Debiti della PA, se a san Matteo il rosso è ancora profondo

Redazione 24/09/14
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Pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, chi ha ragione? Il governo rivendica di aver mantenuto la parola data, mentre le imprese lamentano la mancanza di almeno 20 miliardi dal conto. Al centro della questione, i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, che avrebbero dovuto concludersi lo scorso 21 settembre.

Qualcuno ricorderà la promessa del premier Renzi all’indomani del suo insediamento a palazzo Chigi: “Il giorno di san Matteo tutti i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese saranno stati pagati”.

Peccato, però, che la data suddetta sia arrivata senza troppi proclami da parte del governo impelagato nelle trattative intorno al Jobs Act e così sono state le imprese a suonare la sveglia a palazzo Chigi sui fondi riservati, ancora insufficienti.

Dopo il botta e risposta, è intervenuto anche il ministero dell’Economia a pubblicare alcune cifre, che certificano come la verità stia probabilmente un po’ nel mezzo.

I numeri dei debiti della PA

Il costo completo dei mancati pagamenti della Pubblica amministrazione nei confronti di fornitori di prestazioni e servizi ammonterebbe, infatti, a 68 miliardi di euro, dei quali, ha sottolineato la Cgia di Mestre secondo la quale mancherebbe all’appello oltre la metà – circa 35 miliardi – delle risorse necessarie.

La replica del Mef non si è fatta attendere, con la certificazione che 31,3 miliardi sarebbero stati effettivamente pagati, mentre altri 38 miliardi di euro sarebbero già a disposizione delle amministrazioni, che altro non dovrebbero fare se non mettersi in fila per la loro distribuzione.

In aggiunta, ha proseguito il Mef, saranno stanziati altri 9 miliardi di euro per le imprese nei prossimi due mesi, mentre sul fronte burocratico tutti i passi sarebbero stati compiuti: “sono stati predisposti tutti gli atti e le convezioni che consentono di dare piena attuazione al decreto legge 66/2014 che dispone la garanzia dello Stato sui crediti certificati”.

Insomma, il Tesoro conferma di aver tenuto fede alle parole del premier, pronunciate durante una puntata della trasmissione tv Porta. Ora, tocca alle PA attrezzarsi per vedere riconosciuto il diritto all’ottenimento dei fondi per il pagamento dei fornitori.

 

Redazione

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