Le scadenze per pagare la quinta rata della Rottamazione quater sono slittate ufficialmente a settembre 2024.
Il nuovo calendario stabilito dal governo ha fissato una nuova data: 15 settembre 2024. Se però includiamo i 5 giorni di tolleranza, si arriva all’ultimo termine utile di oggi lunedì 23 settembre 2024.
La nuova proroga della 5° rata di Rottamazione è stata recepita nel decreto correttivo al concordato preventivo biennale, approvato nel Consiglio dei ministri del 26 luglio scorso, approdato in Gazzetta ufficiale il 5 agosto.
In questo articolo, vediamo in dettaglio tutte le informazioni necessarie per comprendere al meglio la rottamazione quater, con esempi concreti e istruzioni su come procedere.
Indice
Cosa si intende per Rottamazione quater
La rottamazione quater, introdotta nel 2022, permette ai contribuenti di estinguere i propri debiti con il Fisco attraverso il pagamento del solo capitale dovuto, escludendo le sanzioni e gli interessi di mora. Per accedere a questa agevolazione, era necessario presentare una domanda di adesione entro il 30 aprile 2024.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha comunicato poi, in seguito alla domanda di adesione, l’importo dovuto, che può essere saldato in un’unica soluzione oppure optando per un piano di rateizzazione. La rottamazione quater copre i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022, offrendo un’ampia finestra temporale per la regolarizzazione delle posizioni debitorie.
Chi ha aderito deve pagare solo le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica.
Non saranno invece da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio.
Come precisato nelle FAQ dell’Agenzia delle entrate riscossione (scaricabili nel form qui sotto), per quanto riguarda i debiti contenuti nei carichi relativi alle sanzioni per violazioni del Codice della strada, nonché alle altre sanzioni amministrative (diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali), l’accesso alla misura agevolativa prevede, invece, che non siano da corrispondere unicamente le somme dovute a titolo di interessi, quelli di mora e di rateizzazione, nonché le somme dovute a titolo di aggio.
I debiti inclusi nella Rottamazione quater
Uno degli aspetti più importanti della rottamazione quater riguarda la tipologia di debiti che possono essere estinti con il piano agevolato. Ecco un elenco dettagliato delle principali categorie di debiti ammissibili: dai debiti fiscali e tributari a quelli contributivi fino alle multe e sanzioni amministrative. In dettaglio:
1. Debiti fiscali
I debiti fiscali rappresentano la categoria più ampia e includono:
– Imposte sui redditi: IRPEF, IRES, e relative addizionali.
– IVA: Imposta sul Valore Aggiunto non versata.
– IRAP: Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
– TASI e IMU: Tributi locali relativi alla proprietà immobiliare.
– TARI: Tassa sui rifiuti
Ad esempio, se un contribuente ha una cartella esattoriale relativa a IRPEF non versata per l’anno 2018, potrà sanare il debito pagando solo l’importo del capitale, senza dover sostenere interessi di mora e sanzioni.
2. Contributi previdenziali e assistenziali
Anche i debiti verso gli enti previdenziali rientrano nella rottamazione quater. Questi includono:
Contributi INPS: Per lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati.
Contributi INAIL: Per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Per esempio, un datore di lavoro con debiti INPS per contributi non versati ai propri dipendenti potrà usufruire della rottamazione quater per regolarizzare la propria posizione contributiva.
Multe e sanzioni amministrative
La rottamazione quater include anche le multe stradali e altre sanzioni amministrative affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Tuttavia, è importante notare che per queste sanzioni viene eliminata solo la parte degli interessi e delle maggiorazioni, mentre la sanzione principale resta dovuta.
Ad esempio, un cittadino con una multa stradale del 2019 non pagata potrà beneficiare della rottamazione quater pagando solo l’importo originario della multa, senza le maggiorazioni dovute al ritardo nel pagamento.
