Modello RED pensioni 2023, entro il 28 febbraio: chi deve inviarlo e come

Paolo Ballanti 09/02/23
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Chi deve inviare il Modello RED pensioni 2023? Il modello RED è una dichiarazione reddituale da trasmettere all’Inps annualmente da parte dei pensionati beneficiari di prestazioni collegate al reddito, al fine di permettere all’Istituto di verificare l’effettivo diritto alle prestazioni stesse.

Il RED ha l’obiettivo di raccogliere tutta una serie di elementi reddituali non presenti nel modello 730 / Redditi Persone Fisiche che i contribuenti inviano all’Agenzia entrate. Mentre i dati trasmessi all’AE sono prelevati direttamente dall’Inps, eventuali altre somme, non indicate nel 730 / Redditi PF, rilevanti ai fini del diritto alle prestazioni previdenziali ed assistenziali collegate al reddito, devono essere necessariamente segnalate all’Istituto con il modello RED.

Dal momento che l’Inps non invia più ai pensionati comunicazioni cartacee contenenti la richiesta di presentare la dichiarazione reddituale in parola, con la campagna:

  • RED ordinaria 2022 si richiede la dichiarazione reddituale relativa all’anno 2021;
  • RED solleciti 2021 è necessario comunicare i redditi relativi al 2020, da parte di coloro che non hanno adempiuto all’obbligo di dichiarazione nel corso della verifica ordinaria 2021 (i cosiddetti sollecitati).

Il termine previsto per l’invio della dichiarazione ordinaria 2022 (redditi 2021) e solleciti 2021 (redditi 2020) è il 28 febbraio 2023. Analizziamo in dettaglio chi sono i soggetti obbligati e come inviare il modello RED.

Indice

Modello RED pensioni 2023: chi deve inviarlo

Sono tenuti a presentare il modello RED:

  • I pensionati che negli anni precedenti quello oggetto di verifica non hanno avuto altri redditi (propri e, se previsto, dei familiari) oltre a quello da pensione, se la situazione reddituale è variata rispetto a quella dichiarata l’anno precedente;
  • I titolari di prestazioni collegate al reddito che non comunicano integralmente all’amministrazione finanziaria tutti i redditi influenti sulle prestazioni, dal momento che non devono essere segnalati all’Agenzia entrate con la dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Persone Fisiche), come nel caso del lavoro dipendente prestato all’estero, nonché degli interessi bancari, postali, BOT, CCT ed altri titoli di Stato o proventi di quote di investimento, soggetti a ritenuta d’acconto alla fonte a titolo d’imposta o d’imposta sostitutiva dell’Irpef;
  • Quanti sono esonerati dall’obbligo di presentazione all’AE della dichiarazione dei redditi e possiedono redditi ulteriori a quelli da pensione (è il caso, ad esempio, di quanto hanno un reddito da pensione ed uno da abitazione principale);
  • I titolari di alcune tipologie reddituali rilevanti ai fini previdenziali, che si dichiarano in maniera diversa ai fini fiscali all’Agenzia entrate, come avviene per le somme derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (o assimilati), rapporti di lavoro autonomo o rapporti di lavoro autonomo occasionale.

Come precisato dall’Inps nella pagina dedicata al modello RED la Circolare numero 195/2015 “individua i soggetti obbligati alla dichiarazione reddituale all’INPS e mette in evidenza i casi in cui si rilevano non solo i redditi del titolare della prestazione, ma anche quelli del coniuge o dei familiari”.

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Circolare Inps numero 195 del 30 novembre 2015 in pdf 388 KB

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Modello RED pensioni 2023: chi non deve inviarlo

Non sono obbligati a presentare all’Inps la dichiarazione reddituale i pensionati residenti in Italia, beneficiari delle prestazioni collegate al reddito, che abbiano già dichiarato integralmente all’AE (modello 730 o Redditi Persone Fisiche) tutti i redditi propri e, se previsto, dei familiari, rilevanti ai fini delle prestazioni collegate al reddito in godimento.

In queste situazioni il modello RED è superfluo in quanto l’Inps acquisirà tutte le informazioni necessarie dall’Agenzia entrate o da altre banche dati delle pubbliche amministrazioni, come consentito dalla legge.

Modello RED pensioni 2023: come inviarlo

La dichiarazione reddituale rilevante per le prestazioni collegate in godimento può essere comunicata direttamente all’Inps, collegandosi a “inps.it – Prestazioni e Servizi – Prestazioni – La dichiarazione della situazione reddituale (RED)”, muniti delle credenziali SPID, CIE o CNS.

In alternativa, è possibile presentare la dichiarazione:

  • Chiamando il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
  • Per il tramite di CAF o altri soggetti abilitati convenzionati con l’Inps;
  • Rivolgendosi alle strutture territoriali dell’Istituto.

Modello RED pensioni 2023: prestazioni legate al reddito

La citata Circolare numero 195/2015 ha elencato le prestazioni di carattere assistenziale e i benefici economici sui trattamenti pensionistici, il cui riconoscimento è subordinato all’importo dei redditi del titolare della prestazione e, in taluni casi, del coniuge e dei familiari componenti il nucleo reddituale rilevante.

A tal proposito si citano, in quanto collegate al reddito del titolare:

  • Integrazione al minimo delle pensioni con decorrenza anteriore all’anno 1994;
  • Sospensione della pensione di invalidità;
  • Revisione straordinaria dell’assegno di invalidità;
  • Pensione sociale ed assegno sociale erogati ai mutilati e invalidi civili e ai sordomuti oltre il 65° anno di età;
  • Incumulabilità con i redditi da lavoro autonomo;
  • Prestazioni erogate a minorati civili prima del compimento del 65° anno.

Al contrario, sono collegate al reddito del titolare, del coniuge e dei familiari:

  • Assegno per il nucleo familiare;
  • Trattamenti di famiglia.

Sono invece limitate ai redditi del titolare e del coniuge le seguenti prestazioni:

  • Integrazione al minimo dell’assegno di invalidità;
  • Integrazione al minimo delle pensioni con decorrenza dall’anno 1994;
  • Pensione sociale;
  • Assegno sociale;
  • Aumento della pensione sociale;
  • Maggiorazione sociale per gli assegni sociali.

Modello RED pensioni 2023: cosa succede in caso di omessa dichiarazione

In caso di mancata comunicazione nei tempi e nelle modalità stabilite dall’Inps, si procede alla sospensione delle prestazioni collegate al reddito “nel corso dell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa” (Circolare Inps del 30 novembre 2015 numero 195).

Qualora entro sessanta giorni dalla sospensione non sia pervenuta la suddetta comunicazione, si procede alla revoca in via definitiva delle prestazioni ed al recupero di tutte le somme erogate a tale titolo nel corso dell’anno in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa.

A fronte della comunicazione dei redditi entro il suddetto termine di sessanta giorni, gli Enti procedono al ripristino della prestazione sospesa dal mese successivo alla comunicazione, previo accertamento del relativo diritto per l’anno in corso.

Paolo Ballanti