Scontrini fiscali addio: arriva la contabilità digitale. Oggi i decreti

Redazione 21/04/15
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Avanzata fiscale del governo dopo una lunga pausa. Scontrini fiscali, riforma del catasto, fattura elettronica: il governo procede, ma a piccoli passi. Oggi in Consiglio dei ministri le ultime novità.

Nei mesi scorsi, si ricorderà, erano stati annunciati a più riprese, talvolta anche presentati, alcuni provvedimenti sul fronte tributario destinati a influire profondamente sulla quotidianità di professionisti e contribuenti.

A cominciare dal decreto sull’abuso del diritto – che venne ritirato in seguito alla polemica della norma che prevedeva la depenalizzazione per evasioni entro il 3% dell’imponibile alle società – per passare poi al decreto di riforma del catasto, sono molte le caselle rimaste vuote nell’agenda del governo.

QUI IL TESTO DEL DECRETO PRESENTATO A DICEMBRE

Il consesso odierno della squadra di Matteo Renzi si promette di colmare alcune di queste lacune, a cominciare proprio dal fronte fiscale, anche se, a onor del vero, l’ordine del giorno presenta ulteriori motivi d’interesse.

I punti della nuova riforma fiscale

Fattura digitale. A partire dal primo gennaio 2017, addio alla carta anche tra privati, in fatto di scontrini, fatture e ricevute fiscali. Si adotterà il sistema in vigore nei confronti delle pubbliche amministrazioni, di recente diventato obbligatorio per tutti i tipi di transazioni nei confronti degli enti pubblici.

La tecnologia prescelta per il grande salto dal registratore di cassa al monitor, è il “cloud”, cioè l’archiviazione di dati in memoria virtuale, gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate nelle vesti di garante delle operazioni tra privati.

Scontrini. Discorso simile per gli scontrini fiscali: si arriverà, entro la stessa data, a un aggiornamento dei macchinari attualmente in funzione, che potrebbe costare 100 euro di credito d’imposta. una volta settato il registratore, però, l’emissione cartacea diventa facoltativa, ovviamente senza correre il rischio di sanzioni da parte dell’erario.

Abuso di diritto. Salta la norma ribattezzata salva Berlusconi (anche se ormai il premier ha estinto la sua pena per frode fiscale) con immunità entro il 3% di evasione dell’imponibile. Il decreto, allora si concentrerà sull’elusione fiscale, ossia quel procedimento messo in atto da molte aziende – specialmente di grandi dimensioni – per evitare di cadere nella rete del fisco, che permette a contribuenti di non pagare le imposte dovute pur rimanendo nel pieno della legalità. Toccherà, dunque, all’Agenzia delle Entrate valutare se e quando si sia verificata elusione delle imposte: elemento chiave sarà il profitto dell’impresa che, se non sarà aumentato in seguito al mancato versamento completo, metterà in evidenza un comportamento contro la legge. C’è, però, un’ulteriore scappatoia, prevista dal decreto: l’eventuale estensione oltre Iva e Ires dell’abuso del diritto potrebbe consentire alle imprese di appellarsi alle cosiddette “operazioni non marginali”, cioè l’elusione sia avvenuta per ragioni di riassetto aziendale.

 

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