Via i benefit agli ex presidenti della Camera, ma solo dal 2023

Redazione 30/03/12
Anche il mondo della politica si adatta, a modo suo, all’era di rigore ed equità iniziata con il Governo Monti. L’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ha approvato ieri la normativa di attuazione dell’articolo 4 del decreto-legge n. 98 del 2011 sulla temporaneità dei benefit delle alte cariche. Sono state limitate le attribuzioni attualmente spettanti agli ex Presidenti per lo svolgimento delle loro attività politico-istituzionali solo per un periodo di dieci anni dalla data di cessazione dalla carica di Presidente.

Per quanto riguarda la situazione degli attuali ex Presidenti – si legge in una nota della Camera – , le predette attribuzioni sono riconosciute per un periodo di dieci anni a decorrere dall’inizio della prossima legislatura a condizione che gli stessi continuino ad esercitare il mandato nella presente legislatura, ovvero che abbiano esercitato l’ultimo mandato nella XV. Per coloro che sono cessati dal mandato parlamentare in una data anteriore, tali attribuzioni saranno riconosciute sino al termine della presente legislatura”. Il provvedimento ha scatenato un duro scontro. Hanno espresso voto contrario, Pdl, Idv e Lega.
I primi a dover rinunciare ai benefit saranno Ingrao e Pivetti dal prossimo anno, mentre per Violante, Bertinotti e Casini i dieci anni partiranno dalla fine di questa legislatura. Per gli “ex” un ufficio con 4 addetti, auto all’occorrenza e plafond di ticket aerei.

A seguito della polemica suscitata dai tagli di Montecitorio sono emerse spese e consuetudini dei parlamentari italiani che svelano ancora come il tenore di vita dei “palazzi del potere” siano ben lontani da quelli delle case di molti italiani.

Per ogni deputato si possono contare duemila pagine di carta intestata al mese, un chilo di colla liquida, sei gomme ogni tre mesi, 10 dvd e 20 cd. Da registrare anche seicento mila euro di spese postali e 150mila euro all’anno per le opere d’arte da mantenere al Museo di Montecitorio. A questo si aggiungono i 7 milioni di euro l’anno per i servizi di stampa degli atti parlamentari (atti disponibili sul sito web della Camera).

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