Reddito di cittadinanza, obblighi: did, patto di lavoro e formazione

Paolo Ballanti 26/03/19
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A quasi tre settimane dalla partenza ufficiale e con mezzo milione di italiani che si sono già rivolti ai Caf per farne richiesta, il Reddito di cittadinanza entra nel vivo. A questo si aggiunge il percorso in Parlamento per la conversione in legge del decreto istitutivo (Decreto legge n. 4/2019) con l’approvazione della Camera e il testo che ora passa a Palazzo Madama per l’ok definitivo.

Nato come uno dei provvedimenti simbolo del governo giallo – verde il Reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà e alla disuguaglianza sociale, studiata sia per garantire un sussidio economico mensile alle fasce deboli della popolazione che per favorirne un loro inserimento / reinserimento nel mondo del lavoro o comunque impegnandoli in azioni al servizio della comunità.

Lo Speciale Reddito di cittadinanza 

Gli obblighi legati al Reddito di cittadinanza 

Sotto quest’ultimo aspetto, l’erogazione del Reddito è subordinata alla:

  • Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (cosiddetta DID);
  • Sottoscrizione di un Patto per il lavoro e per l’inclusione sociale.

Lo scopo è di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, il coinvolgimento in compiti di pubblicità utilità, il completamento degli studi o la riqualificazione professionale.

Vediamo nello specifico quali sono i passi da compiere e gli obblighi imposti ai beneficiari.

Reddito di cittadinanza: i soggetti obbligati ai Patti

Non tutti coloro che ricevono il Reddito devono rendere la dichiarazione di immediata disponibilità e sottoscrivere il Patto per il lavoro o per l’inclusione sociale.

Gli obblighi si estendono infatti a tutti i componenti maggiorenni del nucleo familiare che beneficia del sussidio:

  • Non già occupati;
  • Non frequentanti un regolare corso di studi o di formazione.

Sono invece esclusi:

  • I beneficiari della Pensione di cittadinanza;
  • I soggetti di età pari o superiore ai 65 anni;
  • I pensionati;
  • I familiari colpiti da disabilità (si intendono coloro che hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% accertata dalle commissioni per l’invalidità civile, gli invalidi del lavoro con invalidità oltre il 33% verificata dall’INAIL, oltre ai non vedenti, sordomuti e invalidi di guerra) fatte salve le iniziative di collocamento mirato dei disabili;
  • I componenti il nucleo che abbiano carichi di cura riguardanti familiari minori di tre anni ovvero, a prescindere dall’età, soggetti colpiti da disabilità grave o non autosufficienti.

Reddito di cittadinanza: dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did)

Il richiedente il sussidio e i componenti del suo nucleo familiare che non rientrano nelle categorie esonerate, entro trenta giorni dal riconoscimento del Reddito devono rendere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID):

  • Presso i Centri per l’impiego;
  • Presso i patronati che hanno stipulato convenzioni con ANPAL.

A questi canali si aggiungerà la piattaforma online SIUPL, resa disponibile da ANPAL ma attualmente in fase di sviluppo.

Reddito di cittadinanza: patto per il lavoro

Il richiedente il Reddito entro 30 giorni dal suo riconoscimento viene convocato dai Centri per l’impiego per sottoscrivere il Patto per il lavoro, qualora nel suo nucleo familiare vi sia almeno un componente (non rientrante nelle categorie esonerate) in possesso anche solo di uno dei seguenti requisiti:

  • Assenza di impiego da non più di due anni;
  • Età inferiore ai 26 anni;
  • Destinatario dell’indennità di disoccupazione NASPI o di altro strumento di sostegno al reddito nei casi di disoccupazione involontaria ovvero che non ne benefici da non più di un anno;
  • Aver sottoscritto nei precedenti due anni un Patto di servizio presso i Centri per l’impiego.

Al di fuori dei casi citati, il richiedente viene invece convocato per stipulare il Patto per l’inclusione sociale.

Reddito di cittadinanza: quali obblighi prevede il Patto per il lavoro

Chi sottoscrive il Patto per il lavoro deve collaborare con il servizio competente alla redazione del bilancio delle competenze, frequentare percorsi di formazione e riqualificazione professionale, ricercare attivamente un’occupazione e, soprattutto, accettare almeno una delle tre offerte di lavoro congrue che gli verranno proposte. In caso di rinnovo del Reddito, invece, dev’essere accettata la prima offerta di lavoro.

Sono definite congrue le offerte:

  • Nei primi dodici mesi di sussidio se riguardano sedi distanti non più di cento chilometri dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibili in cento minuti con i mezzi pubblici (in caso di prima offerta), entro duecentocinquanta chilometri se si tratta di seconda offerta ovvero su tutto il territorio nazionale se è la terza.
  • Decorsi dodici mesi di fruizione del sussidio è congrua un’offerta entro duecentocinquanta chilometri dalla residenza del beneficiario se si tratta di prima o seconda proposta, ovvero collocata su tutto il territorio nazionale se invece è la terza;
  • In caso di rinnovo del Reddito, è congrua l’offerta su tutto il territorio nazionale.

Se nel nucleo sono presenti persone con disabilità, la distanza tra residenza e sede di lavoro non può eccedere i duecentocinquanta chilometri sia che si tratti di terza offerta di lavoro che di rinnovo del sussidio.

Fino al 31 dicembre 2021 i beneficiari del Reddito che hanno stipulato il Patto per il lavoro possono ottenere l’assegno di ricollocazione da utilizzare presso i Centri per l’impiego o i soggetti accreditati per fruire di un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di un’occupazione.

Reddito di cittadinanza: Patto per l’inclusione sociale

Al di fuori dei casi di sottoscrizione del Patto per il lavoro, il beneficiario viene convocato entro trenta giorni dal riconoscimento del Reddito presso gli uffici comunali competenti per il contrasto alla povertà al fine di siglare il Patto per l’inclusione sociale.

In generale, il Patto per l’inclusione sociale viene stipulato quando emergono particolari disagi e difficoltà per il richiedente e il suo nucleo familiare, tali da richiedere l’intervento dei comuni e dei servizi sociali.

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Paolo Ballanti

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