Separazione: diritto di visita non rispettato? Come difendersi

Redazione 06/10/16
Scarica PDF Stampa
In caso di separazione, indipendentemente dalle motivazioni addotte dall’ex partner, ai genitori con diritto di visita non può essere negato di vedere i propri figli.

La Corte europea dei diritti dell’uomo, con la recente sentenza del 15 settembre 2016 (ricorso n. 43299/12), in relazione proprio al caso di una famiglia italiana, ha infatti stabilito che il proseguimento del rapporto tra genitore e figlio anche successivamente alla separazione è un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale.

Il messaggio della Corte all’Italia è, quindi, molto chiaro: il nostro Paese deve fare di più.

Separazione e diritto di visita: quando deve essere garantito?

Secondo la recente sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, l’Italia ha violato il diritto fondamentale di un padre separato a vedere il proprio figlio nel momento in cui le autorità, per ben 4 anni di fila, non sono state in grado di attuare delle misure efficaci affinché ciò si verificasse.

Dopo che le richieste dell’uomo di passare del tempo con il figlio sono state ripetutamente ritardate o disattese dalla sua ex compagna e la giustizia italiana non gli ha fornito un aiuto concreto, nel 2012 si è rivolto alla Corte europea.

Le giurisdizioni italiane, ha così rilevato la CEDU, “non hanno preso le misure appropriate per creare le condizioni necessarie alla piena realizzazione del diritto di visita del padre“; l’Italia, quindi, è stata condannata.

Diritto di visita negato? Chi può impedire ai genitori di vedere i figli

Nel caso di specie, le autorità italiane, impedendo di fatto (o comunque non essendo state in grado di garantire) ad un genitore di avere contatti significativi con il proprio figlio, hanno violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

In base a tale articolo, infatti, viene stabilito che “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare” e che “non può esservi ingerenza di un’autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto”, salvo i rari casi di misure “necessarie alla sicurezza nazionale” o alla “protezione della salute”.

Tutti gli approfondimenti nel seguente volume:

Diritto di visita: come funziona?

A partire dalla riforma del 2006, nel nostro Paese, in caso di separazione di una coppia, i giudici devono preferire quelle forme di affidamento dei figli che prevedono un’attribuzione stabile ad entrambi i genitori.

Nel caso non vi siano cause gravi che lo impediscano, quindi, l’esercizio della responsabilità genitoriale dovrebbe essere esercitata di comune accordo. Questo affinché sia considerato il maggiore interesse del figlio e la rispettiva serenità durante la crescita.

Tuttavia, nella pratica viene spesso adottato l’affidamento esclusivo ad un solo genitore, in genere la madre. Nonostante si tratti di una misura volta a garantire una maggiore serenità al figlio, in molti casi, limita nei fatti il diritto alla vista dell’altro genitore, in genere il padre.

Diritto di visita non rispettato: come difendersi?

Nelle circostanze in cui il genitore che ha ottenuto l’affidamento impedisce o ostacola il diritto alla visita al figlio dell’ex partner, quest’ultimo ha la possibilità di rivolgersi alla giustizia.

In particolare, il genitore può ricorrere al Tribunale per i minorenni e denunciare il comportamento dell’ex partner e il reato di violazione della decisione del giudice, avendo anche la possibilità di richiedere la revisione almeno parziale delle condizioni di separazione.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento