Oggi: conversione del decreto del fare. Domani: piano anti-evasione

Redazione 02/07/13
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Brutta battuta alla burocrazia fiscale. Parte oggi alla Camera la valutazione del decreto del fare in cui viene incluso un pacchetto di provvedimenti specificatamente pensati per rendere la vita più facile tanto a noi ‘comuni’ cittadini quanto alle imprese. Nello specifico, il pacchetto di interventi destinati a contrarre e alleggerire ulteriormente i 130 obblighi, che sono stati controllati contestualmente alle associazioni di categoria, sarà presentato domani dall’Agenzia delle Entrate. I tagli previsti dall’Agenzia giungono proprio in concomitanza con l’avvio parlamentare del decreto del fare. Mentre infatti il provvedimento comincia l’usuale iter in Parlamento, taglia il traguardo l’operazione intrapresa dal direttore delle Entrate, Attilio Befera, insieme alle associazioni di categoria, che risponde all’obiettivo già annunciato di snellire circa 130 obbedienze tributarie.

Si tratta di un intricato complesso di adempimenti e istanze che arriva complessivamente a costare annualmente al sistema produttivo e ai professionisti che li sostengono all’incirca cinque miliardi di euro. Proprio domani, dunque, l’Agenzia delle Entrate provvederà a chiarire in una conferenza stampa, alla quale prenderà parte anche il viceministro dell’Economia con delega sulle Finanze, Luigi Casero, in che cosa consisteranno e dove verranno indirizzati gli interventi. Tra gli argomenti oggetto del confronto con le imprese si profila anche l’ipotesi di sgravare le comunicazioni dei dati di contabilità di imprese e professionisti che sono rilevanti per gli studi di settore. A partire dal prossimo anno, in tal proposito, le stesse potrebbero muoversi insieme a Unico, evitando altresì la duplicazione rispetto ad altre informazioni somministrate.

Oltre a ciò, la dichiarazione dei redditi potrebbe prevedere un campo volto a rimarcare la scelta della modalità di calcolo dell’Irap seguendo le regole scelte dalle società di capitali o dal regime di trasparenza per i soci. In base ai dettami attuali diventa necessaria una comunicazione preventiva, in futuro la procedura potrebbe anche essere diretta dovendo confermare soltanto in un secondo momento l’opzione in Unico. Anche in relazione ai quadri riguardanti i crediti d’imposta potrebbe imporsi l’opzione di uniformare la richiesta di informazioni che il contribuente è tenuto a presentare. Per quanto, poi, riguarda le altre misure visionate dalle Entrate, un ulteriore mutamento potrebbe verificarsi in merito all’iscrizione al registro Vies, indispensabile alle partite Iva ai fini di operare in ambito comunitario.

Su questa direzione, l’amministrazione finanziaria e le categorie hanno delineato l’ipotesi di un’iscrizione automatica, lasciando di competenza del Fisco la successiva supervisione dei requisiti e l’eventuale correlata abrogazione qualora essi non dovessero risultare soddisfatti. Per conoscere se sarà questa la soluzione adottata in via definitiva e viceversa per apprendere il destino delle altre comunicazioni importate con chiaro intento ‘antievasione’, bisognerà quindi attendere. Lo spesometro atto a monitorare tutte le manovre tra operatori Iva e le cessioni a privati sopra i 3.600 euro, momentaneamente, è stato bloccato in attesa dell’operazione di ‘restauro’. Al contrario, la comunicazione delle liste dei beni d’impresa concessi ai soci non ha mai esordito, rimanendo al centro di ben tre distinti rinvii. Attualmente, il termine di scadenza per il primo invio è ferma al 15 ottobre, nonostante sia già tra gli argomenti oggetto di futura discussione da parte del  direttore delle Entrate quello di un’eventuale esclusione dei dati corrispondenti al 2011.

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