Reddito di cittadinanza: istruzioni pratiche per l’obbligo lavorativo

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Prende piede la fase più delicata del Reddito di Cittadinanza (fase 2). I beneficiari del sostegno economico, infatti, stanno ricevendo in questi giorni le convocazioni da parte dei Centri per l’Impiego per il primo colloquio.

L’incontro ha lo scopo di reperire tutte le informazioni utili per il calcolo dell’indice di profilazione quantitativa, oltre ad assicurarsi che sia presente una DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro) validamente presentata. Ma non solo. Il funzionario del CpI deve procedere alla profilazione qualitativa e, all’esito di essa, far sottoscrivere al beneficiario la stipula del patto per il lavoro. Questo documento contiene una serie di informazioni sul beneficiario del Reddito di Cittadinanza, affinché si impegni e collabori per essere ricollocato nel mercato del lavoro. Non bisogna dimenticare, infatti, che il Reddito di Cittadinanza non è solo mero assistenzialismo ma punta soprattutto a trovare un lavoro alle persone rimaste disoccupate e in cerca di lavoro.

Questo è uno dei tasselli della fase 2, chiarita nell’ultima circolare Anpal (circolare numero 3/2019), in cui vengono date per filo e per segno le istruzioni sulle procedure che i Centri per l’impiego devono adottare nei confronti dei cittadini percettori del Rdc, e di conseguenza gli obblighi operativi per questi ultimi.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono gli obblighi di lavoro per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e le istruzioni Anpal per i centri per l’impiego, che ricordano come prima di tutto, l’erogazione del reddito di cittadinanza (RdC) è condizionata alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID) da parte dei componenti il nucleo familiare maggiorenni, nelle modalità di cui al medesimo articolo, nonché all’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Reddito di cittadinanza: la guida completa al sussidio 

Gli obblighi dei beneficiari del Reddito di cittadinanza 

Affinché i navigator possano predisporre il patto per il lavoro, i beneficiari di RdC devono rendersi disponibili e collaborare alla definizione dello stesso. In particolare, come previsto dall’art. 4, co. 8 del D.L. n. 4/2019 (cd. Decretone), convertito con modificazioni in L. n. 26/2019, è necessario rispettare gli obblighi e gli impegni contenuti nel patto per il lavoro.

Nello specifico, occorre:

  • registrarsi sulla piattaforma digitale per l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro (https://myanpal.anpal.gov.it/myanpal/) e consultarla quotidianamente quale supporto nella ricerca attiva del lavoro. Tale attività è prevista finché non sarà attivo il “sistema per la fruizione continua dei servizi di accompagnamento”;
  • svolgere attività di ricerca attiva del lavoro. In altre parole, bisogna attivarsi nella ricerca di nuove offerte di lavoro, secondo le modalità definite nel patto per il lavoro. Da notare che il patto per il lavoro contiene anche un programma di attività che il disoccupato deve seguire settimanalmente;
  • accettare di essere avviato alle attività individuate nel patto per il lavoro;
  • sostenere i colloqui psicoattitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all’assunzione, su indicazione dei servizi competenti e in attinenza alle competenze certificate;
  • accettare almeno una di tre offerte di lavoro definite congrue, ovvero, in caso di rinnovo del beneficio, la prima offerta di lavoro congrua.

Laddove il beneficiario non rispetti gli obblighi contenuti nel patto per il lavoro, scattano le sanzioni previste all’art. 7, co. dal 5 al 9 del D.L. n. 4/2019.

Reddito di cittadinanza: la convocazione del Centro per l’impiego 

I beneficiari obbligati a partecipare al percorso di inserimento lavorativo vengono convocati dal centro per l’impiego competente ai fini del primo appuntamento e della stipula del patto per il lavoro.

Il termine per la convocazione è di:

  •  30 giorni dal riconoscimento del beneficio,
  •  90 giorni dalla presentazione della DID. Per quest’ultimi, qualora siano trascorsi più di 90 giorni dalla presentazione della DID, il termine per la convocazione è di 30 giorni dal riconoscimento del beneficio.

Mancata accettazione offerta congrua di lavoro: cosa succede al Reddito di cittadinanza 

Nel caso in cui il beneficiario di RdC non accetti almeno una di tre offerte di lavoro congrue segnalate dal CpI, decade il sostegno economico. Da notare che in genere il posto di lavoro offerto non è realmente disponibili, Infatti, per offerta di lavoro deve intendersi come offerta di una candidatura per una posizione vacante segnalata da un datore di lavoro o un intermediario autorizzato.

Reddito di cittadinanza: come deve essere l’offerta di lavoro

Chiaramente l’offerta di lavoro deve contenere dei requisiti minimi affinché si possa considerare tale. Nello specifico, è necessario che contenga:

  • la qualifica da ricoprire e le mansioni;
  • i requisiti richiesti;
  • il luogo e l’orario di lavoro;
  • la tipologia contrattuale;
  • la durata del rapporto di lavoro;
  • la retribuzione prevista o i riferimenti al contratto collettivo nazionale applicato.

Patto per il lavoro: congruità dell’offerta di lavoro

L’offerta di lavoro, oltre alle predette caratteristiche, deve anche essere congrua. Quindi è necessario che l’offerta sia innanzitutto coerente con le esperienze e le competenze maturate. Inoltre è importante che il posto di lavoro disti meno di 100km dall’abitazione del disoccupato (distanza che è elevata a 250km in caso di seconda offerta). In caso di terza offerta, invece, non si tiene conto della distanza in quanto vale qualsiasi sul territorio italiano.

