Sanatoria Equitalia, dietrofront: torna la proroga a fine marzo

Redazione 28/02/14
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Proprio quando sembrava che non ci fossero più spiragli per la sanatoria delle cartelle di Equitalia, ecco un nuovo colpo di scena: nel decreto salva Roma ripresentato in mattinata dal Consiglio dei ministri, dovrebbe trovare spazio, ancora una volta, l’emendamento che rinvierà a fine marzo il margine per la rottamazione.

Nei giorni scorsi, infatti, l’ostruzionismo di Lega Nord e MoVimento 5 Stelle ha convinto la maggioranza a ritirare in extremis il decreto salva Roma, proprio quando ormai sembrava destinato a un’approvazione flash tra le commissioni Bilancio di Senato e Camera, riunite in sede deliberante.

In sede di discussione del decreto, era stato il senatore Favezzi, del Gruppo autonomie, a proporre la proroga per la rottamazione delle cartelle di Equitalia, così come enunciata in legge di stabilità 2014, che dovrebbe scadere proprio oggi.

Poi, però, lo stop al decreto ha provocato la conseguente scomparsa della nuova disposizione, che non è stata convertita in tempo utile per allungare i tempi di sanatoria.

Ora, si attendono maggiori dettagli, ma la linea della maggioranza sembra proprio quella di prolungare, forse anche oltre il mese di marzo, il termine per i pagamenti agevolati delle cartelle emesse da Equitalia.

Richiamando la legge di stabilità, le cartelle ammesse alla sanatoria rimangono quelle emesse entro lo scorso 31 ottobre 2013 e prevedono anche multe per infrazioni al codice della strada e mancato pagamento del bollo auto. Nello specifico, il bonus riguarda il pagamento che viene effettuato in un’unica rata, il quale verrà alleggerito da eventuali sanzioni, aggi o interessi.

Nell’emendamento, dovrebbe essere ripescata la correzione, introdotta già nella modifica, poi decaduta al Senato, che dovrebbe inserire tra le fattispecie sottoposte alla sanatoria anche le ingiunzioni fiscali dei tributi locali, emesse da enti di riscossione territoriali diversi da Equitalia.

Non saranno incluse, invece, come avvenuto sinora, le sentenze di condanna della Corte dei conti, o i pagamenti richiesti dagli enti previdenziali. Rimangono invece valide le cartelle emesse da agenzie fiscali, uffici statali e, come si diceva, anche gli enti locali.

 

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