Ecco, dunque, che con i nuovi parametri individuati dal Consiglio nazionale dell’avvocatura, l’obiettivo è quello sia di semplificare la vita agli operatori, che di fornire maggiori certezze ai clienti, in modo da non presentare sgradite sorprese in parcella. A questo proposito, la proposta cardine del documento redatto dal Cnf è quella di passare dal metro quantitativo degli atti presentati o delle udienze svolte, a quello di distinguere un esborso per ogni fase della prestazione, con tanto di compenso unitario predeterminato.
Il punto di riferimento di questa nuova stesura dei parametri forensi pervenuta sulla scrivania del Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, è quello già individuato dal Ministero in epoca Severino con la somministrazione del contributo unificato, sulla cui base sono stati individuate le fasce di spesa, e al cui interno sono dunque contenute le singole fasi della difesa legale (dallo studio, alla parentesi decisionale, fino al riconoscimento delle prestazioni susseguenti).
Secondo il Cnf, che ha accompagnato l’invio delle carte al Ministero con una nota, la finalità di questa ridefinizione dei parametri dovrebbe essere, da una parte, quella di ridurre la casistica entro cui si troverà a ricadere l’esborso dell’attività legale, ispirandola a principi di “semplificazione ed equità”.
Bussola del lavoro svolto dal Consiglio forense sono stati alcuni sistemi in vigore all’estero per il riconoscimento economico della prestazione dell’avvocato, soprattutto le diverse anime presenti anche nella stessa Europa. Così, si è pervenuti a una versione definitiva composta di 39 tabelle per il solo civile e una per il penale, come emerso nelle indiscrezioni che avevano accompagnato la stesura, comunque avvenuta in maniera partecipata tra Cnf e rappresentanti dell’universo forense.
Tra le tabelle, naturalmente presenti la mediazione, le procedure concorsuali, i processi amministrativi e la materia stragiudiziale. Confermata, infine, al possibilità del giudice di elevare il compenso entro il 70% del pattuito o, eventualmente, di ridurlo del 30%. Il superamento dei parametri vigenti sembra sempre più vicino, ma ora a occuparsi della questione sarà direttamente il Ministero.
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