E’ il caso, ad esempio, della riforma della geografia giudiziaria, varata in regime di spending review e in vista di essere messa in pratica a partire dal prossimo 13 settembre. Oltre 200 sezioni distaccate – i cosiddetti “tribunalini” – e 31 Tribunali già inseriti nella lista degli enti superflui: una decisione contro cui, però, il Cnf si scaglia con decisione, chiedendo al più presto una proroga. Non a caso, infatti, il Consiglio ha già pronto un proprio dossier per dire la sua sul giudizio di legittimità costituzionale innalzato al cospetto della Consulta. Firmatari dell’intervento, Piero Alberto Capotosti e Francesco Saverio Bertolini.
Come si diceva, però, sotto la lente del Cnf sono finiti principalmente i parametri forensi, tema centrale al primo summit successivo all’entrata in vigore della nuova legge professionale che, però, come noto necessita ancora di numerosi provvedimenti di attuazione per una piena operatività a tutti i livelli del mondo forense.
A proposito dei trattamenti economici, è stata accolta la proposta del consigliere Aldo Morlino, volta a sorpassare le previsioni del decreto 140/2012 – sulla liquidazione dei compensi professionali – per scongiurare la riduzione dei compensi anche del 50%, in particolare riguardo le attività di difesa che gravano sui legali stessi a norma di legge. Tra le modifiche inserite nel particolare “emendamento” del Cnf sui parametri, si è spinto molto sulla suddivisione per categorie di procedimenti – ossia civile, penale e stragiudiziale – mentre sulle griglie di attribuzione dei compensi si è distinto tra civile, in riferimento alle categorie ivi inclusa la mediazione – e procedimento penale, applicando i criteri già adottati dal Ministero in sede di contributo unificato.
Da ultimo, la parte disciplinare: qui l’atteggiamento del Cnf si è fatto più morbido, con l’assicurazione di non interferire nell’iter di attuazione delle norme, per assicurare l‘interesse generale al corretto svolgimento della professione di avvocato.