Dopo il divorzio è possibile contrarre nuove nozze? Quanto tempo deve trascorrere?

Luisa Camboni 26/07/17
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Spesso dopo il divorzio capita di innamorarsi di un’altra persona e di volere convolare a nuove nozze. Prima di rispondere ai due interrogativi, vediamo, seppur brevemente, quali effetti produce il divorzio.

La separazione dei coniugi sia essa consensuale o giudiziale costituisce la condizione per addivenire al divorzio. Il divorzio determina:

  • nel caso di matrimonio civile – ossia matrimonio contratto in Comune davanti all’Ufficiale dello Sato Civile – lo scioglimento del vincolo matrimoniale;
  • nel caso di matrimonio concordatario – ossia matrimonio celebrato in Chiesa e, poi, regolarmente trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune – la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Per poter contrarre nuove nozze è, dunque, necessario prima divorziare. Con la nuova legge sul divorzio breve bastano sei mesi dalla separazione, se consensuale; un anno in caso di separazione giudiziale.

Quanto tempo deve trascorrere dal divorzio per contrarre nuove nozze?

Quanto tempo deve trascorrere dal divorzio per contrarre nuove nozze?I tempi cambiano per l’uomo e per la donna. L’uomo può contrarre nuove nozze dopo che è stata pronunciata la sentenza di divorzio. Si noti bene. E’ necessario che la sentenza sia definitiva, in altri termini non possa essere più impugnata.

Ciò si verifica quando:

  • siano decorsi 30 giorni dalla notifica della sentenza alla controparte;
  • oppure, in caso di mancata notifica, siano trascorsi 6 mesi.

La donna, invece, per poter contrarre nuove nozze deve attendere 300 giorni dalla pronuncia di divorzio. Si tratta del cosiddetto “lutto vedovile” o “divieto temporaneo di nuove nozze” (art. 89 c.c.).

Cos’è il lutto vedovile?

Cos’è il “lutto vedovile” o “ divieto temporaneo di nuove nozze” e a che serve? La ratio del cosiddetto “lutto vedovile” è quella di garantire la certezza della paternità in caso di una eventuale gravidanza. “Lutto vedovile” che non ha valore se si può dimostrare che il marito non ha convissuto con la moglie nei 300 giorni precedenti o, ancora, in caso di annullamento per matrimonio non consumato o impotenza del marito.

Se il “lutto vedovile” ovvero i 300 giorni non vengono rispettati che succede? Se i 300 giorni non vengono rispettati il nuovo matrimonio non risulta invalidato, ma è prevista per gli sposi un ammenda che varia da 20 a 82 euro.

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Luisa Camboni

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