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Esempi pratici di debiti rottamabili
Come detto, in concreto il contribuente dovrà pagare solo l’importo secco dovuto, le somme a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica e quelle per la procedura di rateazione (2%):
la maggiore imposta contestata;
le spese di rimborso per le procedure esecutive (vedi ad esempio pignoramenti);
le spese di notifica della cartella di pagamento;
gli interessi di dilazione al 2% in caso di richiesta di rateazione delle somme dovute in seguito alla sanatoria.
Esempio 1: Debito IRPEF
Anno: 2018
Capitale dovuto: € 2.000
Interessi di mora: € 300
Sanzioni: € 500
Con la rottamazione quater, il contribuente dovrà pagare solo i € 2.000 di capitale, risparmiando € 800 tra interessi e sanzioni.
Esempio 2: Contributi INPS
Anno: 2020
Capitale dovuto: € 1.500
Interessi di mora: € 150
Sanzioni: € 200
Grazie alla rottamazione quater, il datore di lavoro pagherà solo i € 1.500 di capitale, evitando i € 350 di interessi e sanzioni.
Esempio 3: Multa stradale
Anno: 2019
Capitale dovuto: € 100
Interessi di mora: € 20
Maggiorazioni: € 30
Agio: € 10
La rottamazione quater prevede infatti che, per i debiti contenuti nei carichi relativi alle sanzioni per violazioni del Codice della strada, non siano da corrispondere unicamente le somme dovute a titolo di interessi, quelli di mora e di rateizzazione, nonché le somme dovute a titolo di aggio.
A questi pagamenti si devono solo aggiungere le somme dovute per le spese di rimborso per le procedure esecutive, le spese di notifica della cartella di pagamento; gli interessi di dilazione al 2%, in caso di richiesta di rateazione delle somme.
Come pagare i debiti della Rottamazione quater
Dopo aver presentato la domanda (ormai scaduta), l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia sempre una comunicazione contenente l’importo da pagare, suddiviso in rate. Chi ha aderito al piano di definizione agevolata quater ha quindi ricevuto la comunicazione delle somme e ha già iniziato a saldare a rate il debito.
Le prime quattro rate sono scadute. Chi non le ha pagate è decaduto dai benefici della Rottamazione; chi invece è in regola con i pagamenti può procedere al versamento della 5° rata, entro il 23 settembre.
Calendario scadenze dei pagamenti
La scadenza dei pagamenti dei debiti inseriti nella Rottamazione quater varia in base alla scelta che è stata indicata in fase di presentazione della domanda di adesione:
> in un’unica soluzione, entro il 31 ottobre 2023;
> oppure, in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due, con scadenza il 31 ottobre e il 30 novembre 2023. Le restanti rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.
Leggi anche: Nuova Riscossione al via dal 2025: debiti in 120 rate e discarico cartelle
Pagamento 5° rata entro il 5 agosto
Il versamento della 5° rata della Rottamazione quater va effettuato entro domenica 15 settembre 2024 (in base alla proroga approvata). Se però includiamo i 5 giorni di tolleranza concessi dal Fisco, arriviamo all’ultima scadenza utile: quella lunedì 23 settembre 2024.
È possibile pagare tramite i seguenti metodi:
– Sito istituzionale;
– App EquiClick;
– Moduli di pagamento utilizzabili nei circuiti di pagamento di: sportelli bancari; uffici postali; home banking; ricevitorie e tabaccai; sportelli bancomat (ATM) che hanno aderito ai servizi CBILL; Postamat;
-Sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione prenotando un appuntamento nei giorni dal lunedì al venerdì.
E se non pago?
Occhio a non saltare i pagamenti della Rottamazione quater. In caso di omesso, insufficiente o tardivo versamento, superiore a 5 giorni (i canonici 5 giorni di tolleranza), dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento, la Definizione agevolata risulta inefficace e i versamenti effettuati sono considerati a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.
In questo caso i 5 giorni di tolleranza considerano il pagamento valido se effettuato entro lunedì 23 settembre.
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