Il cittadino come risorsa e partner della pubblica amministrazione

Enrico Farina 29/10/14
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Il principio di sussidiarietà orizzontale, esplicitato nell’art 118 4°c. della Carta costituzionale, chiama cittadini e Pubbliche Amministrazioni a strutturare rapporti di tipo collaborativo, fondati sull’integrazione ed il rispetto reciproco, al fine di sviluppare reti fondate sull’autonomia relazionale, nell’ambito delle quali ciascun soggetto diviene partner e portatore, al contempo, non solo di interessi propri e specifici, ma anche di risorse, competenze e potenzialità che vengono messe a disposizione della collettività.[1]

Con il concetto di risorse ci si riferisce, in primis, a quelle detenute dai cittadini (singoli e associati), sulle quali la P.A. può fare affidamento per migliorare la Qualità dei servizi pubblici.

Sul piano operativo le iniziative dei cittadini contribuiscono al miglioramento della condizione generale, attraverso una collaborazione (o partnership) sinergica ed interattiva, basata su processi di comunicazione circolare. L’interazione continua tra P.A. e cittadino favorisce così l’instaurarsi di un processo virtuoso attraverso il quale è possibile migliorare la Qualità dei servizi pubblici.

La lettura del combinato disposto, di cui agli artt. 118 e 119 della Costituzione, evidenzia che Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni possono fare affidamento su due differenti modalità per il reperimento delle risorse essenziali allo svolgimento delle funzioni pubbliche a loro attribuite:

  • la prima fonte deriva dalla facoltà della P.A. di applicare “tributi ed entrate propri” (art. 119, 2° c.);
  • mentre la seconda dalla possibilità di incentivare le autonome iniziative dei cittadini, al fine di perseguire e realizzare l’interesse generale, nei termini meglio specificati dall’art.118 della Costituzione, dall’art. 3 5°c. del T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e dal D. Lgs. n.267/2000 , il quale dispone che: “ I Comuni e le Province … svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali”.

Tali risorse (integrative), apportate dall’autonoma iniziativa dei cittadini, rappresentano un guadagno netto per la Pubblica Amministrazione, poiché esse si aggiungono a quelle già a disposizione dell’ente, per il raggiungimento dei fini istituzionali. Il combinato disposto, di cui agli artt. 118 e 119 della Cost., consente di inquadrare tali risorse, messe a disposizione dai cittadini (singoli e associati), come parte di quell’insieme più ampio di risorse autonome (richiamate dall’art 119 comma 2 della Cost.) sulle quali Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni possono fare affidamento.

Attraverso il modello della sussidiarietà orizzontale, l’Amministrazione può sostenere le iniziative autonome dei cittadini ed ottenere, al contempo, un duplice vantaggio:

  • in primis, affrontare e risolve problemi di interesse generale, utilizzando non risorse pubbliche, ma anche quelle spontanee, presenti nella società stessa;
  • in secundis, potendo fare affidamento su risorse aggiuntive, garantire una risposta efficace ed efficiente ad un numero maggiore di esigenze (evitando di incidere sull’imposizione fiscale).[2]

Al fine di attuare una reale convergenza di risorse (pubbliche e private) sarà necessario attivare processi di comunicazione circolare, che pongano P.A. e cittadini su un stesso piano relazionale, nel quale ciascuno potrà assumere pari valore. Il ruolo del cittadino diventa attivo; nel senso che costui diviene co-costruttore (insieme alla P.A.) dei servizi pubblici destinati alla collettività, attraverso un processo di scambio relazionale capace di perseguire la soddisfazione delle esigenze individuali.

Il processo di partecipazione attiva dei cittadini evidenzia il cittadino come risorsa e partner della pubblica amministrazione che esiste tra il concetto di autonomia e quello di pluralismo (il quale potrà realizzarsi solo se vi sarà pieno e sostanziale rispetto delle reciproche identità ed esigenze). Rispettare il pluralismo comporta, per ciascuno dei partecipanti alla rete, l’opportunità di esprimere la propria identità, attraverso il confronto costruttivo con posizioni alternative e variegate.

La P.A. e la società (nel suo complesso) si arricchiscono vicendevolmente attraverso il confronto dinamico tra punti di vista differenti; da tale interazione (costruttiva) potranno nascere soluzioni innovative, in grado di ottimizzare la qualità dei servizi pubblici ed innalzare i livelli di benessere sociale.

Il modello della sussidiarietà orizzontale offre l’opportunità di instaurare rapporti costruttivi fra soggetti pubblici e privati, in vista del perseguimento di un interesse superiore e generale[3]; sussidiarietà orizzontale, autonomia relazionale e pluralismo divengono così concetti complementari che fungono da substrato all’instaurarsi di un nuovo modello di amministrazione capace di instaurare con il cittadino un rapporto di collaborazione basato sull’apertura e il dialogo.[4]

L’applicazione del modello della sussidiarietà orizzontale diviene lo strumento attraverso il quale favorire la partecipazione dei cittadini alla risoluzione di problemi di collettivi, ma a patto che le Istituzioni siano in grado di valorizzare sostenere e rimuovere tutti gli ostacoli (di ordine burocratico, tecnologico e soprattutto culturale) che possono limitare la fattiva partecipazione del cittadino.

Le iniziative spontanee divengono, in tal modo, espressione dell’impegno delle persone a contribuire all’interesse collettivo, attraverso la realizzazione delle proprie capacità (in ossequio al dettato di cui all’art.3 2°c della carta costituzionale). Il pieno sviluppo della persona umana si realizza mediante la partecipazione attiva dei cittadini che, nell’interesse della società, esprimono  le proprie potenzialità.

In conclusione, è utile osservare che, da un punto di vista economico, l’impegno autonomo dei cittadini si configura come una risorsa di considerevole importanza per le P.A.; i cittadini che si attivano (spontaneamente), sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale, offrono alla collettività risorse inestimabili in termini di tempo, competenze, passione e relazionalità; in particolare questa risorsa (la relazionalità) esprime pienamente il valore che il modello della sussidiarietà orizzontale offre alle P.A., in quanto con essa si evidenzia l’importanza che le relazioni sociali hanno nella risoluzione dei problemi collettivi.[5]

 

ZERMAN Paola Maria, Lo Stato sussidiario, in Rassegna dell’avvocatura dello stato, fasc. 3, 2006
ARENA Gregorio, COTTURRI Giuseppe, Il valore aggiunto. Come la sussidiarietà può salvare l’Italia, Carocci, 2010
NTONINI Luca, Il principio di sussidiarietà orizzontale:da Walfare State a Walfare Society, in Rivista di Diritto finanziario e scienza delle finanze, 2000
AA.VV, Sussidiarietà ed educazione, Rapporto sulla Sussidiarietà, Mondadori, 2006
ZAMAGNI Stefano, L’economia del bene comune, Città Nuova, 2007

 

Enrico Farina

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