Il superamento dell’esame di Stato in architettura consente l’iscrizione all’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, secondo il DPR 328/2001 che disciplina la costituzione dell’Ordine, secondo la suddivisione nelle sezioni A e B. Nei confronti di coloro che sono iscritti nella sezione A spetta il titolo di architetto, mentre quelli iscritti nella seconda sezione, la B, conseguono il titolo di architetto junior.
La nostra redazione ha chiesto all’Architetto Alberto Fabio Ceccarelli quali sono i consigli più utili per prepararsi adeguatamente alle prove. Di seguito si riportano le indicazioni fornite in merito a come affrontare la prova orale.
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Su che cosa è basata la prova orale?
La prova orale riguarda normalmente la discussione, con opportuni approfondimenti e precisazioni, di quanto svolto nella prova grafica e nelle due prove scritte. Si parte quindi sempre dagli elaborati progettuali, che devono essere presentati e spiegati dal candidato, anche con cenni sulle normative e sulle procedure più adatte per la realizzazione. In questo ambito la commissione può chiedere anche eventuali precisazioni o alternative a parti del progetto non proprio convincenti, sia di carattere funzionale che tecnologico e strutturale. E’ quindi importante, successivamente alla prova pratica, ridisegnare quanto fatto all’esame e valutarlo criticamente, al fine di trovare soluzioni alternative più convincenti per le parti male o poco sviluppate del tema. E’ inoltre importante conoscere sia le caratteristiche procedurali delle fasi progettuali, sia quelle realizzative, oltre a tutti i soggetti che partecipano al processo edilizio, dalla fase di ideazione a quella di realizzazione, con le relative professionalità richieste dalle varie norme. E’ bene ioltre approfondire anche le tematiche richieste nella seconda prova scritta, dal momento che spesso sono esse stesse oggetto di discussione e approfondimenti all’orale.
In materia di legislazione e deontologia professionale quali sono gli aspetti da approfondire?
Sicuramente vanno approfondite tutte le norme tecniche che ruotano intorno all’oggetto del tema svolto; intendo quindi dire urbanistico edilizie, igienico sanitarie, handicappati, antincendio, come pure le norme sui distacchi da confine , da strada in relazione alla classificazione stradale, e tra edifici. Ma oltre a ciò va valutato attentamente quale titolo edilizio deve essere richiesto o quali vincoli potrebbero costringere ad iter autorizzativi più complessi, come ad esempio ciò che è disciplinato dal Codice dei beni culturali, con le autorizzazioni obbligatorie in caso di vincolo architettonico o vincolo paesaggistico. Non va dimenticata nemmeno la fase cantieristica, con le specifiche relative al direttore dei lavori e agli obblighi sulla sicurezza in cantiere, sul PSC e sui CSP e CSE. Infine, sulla scorta delle nuove norme sulla professione, che hanno posto vincoli molto più stringenti per gli iscritti all’ordine, va studiato attentamente il nuovo codice deontologico, relativamente ai rapporti da tenere con i colleghi, con i committenti e con la pubblica amministrazione, e in maniera particolare, relativamente al rinnovato regime sanzionatorio, oltre ai casi specifici di concorrenza sleale in cui può incorrere il professionista.
Quali consigli utili?
Direi studiare tanto perché la professione nelle varie sue sfaccettature è molto complessa e questa complessità si riverbera, intanto anche sui quesiti d’esame. Sicuramente, ancora una volta, sulla base dell’esperienza che annualmente si rinnova con i corsi di preparazione all’esame che svolgo a Milano (www.afcstudio.it) i testi da me realizzati per la Maggioli, Guida Pratica alla progettazione V ed., e il Prontuario tecnico urbanistico amministrativo, V ed., sono un ottima guida per addentrarsi nelle varie problematiche professionali che sono poi spesso oggetto di domanda d’esame. Per altro nel Prontuario sono riportati anche più di 1000 quesiti raccolti ogni anno nelle varie sedi d’esame: le relative risposte si possono trovare studiando i testi suddetti. Bisogna infine considerare che, in alcune sedi, oltre alla normativa nazionale, è richiesta anche una succinta conoscenza delle norme regionali e comunali, relative alla progettazione, che chiaramente dovranno essere approfondite singolarmente.
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