Pensione di invalidità 2019, cosa sapere: 10 risposte utili

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Quando si parla di pensione di invalidità, spesso si fa molta confusione sulla tipologia di prestazione alla quale ci stiamo riferendo. Con il termine generico di “pensione di invalidità”, in realtà, non ci si riferisce solamente a una sola prestazione, inteso come assegno ordinario di invalidità disciplinato dalla L. n. 222/1984, bensì a una serie di prestazioni riconosciute ai soggetti invalidi. Infatti è possibile includere nell’alveo più generale della pensione di invalidità: la pensione di inabilità (erogata agli invalidi civili totali), la pensione di invalidità civile (spettante a chi ha una invalidità compresa tra il 74% e il 99%), l’indennità di accompagnamento (liquidata a chi non è autosufficiente in quanto affetto da gravi minorazioni fisiche o psichiche) ed, infine, l’indennità di frequenza (rivolta ai minorenni che hanno difficoltà nell’inserimento scolastico e sociale).

Fatta questa breve premessa, vediamo una serie di risposte utili in merito all’assegno ordinario di invalidità, partendo dalla definizione, caratteristiche, requisiti e importi, fino a descrivere i documenti che servono per accedere alla misura, nonché le modalità d’invio della domanda all’INPS. Ecco tutte le faq utili sulla pensione di invalidità.

Che cos’è la pensione di invalidità?

L’assegno ordinario di invalidità, disciplinato dalla L. n. 222/1984, è una prestazione riconosciuta dall’INPS a chi presenta una determinata riduzione della capacità lavorativa

In particolare, l’art. 1 prevede che “Si considera invalido, ai fini del conseguimento del diritto ad assegno nell’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti ed autonomi gestita dall’Istituto nazionale della previdenza sociale, l’assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo“.

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Quali sono i requisiti per accedere alla pensione di invalidità?

Ai fini del riconoscimento della pensione di invalidità, oltre a essere in possesso di una riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3, ossia superiore ai 2/3 (67%), è necessario avere:

  • almeno 5 anni di contributi (che corrispondono a 260 contributi settimanali);
  • almeno 3 anni di contributi versati nell’ultimo quinquennio (che corrispondono a 156 contributi settimanali).

Bisogna escludere dal calcolo contributivo, in quanto considerati “periodi neutri”:

  • i periodi di assenza per astensione facoltativa dopo il parto;
  • i periodi di lavoro subordinato all’estero che non siano protetti agli effetti delle assicurazioni interessati in base a convenzioni o da accordi internazionali;
  • i periodi di servizio militare eccedenti il periodo corrispondente al servizio di leva;
  • i periodi di malattia superiori ad un anno;
  • i periodi di iscrizione a forme di previdenza obbligatorie diverse da quelle sostitutive dell’assicurazione Ivs per i quali sia stabilito altro trattamento obbligatorio di previdenza, quando non diano luogo a corresponsione di pensione.

È importante precisare, al riguardo, che tale tipologia di prestazione non è collegata alla maturazione di un’età anagrafica, unico vincolo è quello medico-legale e contributivo appena descritto.

Al momento in cui il beneficiario compie l’età pensionabile, se ne sussistono tutti i requisiti, l’assegno ordinario di invalidità si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia.

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Chi può accedere alla pensione di invalidità?

Possono accedere alla pensione di invalidità:

  • i lavoratori dipendenti (iscritti al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti);
  • i lavoratori autonomi (iscritti alla Gestione separata INPS, ovvero alle Gestioni speciali degli artigiani ed esercenti attività commerciali);
  • ed i lavoratori parasubordinati.

Restano, invece, esclusi dalla prestazione i lavoratori del pubblico impiego.

A quanto ammonta l’importo della pensione di invalidità?

Per comprendere a quanto ammonta la pensione di invalidità, bisogna adottare il medesimo calcolo delle pensioni dirette. Quindi, si applica:

  • il sistema di calcolo retributivo, fino al 31 dicembre 2011 (che si basa sulla media degli ultimi stipendi), poi contributivo, per chi possiede almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • il sistema di calcolo retributivo, fino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 (c.d. sistema misto).

Pertanto, non esiste un importo fisso per tutti, essendo l’assegno soggetto alla contribuzione versata dall’assicurato nelle casse dell’INPS.

La pensione di invalidità è compatibile con il lavoro subordinato?

La risposta è positiva, ma entro certi limiti. Infatti, sono previste precise riduzioni dell’assegno al superamenti determinati limiti di reddito.

In particolare:

  • se il reddito supera 26.676,52 euro annui (che corrisponde a 4 volte il trattamento minimo INPS), l’assegno si riduce del 25%;
  • se il reddito supera 33.345,65 euro annui (che corrisponde a 5 volte il trattamento minimo INPS), l’assegno si riduce del 50%.

Va da sé che, laddove il reddito percepito non oltrepassa la soglia minimo di 26.676,52 euro annui, non subirà alcuna decurtazione dell’assegno ordinario d’invalidità.

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Come chiedere la pensione di invalidità?

La pensione di invalidità può essere richiesta utilizzando uno dei seguenti tre canali:

  • online, sul sito dell’INPS, tramite il servizio dedicato;
  • attraverso il contact center, chiamando il numero 803 164 da rete fissa o il numero 06 164 164 da rete mobile;
  • oppure, rivolgendosi a enti di patronato e intermediari dell’INPS.

Naturalmente, alla domanda è necessario allegare tutta la documentazione medica che certifica lo status di soggetto invalido (mod. SS3), con riduzione della capacità lavorativa superiore al 67%.

Una volta ricevuta la richiesta, in circa due settimane l’INPS vi inviterà ad un colloquio per gli accertamenti, prima di confermare l’invalidità.

Da quando decorre la pensione di invalidità?

Una volta verificata la sussistenza del requisito contributivi e medico-legale, la pensione di invalidità decorre dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda amministrativa.

Quanto dura la pensione di invalidità?

L’INPS riconosce la pensione di invalidità per un periodo di tre anni. Dopodiché la conferma avviene, su domanda diretta del richiedente, se persiste la riduzione della capacità lavorativa. È necessario confermare la pensione di invalidità, entro 6 mesi dalla data di scadenza dei tre anni e sino al 120° giorno successivo alla scadenza medesima.

Se l’INPS conferma la prestazione per 3 volte consecutivi, non c’è alcun bisogno di rinnovare la domanda, in quanto diviene automatica.

Quando avviene la revisione medico-legale?

A norma dell’art. 9 della L. n. 222/1984, l’INPS può sottoporre in qualsiasi momento a visita di controllo il soggetto invalido. In genere, tale verifica viene rimessa alla libera determinazione dell’ente previdenziale.

La pensione di invalidità è reversibile?

Non è possibile godere della pensione di reversibilità nel caso dell’assegno ordinario di invalidità. Tuttavia, in caso di decesso del titolare dell’assegno, i suoi familiari potranno ottenere una pensione indiretta.

Daniele Bonaddio

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