Giovani e lavoro: arrivano gli stage di qualità. Primi:Toscana e Veneto

Redazione 30/05/13
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Svezia, Finlandia, Olanda: sono i Paesi del nord Europa che hanno ispirato la cosiddetta Youth Guarantee che l’Unione Europea sta per finanziare stanziando 6 miliardi di euro. Sul fronte nazionale, tuttavia, i buoni esempi non mancano: “Giovanisì” della Regione Toscana e il “Piano integrato delle Politiche Giovanili” del Veneto sono soltanto due delle esperienze che fino ad ora hanno sviluppato ottimi risultati. Anche le realtà più piccole, con la città di Biella a fare da apripista, non si sottraggono alle iniziative. Proprio nella città piemontese infatti, in collaborazione con Unindustria, Cna e Confcommercio, dal 2008 sono stati messi in atto “gli stage di qualità”, possibili percorsi occupazionali che la Youth Guarantee offre ai giovani entro quattro mesi dal conseguimento del titolo di studio o dalla perdita del lavoro.

Nella Regione Toscana il valore ‘qualitativo’ degli stage non è di poco conto. “La nostra legge sui tiorocini -ha spiegato Gianfranco Simoncini, assessore alle Attività produttive, Formazione e lavoro della Regione– ha previsto una serie di vincoli per evitare che venissero utilizzati solo per sfruttare i giovani senza pagarli e senza dare prospettive”. Oggi gli stage esigono dei requisiti minimi, e in Toscana gli standard di qualità corrispondono ad un rimborso minimo di 500 euro mensili, alla predisposizione di un tutor e all’organizzazione di un contenuto formativo obbligatorio. La Regione contribuisce al finanziamento dei tirocini attraverso la retribuzione di 300 euro mensili, da riservare però soltanto ai giovani con meno di 30 anni di età. In caso poi allo stage facesse seguito l’assunzione a tempo indeterminato del tirocinante, la Regione, a titolo di incentivo, concede altri 10mila euro.

L’iniziativa “Giovanisì”, in un solo anno e mezzo, ha consentito l’attivazione di 400 tirocini al mese per i giovani in cerca o in assenza di lavoro, ne ha permesso l’assunzione di ben 105, congiuntamente al consolidamento economico-professionale di oltre 1.400 lavoratori (di cui 361 scaturiti direttamente dalle liste di mobilità), e ha altresì concesso l’avviamento di 349 praticanti remunerati. Dal mese di giugno 2011, il piano di finanziamento-stage elaborato dalla Regione Toscana ha messo in campo 365 milioni di euro. Il Veneto, parallelamente, ha pianificato percorsi flessibili che, nati soprattutto per potenziare la formazione tecnica, mettono in collegamento scuole ed imprese. L’intero impianto punta alla concretizzazione di rapporti professionali di fiducia tra i giovani lavoratori e le stesse imprese, che in molti casi si traducono in assunzioni. L’assessore regionale all’Istruzione e al Lavoro, Elena Donazzan ha dichiarato: “La Commissione Europea ci ha assicurato che in termini di valutazione dei percorsi siamo i migliori. Le imprese sono obbligate a dare un giudizio sul ragazzo, se ci sono carenze formative noi interveniamo”.

Le informazioni delle imprese sono preziose, anche per fare incontrare al meglio domanda ed offerta” ha assicurato Donazzan. “La Youth Guarantee potrebbe essere l’occasione per dare una nuova missione ai servizi pubblici per l’impiego” è stato l’auspicio avanzato da Ilaria Lani, segretaria della Cgil per le Politiche Giovanili. I centri per l’impiego in Italia, infatti, riescono a collocare una percentuale effimera di iscritti, compresa tra il 3 ed il 5%. Gli stanziamenti tuttavia non sono esenti da ostacoli. I 452 milioni stanziati da Bruxelles nel dicembre 2011 e destinati all’inserimento occupazionale di circa 50mila giovani nella Regione Sicilia non sono ancora stati sfruttati. Sono stati invece 280 i milioni elargiti dal Fondo sociale europeo ad essere confluiti in corsi di formazione del tutto inefficaci.

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