Reintroduzione Voucher: scontro tra Di Maio e Salvini

Redazione 10/07/18
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Ormai sembra scontato: i voucher sono pronti a tornare nel sistema di lavoro italiano. Resta però il passaggio del parlamento, che dovrà definirne modi e tempi, nel momento in cui discuterà il Decreto Dignità.

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In attesa però di sapere il da farsi, nei banchi del governo Lega-5stelle iniziano le prime schermaglie sul tema. Da un lato c’è la Lega, che vorrebbe reintrodurli in alcuni settori, dall’altra il M5S più diffidente.

Se i voucher verranno “reintrodotti per sfruttare di nuovo la gente, allora si troverà un argine, anzi un muro in cemento armato del Movimento 5 Stelle”, afferma il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che attacca: “Non accetto nessun ricatto del tipo o ci fate sfruttare i nostri giovani oppure noi licenziamo”.

Continua Di Maio “se vogliamo discutere della natura per cui erano nati i voucher, per specifici lavori che non sono a rischio sfruttamento, che richiedono un tipo di pagamento quotidiano, non abbiamo mai detto di essere contrari. Ma deve essere chiara una cosa: non permetteremo nessuna forma giuridica di introduzione dei voucher che lasci aperte delle strade che poi portano allo sfruttamento dei nostri giovani”. I 5 stelle insomma mettono i primi paletti.

In agricoltura, nel turismo e nei lavori stagionali servono a combattere il lavoro nero”, è invece questa la posizione del ministro dell’Interno Matteo Salvini che aveva già detto: “I voucher sono stati ipocritamente cancellati per una scelta politica, ma in alcuni settori sono fondamentali e vanno reintrodotti”. Parole che avevano trovato il plauso del ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, il quale si è detto pronto a reintrodurre i voucher in agricoltura, come peraltro previsto nel contratto di governo.

Sul ritorno dei voucher anche Tito Boeri – presidente Inps – era intervenuto, attestandosi su una posizione mediana e non di chiusura ai voucher: “trovo che in Italia quando si riscontra l’abuso dello strumento si abolisce lo strumento, anziché intervenire sull’abuso.

La parole ora passa al Parlamento, che dovrà discutere e poi approvare il Decreto Dignità e quindi affrontare la questione voucher.

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