C’era una volta il segretario comunale

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C’era una volta …. il re! – diranno subito i lettori – No, ragazzi, avete sbagliato – C’era una volta il segretario comunale e provinciale.
Il prologo è come quello di Pinocchio ed anche in questa storia non mancano le bugie, le fate dai capelli improbabili, i gatti e le volpi, qualche Lucignolo che pensava di essere nel “Paese dei balocchi” e c’è, addirittura, qualche grillo parlante (con la “g” minuscola).
La differenza è che difficilmente ci sarà un tonno a riportare a casa Geppetto e Pinocchio.
La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge delega che prevede l’abolizione dei segretari comunali, garante della legittimità degli atti e responsabile dell’anticorruzione.
Adesso il ddl passa all’esame finale al Senato mentre la balena-Governo non vede l’ora di spalancare la bocca.
La prima bugia è stata quella della consultazione on-line lanciata da Renzi. In migliaia hanno risposto a quella proposta di democrazia partecipata. In tantissimi hanno chiesto di non sopprimere la figura del segretario comunale.
I cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica, alla casella di posta elettronica (che ha totalizzato in un mese 39.343 mail ricevute), sono giunte nel complesso 12.991 mail da parte di dirigenti che chiedevano il rinnovo del contratto. In 1.489 hanno chiesto che fosse risparmiata la figura del segretario comunale. Tra questi molti sindaci, giunte municipali e consigli comunali.
“Semplificare e razionalizzare la dirigenza pubblica – aveva spiegato la fata-ministro Madia, in seguito alla consultazione – è un obiettivo prioritario che va realizzato con il coinvolgimento di tutte le dirigenze, inclusi gli attuali segretari comunali. La consultazione non è un atto formale, ma rappresenta la necessità di migliorare le cose col contributo di tutti i protagonisti della P.A.”.
Il naso si è allungato abbastanza.
Sono stati tantissimi i deputati che si sono spesi, a parole, contro l’abolizione della figura, ritenuta essenziale. In Commissione ed in Aula hanno, poi, votato a favore. Naso lungo anche per loro.
A provare a fare da “grillo parlante” sono stati docenti universitari, magistrati contabili, procuratori della Repubblica, persino il presidente dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione, Raffaele Cantone.
Niente da fare, Renzi, con una scarpa virtuale, li ha spiaccicati metaforicamente al muro.
Ci ha provato qualche parlamentare grillino, ma lì il destino era nel nome.
Per il premier i segretari comunali sono tutti dei Lucignolo. E’ innegabile che all’interno della categoria, in anni di prestigioso servizio allo Stato ed alle Autonomie locali, qualcuno che abbia pensato di essere nel “Paese dei balocchi” ci sia stato, ma come in tutte le categorie.
Niente, però, che possa giustificare una decisione che rischia di danneggiare l’intero mondo delle Autonomie Locali.
L’importanza della presenza dei segretari comunali è stata affermata da alcune sezioni regionali Anci. Niente da fare, spiaccicate anche loro al muro.
La fata-ministro Madia ha dichiarato che salverà le funzioni del segretario comunale, attribuendo al nuovo dirigente apicale (di cui si sono innamorati pure il Gatto e la Volpe) maggiore indipendenza, autonomia ed autorevolezza.
Mentre si allunga il naso ministeriale, si potrebbe obiettare che sarebbe bastato modificare le procedure di nomina del segretario comunale, anziché abolirlo.
Ai sindaci rimane l’obbligo di nominare un dirigente apicale che “sostituirà” il segretario comunale e che avrà compiti molto estesi (attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa). I dirigenti saranno scelti tramite corso-concorso o concorso, dovranno possedere almeno una laurea magistrale e saranno sottoposti ad un esame di Stato dopo il primo anno di servizio. Gli incarichi dirigenziali avranno durata quadriennale, saranno conferiti secondo ferrei criteri (per i quali servirà decreto legislativo specifico) e potranno essere revocati secondo “presupposti oggettivi”. Ogni dirigente avrà l’obbligo della formazione continua.
Mentre si continua ad allungare il naso, non si può non obiettare che tutto ciò è già previsto per i segretari comunali, solo che di esami pubblici per progredire in carriera non ne fanno uno, ma due.
I segretari che, alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi saranno iscritti all’albo nazionale nelle fasce professionali B e A (quindi, quelli che dopo aver vinto il concorso pubblico, hanno superato rispettivamente due o tre concorsi), saranno iscritti nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali.
Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa di personale, ci sarà una specifica disciplina per chi è iscritto nelle predette fasce professionali e privi di incarico alla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato in attuazione della delega.
Così come una disciplina apposita riguarderà i segretari comunicali di fascia C (che hanno vinto il concorso pubblicato e superato il primo corso-concorso).
Per i comuni di minori dimensioni demografiche ci sarà l’obbligo di gestire la funzione di direzione apicale in via associata.
In sede di prima applicazione e per un periodo non superiore a tre anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo ci sarà l’obbligo per i Comuni di conferire l’incarico di direzione apicale con compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa ai già segretari comunali.
I Comuni capoluogo di Provincia e quelli con popolazione superiore a 100.000 abitanti potranno reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali.
Ambienti governativi parlano di riforma meritocratica, ma questa sì che è una favola.

Luciano Catania

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