A essere sottoposto al vaglio del fisco è il reddito 2009 delle persone fisiche che abbiano sostenuto, contestualmente, spese ritenute al di fuori della propria capacità patrimoniale.
A tal proposito, sono state inviate 20mila lettere volte a chiedere lumi degli scostamenti registrati dal fisco in termini di spesa, che non saranno, comunque, presi in esame se inferiori del 20%.
Inizialmente, si era parlato di ben 35mila lettere che sarebbero dovute partire verso la buchetta degli italiani pizzicati dal fisco a fare qualche investimento oltre le proprie reali possibilità. Poi, le Entrate hanno preferito adottare una linea più morbida, inviando solo 20mila avvisi e senza concentrarsi sulle incongruenze di minore rilevanza.
Ciò, con lo scopo, ovviamente, di riconoscere i veri grandi evasori, i quali si siano distinti nel 2009 per qualche proprietà oltre i propri limiti fiscali, in base alle dichiarazioni dei redditi e non già, comunque, dall’anagrafe dei conti correnti, i cui dati sono stati inviati dall’Agenzia delle Entrate solo a partire dall’inizio di quest’anno.
Chi abbia svolto queste spese nel pieno delle regole, ma abbia ricevuto ugualmente l’avviso dell’ente guidato da Attilio Befera, non avrà nulla da temere, poiché avrà la possibilità di chiarire la propria posizione.
Ciò avverrà nel momento del contraddittorio, ossia nell’invito a comparire che le Entrate rivolgono al contribuente al fine di giustificare le spese contestate in relazione alle operazioni finanziarie del 2009.
A fare da termometro della situazione contabile dei cittadini, il modello Unico 2010 e quelle spese ritenute certe, cioè di beni intestati al contribuente oggetto di verifica, come i veicoli, stradali o anche le barche, mentre non saranno valutate le spese con la media Istat. Ciò, a seguito delle osservazioni mosse dal Garante per la Privacy alla prima versione del redditometro, ora finalmente ripulita e in procinto di calare la propria mano sui contribuenti meno attenti.
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