Tasi e Tari, le differenze: perché paghiamo di più sui rifiuti

Redazione 19/11/15
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Dal 2012 al 2015 la Tassa sui Rifiuti (Tari) ha segnato una crescita media paria al 32,4%, che equivale circa a 72 euro in più. Nel corso del solo ultimo anno, invece, l’aumento è stato mediamente del 3,3% (10 euro in più), passando da una tariffa annua, a famiglia, che era di 224 euro ad una di 296 euro medi.

A rivelare questi dati il Servizio Politiche Territoriali della Uil che ha effettuato i calcoli, elaborando i costi in 103 città capoluogo di provincia, per un nucleo familiare composto da 4 persone con un’abitazione di 80 mq.

La Tari risulta quindi superare, in termini di costi, di 66 euro la Tasi sulla prima casa (pari a 230 euro medi). Stando alle valutazioni del Servizio Politiche Territoriali della UIL, in valori assoluti, nel corso del 2015 il costo più elevato per la tassa sui rifiuti è stato registrato a Salerno con ben 462 euro l’anno a famiglia.

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Tallonano le città di Benevento con 454 euro, Grosseto con 450 euro e Siracusa con 444 euro. I costi diminuiscono ad Ascoli Piceno con 160 euro medi a famiglia; a Isernia e Belluno dove per entrambe si registrano 161 euro; a Novara e Vibo Valentia (167 euro). Con riferimento, invece, alle grandi città, la Tari pesa di più a Cagliari dove si registrano 450 euro medi a famiglia. A seguire Napoli  con 436 euro medi, Reggio Calabria  con 431 euro, Venezia (334 euro), Milano (331 euro), Genova (330 euro), Roma (318 euro) e Bari (308 euro). L’importo della tariffa sui rifiuti è infine minore per città quali Bologna (229 euro medi), Firenze (238 euro), Torino (262 euro) e Palermo (289 euro).

“Nonostante le norme previste nella legge di Stabilità (VAI AL TESTO) e i proclami del Presidente del Consiglio che afferma che il prossimo anno la pressione fiscale non aumenterà” ha dichiarato Guglielmo Loy, Segretario Confederale della Uil, “i dati esposti sono una ragione in più per non stare sereni”.

“Ciò perché la Tari (così come le tariffe degli asili nido, delle mense scolastiche, del trasporto pubblico) – ha concluso Loy – non è oggetto del blocco dei tributi previsto per l’anno prossimo”, specificando come non necessariamente “gli aumenti della tassa dei rifiuti” si accompagnano ad una migliore qualità del servizio.

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