Avvocati, 56mila non potranno votare il rinnovo della Cassa forense

Redazione 21/08/13
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Il rinnovo della Cassa forense sarà solo per pochi eletti e, sulla carta, privilegiati, con il rischio che anche per gli avvocati si ripeta una faida simile a quella che ha bloccato recentemente l’ordine dei commercialisti. Secondo un’ordinanza del tribunale di Palermo, infatti, datata 16 agosto scorso, non sussiste la competenza per una decisione in merito al ricorso presentato dall’Aiga al fine di consentire la partecipazione anche per gli avvocati più poveri.

Secondo le disposizioni, infatti, tutti i professionisti che abbiano un reddito al di sotto dei 10mila e 300 euro non potranno esprimere la propria preferenza sulle nuove elezioni dell’ente di previdenza, in programma per lunedì 9 settembre.

Era stata l’Associazione italiana giovani avvocati a lanciare l’allarme che una miriade di professionisti di fresca iscrizione non avrebbe potuto partecipare alle votazioni dell’istituto a causa dei redditi troppo bassi, molti dei quali ancora a inizio carriera. Purtroppo, però, il tribunale ha dichiarato manifestamente la propria incompetenza territoriale, lasciando la palla nelle mani dell’Aiga stessa, che ora non ha altra scelta che presentare un ricorso in extremis al Tribunale della Capitale, sperando in un rinvio del voto.

Tutto ciò, avviene per effetto delle novità introdotte con la riforma forense approvata lo scorso mese di dicembre, ed entrata in vigore a febbraio, dopo un lungo batti e ribatti tra aule e commissioni parlamentari.

A formalizzare l’esclusione dal corpo elettorale della parte meno ricca degli iscritti alla Cassa previdenziale, era stata la delibera dell’8 febbraio dello stesso ente, che determinava la composizione del numero dei delegati prossimi al rinnovo in base all’elettorato attivo. In quel documento, erano stato estromessi dal computo dei votanti i 56mila professionisti al di sotto dei 10mila e 300 euro di reddito, che figurano iscritti d’ufficio alla Cassa per effetto della nuova legge sull’avvocatura.

Dunque, il ruolo del tribunale di Palermo, in questa disfida, è stato quello di non potersi pronunciare in merito al ricorso dell’Aiga, che ha individuato nel capoluogo siciliano la sede della stesa cassa, secondo un assunto definito dal giudice “incompleto, oltre che indimostrato”. In tutto ciò, è bene ricordare, anche la stessa Aiga ha al’orizzonte – per il 24 ottobre – il rinnovo dei propri vertici, con il presidente in scadenza  Greco che non rinnoverà il mandato.

 

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