Oggi gli 80 euro in busta paga: promessa mantenuta, ma per ora solo 2014

E’ arrivato il giorno atteso degli 80 euro in busta paga. Oggi è il 27 maggio, giorno di stipendio per milioni di italiani che, finalmente, potranno verificare se il bonus tanto promesso dal premier Renzi li ha davvero coinvolti. Una speranza molto diffusa, a valutare dall’esito delle elezioni europee, che hanno premiato il premier con una percentuale mai raggiunta in passato da un partito di centrosinistra.

Annunciati nel mese di marzo, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo, i famosi 80 euro sono stati inclusi nel decreto Irpef attualmente all’esame delle Commissioni del Senato, dove sono state inserite anche le agognate coperture insieme a una valanga di quasi 800 emendamenti.

Dopo l’annuncio del premier infatti, l’incognita che gravava sul provvedimento era essenzialmente quella di fondi che avrebbero finanziato questo benefit, concesso, nelle attese del governo a una platea di 10 milioni di cittadini.

I requisiti per accedere alla prestazione agevolata in fatto fiscale sono quelli di essere un lavoratore dipendente, e di guadagnare meno di 24mila euro lordi all’anno. Entro i 26mila, poi, c’è una fascia in cui il bonus viene ridotto, fino ad azzerarsi completamente per i redditi oltre tale soglia.

Nelle scorse settimane, poi, una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il bonus in busta paga andrà assicurato anche ai lavoratori in mobilità, cassintegrati o disoccupati, e percettori di indennità Aspi, allargando sensibilmente la platea dei potenziali fruitori.

Resta da accertare, dunque, l’impatto di questo ampliamento definito dal fisco anche per i lavoratori  non occupati o inattivi al momento del riconoscimento: ovviamente, dovrebbe rendersi necessario un esborso maggiore rispetto alle attese e ciò potrebbe rovinare i piani del premier.

Attualmente, infatti, il bonus negli stipendi, che ha contribuito in maniera determinante all’incredibile successo elettorale di domenica, risulta coperto da alcune voci, comprese tra lotta all’evasione fiscale, spending review, e l’incremento della tassa sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%, che, però, arrivano solo al prossimo mese di dicembre. Ossia, sono assicurati da qui a fine anno 640 euro.

Nelle intenzioni del governo, gli 80 euro in più dovrebbero diventare fissi per i dipendenti anche per i prossimi anni. Attualment,e però, il decreto Irpef non va oltre la fine del 2014 per l’introduzione stabile dello sgravio.

Per confermare la sostanza del provvedimento, nelle scorse settimane il premier Matteo Renzi aveva twittato una foto in cui era raffigurato il cedolino di un dipendente della pubblica amministrazione, i quali vedono le proprie paghe elaborate in anticipo. Lo stesso, nei giorni scorsi, è avvenuto anche nel mondo della scuola, dove docenti e collaboratori hanno confermato l’arrivo del bonus nello stipendio di maggio. Ora, tocca anche all’oceano dei privati: se non ci saranno sorprese, la prima promessa di Renzi è stata mantenuta, ma renderla duratura nel tempo – e non una tantum – si prospetta un’altra, durissima battaglia.

 

 

Francesco Maltoni

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