Manovra bis, le novità sull’Iva e l’addio agli studi di settore

Manovra bis in discussione alla Camera: le novità più importanti sull’abolizione degli studi di settore e l’accelerazione dei rimborsi Iva.

Redazione 30/05/17
Scarica PDF Stampa
È arrivata all’attenzione della Camera la manovra bis di correzione dei conti pubblici 2017 da 3,4 miliardi di euro. Tra le molte novità apportate al testo del decreto in vista della sua conversione in legge, da effettuarsi entro il 24 giugno, spiccano le nuove norme sui rimborsi Iva e l’addio agli studi di settore. Molto importanti anche le proposte di reintroduzione dei voucher lavoro recentemente aboliti.

Vediamo allora nel dettaglio cosa potrebbe cambiare per lavoratori e professionisti.

Per approfondire, visita la nostra sezione dedicata al Fisco.

 

Al via subito gli Indici di affidabilità fiscale

Addio ai tanto contestati studi di settore già da quest’anno: la novità forse più attesa della manovra bis consiste nell’abolizione anticipata della misura e nella sua sostituzione immediata con i nuovi Indici sintetici di affidabilità (Isa). Gli Indici di affidabilità entreranno in vigore a partire dall’anno di imposta 2017.

Ricordiamo che gli Indici fiscali sono degli indicatori che, a differenza degli studi di settore, serviranno a valutare il grado di affidabilità di un contribuente su una semplice scala da 1 a 10. Le valutazioni saranno basate sui dati degli ultimi 8 anni di storia del contribuente e sull’andamento ciclico del mercato. I professionisti ad alto grado di affidabilità fiscale riceveranno vantaggi in materia di accertamenti e controlli.

Rimborsi Iva in soli 65 giorni

Altra importante novità fiscale riguarda i rimborsi Iva: uno degli emendamenti al decreto della manovra bis, già approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, prevede la riduzione dei tempi per ottenere l’accredito da 90 a circa 65 giorni. La nuova procedura abbreviata sarà operativa dal 1° gennaio 2018.

Il taglio dei tempi dei rimborsi Iva va in parte a contrastare gli effetti negativi dell’ampliamento dello split payment, esteso dalla manovra correttiva alle società controllate e ai professionisti. Lo split payment prevede che la Pubblica amministrazione non paghi l’Iva ai fornitori e la versi direttamente all’Erario. Gli emendamenti che in queste settimane proponevano l’esclusione dei professionisti da questo meccanismo sono stati bocciati dalla Commissione.

Le nuove tasse e le accise sulle sigarette

Già previsto dal testo originario del decreto legge l’aumento delle tasse sui giochi: da ottobre di quest’anno, la cosiddetta “tassa sulla fortuna”, che grava sulle vincite sopra i 500 euro con Gratta & vinci e Superenalotto raddoppia dal 6 al 12%. Sale poi dal 6 all’8% l’imposizione fiscale sulle vincite al Lotto, mentre il prelievo erariale unico passa dal 17,5 al 19% sulle slot e dal 5,5 al 6% sulle videolottery.

Aumenteranno anche le accise sui tabacchi, secondo un sistema che permetterà allo Stato di guadagnare 83 milioni di euro nel 2017 e poi 125 milioni, a regime, a partire dal 2018.

I voucher lavoro saranno reintrodotti?

Molto importante, infine, il dibattito sulla reintroduzione dei voucher lavoro, i buoni per il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale aboliti pochi mesi fa.

Diversi emendamenti, presentati da tutte le forze politiche, prevedono il ripristino dei voucher in una forma o in un’altra, anche se solo in precise circostanze e senza le esagerazioni del passato. Un emendamento del PD che prevede l’introduzione del “libretto familiare” e di uno strumento simile per le imprese fino a 5 dipendenti è stato approvato dalla Commissione Bilancio. La retribuzione oraria sarebbe pari a 12,5 euro lordi (circa 9 euro netti), mentre il tetto massimo per aziende sarebbe pari a 5.000 euro (e 280 ore di lavoro) all’anno.

Per capire se i voucher saranno effettivamente reintrodotti, e se ci sarà qualche nuova forma di pagamento alternativa, bisognerà aspettare i prossimi giorni.

 

Volume consigliato:

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento