Elezioni amministrative: la legge sulla doppia preferenza di genere in Sicilia

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Il ciclista della parodia di Walter Chiari era contento di essere arrivato uno. Il Governatore della Sicilia, che ha pedalato meno ma studiato di più, è felice di arrivare primo. E’ stato il primo ad abolire le Province, il primo a fare una giunta con più donne che uomini (obiettivo raggiunto con la nomina di Maria Rita Sgarlata ai Beni culturali al posto del dimissionato Antonio Zichichi e di Michela Stancheris al Turismo al posto del licenziato Franco Battiato) ed ora vuole essere il primo ad istituire una legge sulla preferenza di genere nelle consultazioni amministrative.

Per modificare la norma sulle preferenze, introducendo la possibilità della doppia scelta ma con il vincolo che una sia a favore di un uomo, ma l’altra premi una candidata, ha addirittura chiesto la convocazione straordinaria dell’Assemblea, dopo avere fatto rinviare la data per le elezioni amministrative.
La Giunta regionale, assente l’Assessore alle Autonomie Locali ed alla Funzione Pubblica, Patrizia Valenti, aveva fissato la data per le prossime consultazioni amministrative in Sicilia il 21 e 22 aprile. La scelta, però, era stata contestata proprio dalla Valenti.
Il Governo, alla luce del fatto che il 30 aprile scade l’esercizio provvisorio del bilancio, ha ripensato una prima volta la data e l’ha spostata al 26 e 27 maggio, allineandosi all’indicazione del Viminale.
Nel frattempo, con l’approvazione della legge sull’abolizione delle Province, le amministrative sono state limitate ai soli Comuni.
Poi Crocetta ha convinto il suo esecutivo ad approvare la riforma della legge elettorale sulla doppia preferenza di genere, prima di andare alle urne.
La Giunta ha dato, pertanto, mandato all’Assessore alle Autonomie Locali di decretare come nuova data delle prossime amministrative il 9 e 10 giugno.
Il Parlamento siciliano, però, era stato chiuso per le vacanze pasquali ed avrebbe riaperto solo l’8 aprile, troppo tardi per modificare la legge elettorale in vista delle prossime amministrative.
Così il Presidente ha fatto ricorso all’art. 11 dello Statuto della Regione Sicilia che prevede la convocazione straordinaria dell’Assemblea su richiesta dell’esecutivo.
Scelta criticata da parte di alcuni deputati regionali che non avendo ancora digerito l’uovo di cioccolata e la colomba pasquale sono dovuti tornare al lavoro.
Secondo i più critici il ricorso all’art. 11 è previsto in casi eccezionali, quali guerre o terremoti. In effetti, però, la norma non parla di eventi particolari.
La riforma prevede che ciascun elettore possa esprimere due preferenze, una per un uomo ed una per una donna. La seconda preferenza espressa per un candidato dello stesso genere della prima sarebbe nulla.
L’obiettivo è chiaramente quello di favorire una maggiore presenza femminile all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Una modalità di elezione che è stata già sperimentata con le primarie del Pd, con esiti controversi. Da un lato è aumentata la presenza delle parlamentari nazionali ma, a volte, con un evidente effetto traino da parte di un candidato forte che è riuscito a piazzare una donna a lui politicamente vicina, a prescindere dal reale consenso e dalle competenze di quest’ultima.
L’altro problema che la legge presenta è quello di un maggiore controllo del voto. Ed in una regione dov’è molto forte il ruolo della mafia, non si tratta di un aspetto secondario. Tanto che i grillini hanno chiesto di affiancare la norma sulle preferenze di genere con una contro il voto di scambio. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto l’introduzione della stazione unica scrutinatrice. Scrutinando le schede di più sezioni (o, addirittura, di tutte) in un unico luogo sarebbe più difficile servirsi della delimitazione zonale della singola sezione per controllare il voto.
Crocetta si era detto favorevole, ma ha preferito non inserire la norma all’interno della legge che tutela la rappresentanza femminile per evitare una bocciatura complessiva.
L’emendamento non è stato accolto in Commissione.
Per il presidente Crocetta è, comunque, ingenuo pensare che la doppia preferenza determini meno libertà dell’elettore ed ha evidenziato come ci sia la preferenza multipla anche per le europee. In effetti, però, si tratta di consultazioni molto meno sentite e di scarsissimo interesse per la malavita.
Il Governatore, comunque, non è disposto a sacrificare la norma sulla presenza femminile nei consigli comunali. Per il Presidente la doppia preferenza di genere deve avere la priorità, creando le condizioni perché ci sia una vera parità.
La commissione Affari istituzionali, alla fine, ha espresso parere positivo al disegno di legge sulla doppia preferenza di genere con un consenso trasversale.
Per Crocetta, però, l’intervento sulla legge elettorale doveva essere limitato alle preferenze di genere mentre per gli altri parlamentari è stata l’occasione per cercare di cambiare le regole del gioco.
L’Assemblea sarà chiamata ad occuparsi anche di soglia di sbarramento e doppia scheda (una per il sindaco e l’altra per il consiglio comunale). L’istituzione della doppia scheda per la scelta del sindaco e dei consiglieri comunali potrebbe prevedere, comunque, l’inserimento in entrambe del simbolo dei partiti.
L’aula ha avviato l’esame del provvedimento e tra qualche ora la preferenza di genere dovrebbe diventare legge e Crocetta arriverà uno.

Il testo del ddl

Luciano Catania

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