Mediazione obbligatoria, il Consiglio di Stato respinge il ricorso dell’Oua

Redazione 12/03/14
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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura sulla mediazione obbligatoria: ogni decisione è rimessa, a questo punto, nelle mani del Tar. La nuova ordinanza è stata diffusa in giornata, dopo l’udienza tenuta ieri dai giudici di palazzo Spada.

Nello specifico, il Consiglio di Stato ha risposto in maniera negativa alla richiesta proveniente dall’Oua, relativa alla precedente ordinanza dello scorso 12 febbraio, quando, invece, i rilievi mossi nei riguardi del regolamento inerente la mediazione obbligatoria erano stati accolti, ribaltando la decisione del Tribunale.

Questa volta, l’Oua era tornata a interpellare i giudici proprio per chiarire la portata del dispositivo precedente, quando, cioè, gli stessi ricorrenti avevano ritenuto che la posizione espressa dal Consiglio di Stato fosse sufficiente a dichiarare sospesa l’obbligatorietà, suscitando le reazioni infuocate da parte dei mediatori. Questi, infatti, si erano trovati obbligati a ricordare come, in realtà, da palazzo Spada fosse pervenuta esclusivamente la richiesta di stabilire un’ulteriore udienza al Tar del Lazio. Appuntamento, quello dinanzi al Tar, già fissato al prossimo 8 ottobre, quando, a questo punto, potrebbe anche arrivare un giudizio opposto alla sconfitta dell’Oua in prima battuta.

Questo il passaggio chiave, nell’ordinanza diramata il mese scorso, che aveva dato adito a interpretazioni opposte: “Considerato che le questioni sottoposte appaiono meritevoli di un vaglio nel merito, dovendosi in tali limiti accogliere l’appello e disporre la sollecita fissazione dell’udienza di discussione”. 

Così, oggi, il Consiglio di Stato è tornato sulla vicenda, dichiarando inammissibili le nuove richieste dell’Oua, e limitandosi, di fatto, a ribadire come il parere dello scorso 12 febbraio non costituisse, di per sé, un blocco immediato della mediazione reintrodotta con il decreto del Fare, ma un invito rivolto al grado di giudizio inferiore a riprendere in mano la questione.

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