Parola di Ministro: stop allo strapotere delle Soprintendenze

Michele Nico 31/07/14
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Interessante question time alla Camera dei Deputati nella seduta del 9 luglio 2014, nel corso della quale il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo è stato interpellato per sapere quali siano le conseguenze disciplinari il suo Dicastero intenderebbe adottare, con riferimento ad alcuni disservizi avvenuti in Friuli Venezia Giulia, a causa di ritardi nell’emissione di pareri e altre scorrettezze imputati a casi di conclamata mala gestio nella conduzione delle Soprintendenze.

Nel fornire risposta all’istanza, il Ministro Franceschini passa dal caso particolare al principio generale, informando che è stato approvato dalla camera un emendamento che prevede, in relazione ai pareri dei soprintendenti fino a oggi insindacabili (salvo impugnazione davanti all’autorità giudiziaria ordinaria o amministrativa), un meccanismo di verifica e controllo interno al Ministero che consentirà, su richiesta di un’altra Amministrazione pubblica, il riesame degli atti e, quindi, un sensibile ridimensionamento del potere amministrativo delle Soprintendenze.

La direzione verso cui il Ministero si sta incamminando merita sostegno e incoraggiamento, perché denota l’impegno a inserire tali organi periferici nel processo del governo amministrativo locale, secondo criteri ispirati a una maggiore sussidiarietà e partecipazione democratica.

Le soprintendenze dipendono oggi dalle Direzioni regionali per i beni culturali e il paesaggio, presenti in 17 Regioni italiane e , più in generale, si possono individuare quattro tipi di soprintendenze:

  • le soprintendenze per i beni archeologici;
  • le soprintendenze per i beni architettonici e paesaggistici;
  • le soprintendenze per i beni storici, artistici ed etnoantropologici;
  • le soprintendenze archivistiche.

 

Si tratta di organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, regolati dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di “Codice dei beni culturali e del paesaggio“, con compiti sul territorio in materia di beni culturali, paesaggistici, museali, archivistici ed affini.

La loro carta d’identità rivela una data di nascita piuttosto antica.

Nel 1907 vennero istituite le soprintendenze territoriali, dipendenti dal Ministero della pubblica istruzione, nel 1923 vennero istituite le “soprintendenze dell’arte medioevale e moderna” e nel 1939 è stata razionalizzata la struttura delle soprintendenze, con la promulgazione delle fondamentali leggi di protezione dei beni culturali e paesaggistici.

Si tratta, nel complesso, di finalità pubbliche certamente valide e tuttora attuali, che però debbono essere perseguite con l’ausilio di organi e strutture amministrative da riformare, e da rimettere finalmente in campo al passo con i tempi moderni e la società odierna

Michele Nico

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