Def 2017 approvato: no all’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti

Il Def 2017 è stato approvato al Senato: il Governo si impegna a scongiurare l’aumento di Iva e accise e a ridurre la pressione fiscale.

Redazione 28/04/17
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Il Def 2017, il Documento di Economia e Finanza che stabilisce le politiche economiche del Governo, è stato finalmente approvato al Senato con risoluzione di maggioranza. Con alcune direttive molto chiare: evitare l’aumento dell’Iva e delle accise per il 2018, sostenere l’incremento dell’occupazione giovanile e combattere l’evasione fiscale.

Prende dunque definitivamente corpo il piano finanziario del Governo che dovrà essere inserito nella prossima Legge di Stabilità: insieme al Def particolare importanza ha l’approvazione della “manovrina” di correzione dei conti richiesta dall’Europa, che prevede l’estensione dello split payment e una serie di nuove norme fiscali.

Vediamo allora nel dettaglio quali sono le riforme principali che entreranno in vigore nei prossimi mesi.

 

Le clausole di salvaguardia e l’aumento dell’Iva

Scongiurato, quindi, l’aumento dell’Iva nel triennio 2018-2020?

Sembrerebbe di sì, almeno se il Governo rispetterà quanto stabilito con il Def e riuscirà a trovare le risorse necessarie a rispettare le clausole di salvaguardia concordate con l’Unione Europea. Le clausole stabiliscono, in sostanza, i target fiscali di cui l’Italia deve tenere conto se vuole evitare di essere costretta ad alzare l’Iva di tre punti percentuali. Per quest’anno, stando alle ultime analisi, servirebbero circa 14 miliardi di euro per evitare l’aumento. Nell’attesa, si spera, della definitiva disattivazione delle clausole.

In caso contrario, come evidenziato dalla manovrina correttiva, l’Iva sui beni primari passerà dal 10 all’11,5%,il 1° gennaio, e poi dall’11,5 al 12% nel 2019 e dal 12 al 13% nel 2020. L’Iva sui beni ordinari, invece, salirà direttamente dal 22 al 25% l’anno prossimo, per poi passare addirittura al 25,4% nel 2019 e tornare stabilmente al 25% nel 2020.

Confermato, inoltre, l’impegno del Governo a non alzare nel 2018 le accise sui carburanti. Con tutta probabilità aumenteranno, invece, le accise sul tabacco, con un guadagno stimato per lo Stato di circa 125 milioni di euro.

L’occupazione giovanile e il taglio del cuneo fiscale

Tra gli impegni che il Senato lascia al Governo in occasione dell’approvazione del Def, particolarmente importante è l’incentivo all’occupazione giovanile.

La percentuale di impiego tra i giovani resta uno dei grandi problemi del Paese e presenta dati sempre più preoccupanti. Il Senato ha raccomandato ieri al Governo di realizzare soprattutto “interventi selettivi sul cuneo fiscale“. I giovani lavoratori al primo impiego, in sostanza, si vedranno probabilmente tagliare 3-5 punti di contributi: la riduzione del costo del lavoro andrebbe per un terzo a beneficio dei lavoratori e per due terzi alle aziende.

La riduzione delle tasse e dell’Irpef

Estremamente importante per tutti i contribuenti è anche la possibile riduzione della pressione fiscale.

La risoluzione di maggioranza con la quale è stato approvato il Def impegna infatti il Governo a proseguire “nell’ulteriore riduzione della pressione fiscale“, da attuare sì “prioritariamente” attraverso il rafforzamento del contrasto all’evasione ma con un occhio di riguardo alla possibile revisione delle aliquote Irpef. Per sapere se si arriverà effettivamente alla riduzione delle tasse a partire dall’anno prossimo bisognerà comunque aspettare i prossimi mesi.

L’estensione dello split payment

Per effetto della manovrina di correzione dei conti pubblici, verrà inoltre modificata già dal prossimo luglio la disciplina dello split payment, il meccanismo fiscale che consente al committente di trattenere l’Iva che dovrebbe essere versata ai fornitori.

Dal 1° luglio, infatti, lo split payment verrà esteso a tutti gli enti e i soggetti inclusi nel conto consolidato della Pubblica Amministrazione, alle società controllate dallo Stato, di diritto o di fatto, e alle società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana. Lo split payment riguarderà inoltre da luglio sia le imprese sia i professionisti: con le modifiche apportate dalla manovrina fiscale, dunque, i lavoratori autonomi si troveranno con molta meno liquidità a disposizione.

 

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