Europei di calcio, ancora per quanto?

Diciamocelo chiaramente: quando si parla di calcio, in Iitalia siamo tutti Commissari Tecnici: anche le nonnette più attempate fanno fatica a star fuori da una discussione sul modulo di Prandelli o sull’utilizzo del trequartista nel 4-4-2…

Ora che la grande kermesse europea è iniziata da qualche giorno, la febbre del tifo sale alle stelle. L’italiano medio si attrezza nel tradizionale stile dell’intramontabile ragionier Fantozzi, sprofondato in poltrona, telecomando in mano, pronto a sgolarsi per incitare gli azzurri, armato solo di canotta d’ordinanza e birrone gelato, per sopportare la canicola incombente. E al diavolo il calcioscommesse, gli scandali, le partite truccate, i blitz della polizia a Coverciano: quando l’arbitro fischia, contano soltanto la partita, i goal, il risultato!

Forse questo è l’effetto meraviglioso che questo sport riesce a creare nell’animo del tifoso, anestetizzandolo da tutto quanto gli sta intorno, nel bene e nel male: del resto, non si dice sempre che “il calcio è l’oppio dei popoli“?

In questa cornice di passione e colori, sorge tuttavia un interrogativo che l’amara realtà della cronaca politica ed economica di questi giorni propone con forza: quanti altri campionati europei possiamo aspettarci in futuro?

L’Eurozona è in crisi, la moneta unica vacilla, i mercati soffrono, la Grecia è a rischio default… A dispetto di chi insiste nel perseguire il progetto di un’integrazione europea sociale e culturale, si sente sempre più spesso affermare che l’Europa è un ideale irraggiungibile, che non basta batter moneta per forgiare una comunità e così via. Il cittadino europeo, di fronte a questi scenari e nell’incombenza della manifestazione calcistica, non può fare a meno di chiedersi se – fra quattro anni – le relazioni fra gli stati europei saranno ancora ragionevolmente civili da potersi permettere il lusso di organizzare nuovi campionati… oppure se, tra un default effettivo ed uno annunciato e la crisi economico-finanziaria la tensione fra i governi del Vecchio Continente sarà tale da non lasciare più spazio allo sport più bello del pianeta. E chissà se, facendo simili riflessioni, anche fra gli sportivi italiani ci sarà qualcuno che – sotto sotto, in cuor suo, di nascosto (ma non troppo..) – non si senta in dovere di tifare anche un po’ per la Grecia..???

 

Federico Urbinati

Romano della Garbatella, editor, giurisprudente, promessa del calcio
italiano mai mantenuta, grafomane, viaggiatore, ex teatrante amatoriale,
innamorato, neo papà

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