai caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi. Sono inclusi il coniuge o un parente di primo grado, parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
  • agli addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).

Pensione in anticipo per disoccupati: Isopensione

Tra i metodi di pensionamento spesso dimenticati vi è l’isopensione. Una misura introdotto dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012), e successivamente modificata dall’art. 1, co. 160, della L. n. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018), che consente alle aziende e ai lavoratori di anticipare, di comune accordo, la risoluzione del rapporto di lavoro.

In pratica è possibile anticipare la pensione di vecchiaia di ben 7 anni. Conti alla mano, considerato che per quest’anno la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni d’età, teoricamente possono aderirvi i lavoratori con età pari o superiore a 60 anni.

Tale facoltà è rivolta esclusivamente alle aziende con un organico medio che superi i 15 dipendenti. Inoltre, è assolutamente necessario che tra azienda, INPS e sindacati sia raggiunto un accordo di esodo.

Scivolo pensionistico nel contratto di espansione

Infine, nel cd. “Decreto Crescita” (D.L. n. 34/2019, convertito con modificazioni in L. n. 58/2019) è stato introdotto un nuovo scivolo pensionistico per le aziende che ricorrono al “contratto di espansione”. Per poter accedere allo scivolo pensionistico il lavoratore deve:

  • non trovarsi a più di 5 anni dal conseguimento della pensione di vecchiaia;
  • aver maturato il requisito minimo contributivo;
  • non trovarsi a più di 5 anni dal conseguimento della pensione anticipata.

La pensione anticipata in esodo, che deve essere effettuata nell’ambito di un accordo di non opposizione e previo esplicito consenso in forma scritta dei lavoratori interessati, prevede il riconoscimento da parte del datore di lavoro per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, a fronte della risoluzione del rapporto di lavoro, un’indennità mensile, ove spettante comprensiva dell’indennità NASpI, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’INPS.

 

Daniele Bonaddio

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