Sicilia, Riforma province: quale futuro?

Massimo Greco 14/10/13
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Mentre il Governatore Crocetta esprime sicurezza sul fatto che l’Assemblea Regionale Siciliana riuscirà entro la data del 31 dicembre 2013 ad istituire le tre Città metropolitane e a sostituire le attuali Province regionali con i Liberi consorzi di comuni, la Provincia Regionale di Enna viaggia spedita verso un’atipica forma di dissesto finanziario per asfissia del proprio bilancio finanziario, generata dal mancato trasferimento di adeguate risorse ad opera della Regione Siciliana. Sullo stato del cammino della riforma chiediamo un aggiornamento al Dott. Massimo Greco, componente del gruppo regionale di studio sul riordino dell’ente intermedio.

Il Governatore sembra sicuro di riuscire a fare approvare dall’ARS i disegni di legge proposti dal Governo regionale entro la fissata data del 31 dicembre…

I disegni di legge così come concepiti dal Governo regionale, oltre a presentare numerosi limiti di natura politica, istituzionale e giuridica, non disegnano una riforma complessiva del sistema delle autonomie locali in Sicilia. E’ stata in più occasioni ribadita, anche durante i lavori del gruppo regionale di studio, l’esigenza di affrontare organicamente la riforma, a partire da una non più rinviabile modifica dell’art. 15 dello Statuto, ma i rappresentanti del Governo non sembrano avere recepito tali suggerimenti.

Ma se l’ARS non dovesse fare in tempo che succederà?

Le ipotesi sono tre, la prima che l’ARS riesca ad approvare la riforma programmata, la seconda che l’ARS decida di prorogare gli attuali Commissari straordinari di ulteriori sei o dodici mesi, la terza che l’ARS decida di non decidere, dando implicitamente il via libera alla indizione dei comizi elettorali per il rinnovo degli organi di governo nelle attuali Province regionali per la prossima primavera.

Il Parlamento nazionale si sta preparando a prorogare per la terza volta i Commissari straordinari nominati nelle Province del resto d’Italia, Crocetta potrà fare la stessa cosa?

La proroga è fattibile ma in Sicilia è più difficile da praticare. Bisogna infatti tenere presente che il Governo Nazionale ha lo strumento della decretazione d’urgenza per fare ciò, mentre nella Regione Siciliana l’eventuale proroga dovrà essere stabilita con una disposizione di legge approvata dall’ARS. Mi pare che all’ARS, sotto l’aspetto della maggioranza politica, da qualche mese si respiri un’aria leggermente diversa.

Gli attuali Commissari straordinari possono essere prorogati sine die?

Assolutamente no. Il Giudice delle leggi, già prima della riforma del Titolo V° , ha affermato, a proposito dello scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, che l’aspetto proprio delle autonomie, quale quello della rappresentatività degli organi di amministrazione assicurato dall’art. 5 Cost., può solo temporaneamente cedere di fronte alla necessità di assicurare l’ordinato svolgimento della vita delle comunità locali.

E quindi?

Quindi prima di fare una proroga degli attuali Commissari l’ARS ci dovrà pensare più volte, dovendo fare i conti con il filtro del Commissario dello Stato ma soprattutto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale che, proprio in materia di riforma delle Province, nel censurare il legislatore, ci ha recentemente consegnato l’insegnamento secondo cui per riformare le Istituzioni le scorciatoie non sono lo strumento più idoneo.

Massimo Greco

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