Voucher 2016: i nuovi obblighi per aziende e datori di lavoro

Redazione 29/09/16
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E’ stato approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri il decreto di modifiche al Jobs Act: punto centrale della riforma è il rafforzamento della tracciabilità del voucher lavoro.

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Voucher: cosa cambia con la nuova tracciabilità?

Finalmente vige l’obbligo per l’azienda o il datore di lavoro a comunicare all’ispettorato tutti i dati relativi alla prestazione fornita, al fine di evitare l’utilizzo irregolare dei voucher.

Di seguito si riportano le principali novità.

Viene conferma, in via definitiva, dal nuovo decreto quanto già preannunciato dal D.Lgs. 81/2015: ossia in caso di prestazioni di lavoro accessorio, il committente è tenuto a comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro i dati anagrafici del lavoratore e la durata della prestazione.

In particolare:

– i committenti che non appartengono al settore dell’agricoltura hanno l’obbligo di comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro, mediante SMS o posta elettronica, i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, insieme alla data e al luogo della prestazione e alle sue ore di inizio e di fine, almeno sessanta minuti prima dell’inizio dell’operazione;

– i committenti imprenditori agricoli sono, invece, tenuti a comunicare, con le stesse modalità, i dati relativi al lavoratore e alla prestazione svolta alla sede territoriale dell’ispettorato “con riferimento ad un arco temporale non superiore a 3 giorni”.

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Le nuove sanzioni

I committenti imprenditori o professionisti agricoli e non agricoli, in caso di mancata comunicazione dei dati del lavoratore e della prestazione, rischiano sanzioni che variano dai 400 ai 2400 euro a seconda delle caratteristiche del lavoro svolto.

Nuova tracciabilità voucher: a cosa serve?

La nuova tracciabilità dei voucher lavoro serve a contrastare con maggior forza l’utilizzo che ne viene fatto in maniera irregolare, è intervenuto al riguardo il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Nata come forma di contratto utile a regolarizzare le prestazioni occasionali fornite al di fuori del lavoro principale, infatti, il contratto di lavoro accessorio, con gli anni, è divenuto in molti casi uno strumento per evadere le norme fiscali e previdenziali.

Il nuovo decreto, quindi,  serve a “riaffermare l’importanza delle legalità nel lavoro”.

Voucher: quando si possono utilizzare?

I voucher lavoro vanno utilizzati come forma di pagamento per lavoro accessorio o occasionale, ossia i casi in cui la prestazione fornita è del tutto saltuaria e accessoria. Quindi, il lavoratore non deve essere assunto dal committente, né lavorare esclusivamente per lui; soprattutto, il compenso netto annuo per singolo committente non può superare i 2mila euro.

Si ricorda, poi, che ogni voucher ha un valore di 10 euro e di solito corrisponde ad un’ora di lavoro fornito. Tuttavia, si tratta di una cifra lorda, infatti, soltanto 7,50 di questi 10 euro vanno al lavoratore; dei rimanenti 2,50 euro, 1,80 euro vanno all’INPS mentre 70 centesimi all’INAIL.

Il reddito, però, rimane esente da tassazione.

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