Il decreto altro non è che l’attuazione dell’articolo 2 Dlgs. n. 150/2015 (norma figlia del Jobs Act), che prevede l’obbligo in capo al Ministero del Lavoro di fissare “le linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali dell’azione in materia di politiche attive” e gli standard “delle prestazioni che debbono essere erogate su tutto il territorio nazionale”.
Gli obiettivi triennali
Stando a quanto afferma il decreto n. 4, nel triennio 2018-2020 l’obiettivo principale per tutti gli attori coinvolti nelle politiche attive del lavoro sarà quello di rafforzare e sviluppare le riforme in materia introdotte dal Jobs Act, in primis con il Dlgs. n. 150/2015. In particolare, ridurre la durata media della disoccupazione e migliorare la qualità delle prestazioni erogate.
Ridurre la durata media della disoccupazione
Sul primo aspetto, il Ministero pone tra le priorità lo sviluppo della cooperazione tra ANPAL, INPS, INAIL, Regioni e province autonome oltre allo stesso dicastero del Lavoro finalizzata soprattutto allo scambio reciproco di informazioni. Inoltre, erogazione di misure volte alla riduzione dei periodi di disoccupazione di lunga durata e femminile.
In realtà, l’ordinamento italiano ha già norme di questo tenore: si ricorda l’agevolazione contributiva prevista dalla cosiddetta Legge Fornero (n. 92/2012) per i datori di lavoro che assumono donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
Allo stato attuale, considerando anche l’assenza di un governo nel pieno delle sue funzioni, non ci sono segnali di nuove misure per combattere la disoccupazione. Di certo i prossimi mesi porteranno novità in tal senso.
Migliorare le prestazioni dei servizi per l’impiego
Altra preoccupazione del Ministero è quella di migliorare nel triennio 2018-2020 la qualità delle prestazioni erogate dai servizi per l’impiego. Per farlo, il dicastero propone un istituto di privatistica memoria: meccanismi di premialità per i servizi “virtuosi”. Come per le misure anti-disoccupazione anche sotto quest’aspetto non ci sono all’orizzonte interventi concreti.
Gli obiettivi annuali
Nel 2018 il Ministero ha come principale obiettivo la messa a regime dell’assegno di ricollocazione, strumento che permette ai percettori di Naspi da più di 4 mesi di beneficiare di un servizio mirato ad ottenere una nuova occupazione.
L’avvio ufficiale dell’assegno di ricollocazione, dopo una fase di sperimentazione conclusasi a Dicembre, era fissato per il 3 Aprile ma l’ANPAL con delibera n. 14 del 10 Aprile ha posticipato la partenza al mese di Maggio, senza però indicare una data precisa.
Sempre nel solco tracciato dall’assegno di ricollocazione, nell’anno corrente il Ministero sarà chiamato a definire un accordo di inserimento lavorativo che preveda un servizio mirato di ricerca del lavoro per i soggetti con un’anzianità di disoccupazione compresa tra i 13 e i 18 mesi.
Le tempistiche dei Centri per l’Impiego
Come previsto dal Dlgs. n. 150/2015 sono considerati disoccupati coloro che dichiarano in forma telematica la loro immediata disponibilità al lavoro e stipulano entro 30 giorni il cosiddetto “patto di servizio” presso i Centri per l’Impiego. In caso contrario, sono gli stessi uffici a convocare il disoccupato.
E qui interviene il Decreto in parola fissando nel novantesimo giorno di disoccupazione il termine entro cui i Centri per l’Impiego sono chiamata a contattare i disoccupati per stipulare il patto.
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