Queste alcune delle novità che formano oggetto del disegno di legge di riforma costituzionale. varato ieri dal Governo.
Di seguito, il testo del comunicato diramato subito dopo la seduta di Consiglio dei Ministri.
“– Riduzione del numero dei parlamentari
La riforma costituzionale prevede il dimezzamento del numero dei deputati e dei senatori, che comporta istituzioni più snelle e riduzione dei costi della politica.
Inoltre è previsto in Costituzione che l’indennità parlamentare sia commisurata almeno per una parte significativa all’effettiva partecipazione ai lavori.
– Riforma del bicameralismo e trasformazione in senso federale del Senato
Si riforma il nostro sistema bicamerale paritario e simmetrico trasformando in senso federale il Senato, avviando una forte semplificazione dei procedimenti legislativi e garantendo la piena governabilità del sistema.
L’età per potere essere eletti alla Camera e al Senato viene abbassata per ambedue le Camere.
– Migliore ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni
La riforma punta a fare chiarezza nella ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in materie molto delicate come l’energia e le infrastrutture strategiche.
– Procedimento legislativo più veloce, più garanzie per Governo e opposizioni
Il procedimento legislativo diviene più semplice e tempestivo; solo per poche e delicate materie (come la revisione costituzionale) si procederà con il sistema bicamerale perfetto, mentre negli altri casi la competenza sarà distinta tra i due rami.
Il Governo avrà il potere di richiedere la conclusione dell’esame di disegni di legge, presso la Camera dei deputati, entro tempi certi.
Spetterà ai Regolamenti parlamentari definire più incisivi poteri del Governo in Parlamento e predisporre adeguate garanzie per le opposizioni parlamentari.
– Più stabilità di Governo, rafforzamento del Premier
La riforma intende garantire una maggiore stabilità di Governo ed un rafforzamento del Premier, che assumerà la denominazione di Primo Ministro.
La legge elettorale per la Camera dei deputati, anche attraverso l’indicazione del candidato Primo Ministro, dovrà garantire la formazione di maggioranze solide; in tal modo, l’individuazione del Primo Ministro e della maggioranza che appoggia il Governo sarà facile ed immediata. Infatti, il Primo Ministro sarà nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati delle elezioni.
L’eventuale approvazione della mozione di sfiducia non comporta lo scioglimento necessario della Camera dei deputati. E’ possibile che il Presidente della Repubblica, nel rispetto dei risultati delle elezioni, nomini un nuovo Primo Ministro. E’ comunque previsto che il Primo Ministro possa chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere.
Il Primo Ministro nomina e revoca i Ministri ed i Viceministri. Può richiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento della Camera dei deputati.
– Salde le istituzioni di garanzia
La riforma mantiene “inalterate” le istituzioni di garanzia dell’ordinamento costituzionale. Il Presidente della Repubblica rimane il supremo garante dell’equilibrio fra i poteri, intervenendo, in particolare, nella fase di scioglimento delle Camere, di promulgazione delle leggi e di emanazione degli atti aventi valore di legge e dei regolamenti. Anzi, il suo ruolo sarà destinato ad accentuarsi a seguito dell’apertura della rappresentanza parlamentare alle istanze degli enti territoriali.
Roma, 22 luglio 2011”
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