Altro importante requisito è la retribuzione, la quale deve essere superiore di almeno il 10% del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente ad integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazione in locazione.

Reddito di cittadinanza: quando si può rifiutare l’offerta di lavoro

Infine, si fa presente che soltanto in determinate fattispecie è possibile rifiutare l’offerta di lavoro senza decadere dal Reddito di Cittadinanza, ossia in caso di:

  • documentato stato di malattia o di infortunio;
  • servizio civile e richiamo alle armi;
  • stato di gravidanza, per i periodi di astensione previsti dalla legge;
  • gravi motivi familiari documentati o certificati;
  • casi di limitazione legale della mobilità personale;
  • comprovato impedimento oggettivo o causa di forza maggiore, documentati o certificati, cioè ogni fatto o circostanza che impedisca al soggetto di accettare l’offerta di lavoro congrua.

Chi è escluso dall’obbligo di inserimento lavorativo o inclusione sociale

La circolare Anpal ricorda che non tutti i beneficiari del Reddito di cittadinanza devono rispettare l’obbligo lavorativo. Sono esclusi dall’obbligo di inserimento in un percorso di inserimento lavorativo o di inclusione sociale i componenti del nucleo familiare che si trovino nelle seguenti condizioni:

  • non siano maggiorenni;
  • siano occupati;
  • frequentino un regolare corso di studi.

Con riferimento ai lavoratori occupati occorre specificare che, come meglio precisato in seguito, i lavoratori che conservano lo stato di disoccupazione in caso di 4 svolgimento di attività di lavoro dipendente o autonomo da cui ricavino un reddito corrispondente a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell’articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi (DPR n. 917/1986) non sono esclusi dagli obblighi, ma possono esserne esonerati.

Possono inoltre essere esonerati dagli obblighi di partecipazione a un percorso di inserimento lavorativo o di inclusione sociale, connessi alla fruizione del RdC le seguenti categorie di persone:

  • i componenti con carichi di cura, valutati con riferimento alla presenza di soggetti minori di 3 anni di età ovvero di componenti il nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienza, come definiti a fini ISEE;
  • i lavoratori che conservano lo stato di disoccupazione in caso di svolgimento di attività di lavoro dipendente o autonomo da cui ricavino un reddito corrispondente a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti;
  • coloro che frequentano corsi di formazione.

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Reddito di cittadinanza

L’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha dato corpo e struttura alla svolta intrapresa dal nostro Paese nelle politiche di contrasto alla povertà avvenuta con l’avvio del Reddito di Inclusione. Più che di una svolta, si è trattato di una vera e propria rivoluzione epocale, paragonabile alla creazione del Servizio Sanitario Nazionale e alla chiusura dei manicomi. Una rivoluzione frutto di un lungo percorso di sperimentazioni e battute di arresto che ha visto protagonisti governi di diverso colore negli ultimi venti anni, e che si inserisce in un contesto culturale, quello italiano, ancora molto legato all’idea di aiuto come di una mera erogazione monetaria dallo Stato e ancora poco preparato, forse, alle logiche del “contrasto alla povertà”, della “condizionalità”e della “inclusione attiva”.Sulla nuova misura è stato detto tutto e il contrario di tutto, da politici, giornalisti, opinionisti, esperti, generando confusione non solo tra i cittadini, ma anche tra gli stessi tecnici e tra gli operatori.La finalità di questo manuale è illustrare e spiegare la nuova misura nella sua globalità, sistematizzando in chiave tecnico/professionale tutte le informazioni e le conoscenze necessarie per una corretta interpretazione dell’impianto stabile e della struttura normativa di riferimento, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte e alle ricadute operative e organizzative sui territori e gli Enti locali, pubblici e privati: questo è infatti il taglio che ha guidato l’esposizione dei vari argomenti, anche quelli all’apparenza solo di stretto interesse degli utenti finali. Più nello specifico, l’obiettivo degli autori è fornire agli operatori della formazione professionale, dei servizi di orientamento, delle agenzie per il lavoro, dei servizi sociali e dell’assistenza alle persone in condizione di svantaggio sociale, tutti gli strumenti di base per una piena comprensione dei dispositivi normativi connessi ad ampio raggio al Reddito di Cittadinanza. Nicoletta Baracchini Giurista esperta di legislazione sociale e sanitaria. Consulente ANCI in materia di ISEE e componente del gruppo ministeriale sull’attuazione dell’ISEE. Collabora con Regioni ed Enti locali per le normative in materia di organizzazione, regolamentazione e valutazione di servizi pubblici. Emilio Gregori Partner e senior consultant di Synergia e docente di Statistica presso l’Università L. Bocconi di Milano. Si occupa di analisi di sistema per i servizi sociali; svolge consulenza e attività di formazione relativamente alla programmazione e pianificazione territoriale delle politiche sociali e delle misure di contrasto alla povertà. Giovanni Viganò Partner e senior consultant di Synergia e docente di Metodi Quantitativi per le Scienze Sociali presso l’Università L. Bocconi di Milano. Esperto nella progettazione e implementazione di Sistemi Informativi Sociali, è stato consulente esperto per conto del Formez del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nelle aree di Lavoro Comune con INPS e Regioni per l’implementazione del SIUSS.    

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Daniele Bonaddio

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