L’evoluzione del modello di amministrazione digitale verso l’open government

Fernanda Faini 10/12/13
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Agenda digitale italiana, innovazione della pubblica amministrazione, open government. In materia gli interventi normativi degli ultimissimi anni sono scanditi da titoli significativi: Semplificazioni, Sviluppo, Crescita, Trasparenza. La rapida evoluzione normativa è motivata dalla necessità di rispondere al veloce evolversi della società contemporanea, le cui parole d’ordine sono sempre più openness, partecipazione, condivisione, collaborazione.

I recenti interventi normativi disegnano un’evoluzione del modello di amministrazione pubblica, che dall’e-government si sviluppa per assumere le caratteristiche dell’open government grazie alla previsione di strumenti, che dopo essere entrati nel dibattito pubblico e scientifico, sono approdati nel quadro normativo italiano. In tale direzione la normativa degli ultimi anni ha tracciato gli strumenti necessari all’open government sotto il profilo della trasparenza, della partecipazione e della collaborazione, i pilastri sui quali si basa l’implementazione di un modello di amministrazione aperta.

Nelle recenti disposizioni emerge il principio di trasparenza, che si espande, si struttura e si fortifica. L’attenzione non si limita alla quantità delle informazioni rese e alla qualità delle stesse, ma si amplia al quomodo della trasparenza: gli open data. Trasparenza e apertura si sposano nel comune obiettivo di realizzare maggior efficienza ed efficacia dell’azione pubblica e garantire il controllo democratico da parte dei cittadini: a questo gli open data aggiungono significative potenzialità di generare crescita economica e sociale.

Il principio di partecipazione si dilata dall’apertura dei dati fino all’apertura dei servizi, che le norme incentivano con la previsione dell’esclusività dell’erogazione online e accompagnano con la rilevazione continua, sicura e immediata del feedback degli utenti, con strumenti quali quelli del web 2.0. Accanto allo svolgimento delle funzioni e all’erogazione dei servizi, la partecipazione viene incentivata anche nei processi decisionali delle amministrazioni, promuovendo i principi e gli strumenti dell’e-democracy.

Il principio di collaborazione, terzo pilastro dell’open government, trova forma non soltanto all’interno del sistema pubblico, ma anche nei rapporti delle amministrazioni con l’esterno, con la collettività. Nelle relazioni fra amministrazioni pubbliche la collaborazione trova forma nel virtuoso “combinato disposto” costituito da cloud computing, riuso e open source che interagiscono in direzione di condivisione, omogeneità e proficuo scambio di soluzioni. Nei rapporti delle amministrazioni con cittadini e imprese, la collaborazione si traduce nella co-produzione dei servizi in logica user generated content e arriva a plasmare la collettività di riferimento che assume il volto di smart community, comunità intelligente, dove l’essere smart presuppone il coinvolgimento dell’utenza al fine di realizzare servizi pienamente conformi alle esigenze della collettività.

Il quadro normativo recente abbraccia il modello dell’open government alla luce dei positivi effetti che permette di realizzare, stimabili in evidenti risparmi, maggiore efficienza e semplicità, migliore qualità, recupero di credibilità e fiducia nelle istituzioni. Le nuove tecnologie sono in grado di tradursi in nuovi servizi e soluzioni inedite a vantaggio della collettività. L’evoluzione verso l’open government si traduce in una strategia per la crescita del Paese, che necessita di una convinta e organica attuazione a livello nazionale, al fine di far assumere concretamente alle amministrazioni italiane la fisionomia di amministrazioni digitali aperte.

Ne parliamo nel corso della sessione dedicata a “Agenda digitale e PA” al DAE 2013, la decima edizione del convegno nazionale sul Diritto Amministrativo Elettronico, che si terrà presso la Sala Conferenze del TAR Lazio il prossimo 12 dicembre 2013 (qui il programma definitivo, ed il link per iscriversi).

Fernanda Faini

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