Ddl concorrenza 2015: professioni in rivolta, ecco perché. Il testo

Redazione 26/02/15
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A meno di una settimana dalla sua approvazione in Consiglio dei ministri, il disegno di legge sulla concorrenza lanciato dal governo Renzi ha raccolto più polemiche che consensi. Notai, farmacisti, ingegneri, avvocati, operatori di telefonia e assicurazioni: nessuno dei soggetti coinvolti ha accolto con entusiasmo le nuove “lenzuolate” dell’esecutivo.

A distanza di quasi vent’anni dai provvedimenti che portarono la firma dell’ex segretario del Pd – e suo avversario interno – Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi ha dunque tentato di rilanciare sul fronte delle liberalizzazioni, cercando di apportare modifiche agli scenari di mercato in cui operano alcune categorie di lavoratori, professionisti e compagnie societarie.

L’effetto ottenuto è, come previsto, piuttosto controverso: le categorie professionali toccate dalla proposta di riforma alzano le barricate e dall’altra parte, il governo rivendica – seppure con non troppa convinzione – la bontà del disegno di legge.

Ancora, infatti, l’esecutivo non pare aver sostenuto con sufficiente forza il provvedimento, lanciato nel Consiglio dei ministri dello scorso 20 febbraio un po’ a sorpresa, dopo che le misure in ambito fiscale erano state rinviate a un appuntamento successivo.

Così, le associazioni di rappresentanza, gli Ordini, e le voci sparse stanno rapidamente prendendo il sopravvento su quella istituzionale, in modo che il ddl sembra già indebolito ancora prima di iniziare il suo cammino parlamentare. In ogni caso, l’iter per l’approvazione non sarà breve, considerando i tempi tecnici del Parlamento e le discussioni che, inevitabilmente, si protrarranno nelle commissioni parlamentari.

Perché i professionisti sono arrabbiati

Avvocati. Per l’ordinamento forense, il ddl concorrenza 2015 propone la soppressione del vincolo di appartenenza a un’unica associazione professionale, con, però, il nuovo obbligo – oggi facoltativo – di presentare un preventivo. Sì alle società multiprofessionali e all’ingresso di capitali esterni. Non convince l’obbligo di preventivo e il pacchetto assicurativo Rc auto.

Notai. Divieto di pubblicità, allargamento del territorio di competenza, che corrisponde al territorio regionale, e cancellazione di reddito minimo a 50mila euro. Riduzione degli atti per cui è richiesta autentica notarile: le transazioni relative a passaggi di proprietà immobiliari fino a 100mila euro e per unità non a uso abitativo, potranno essere redatte da altri professionisti (avvocati in primis). Viene eliminato l’obbligo notarile per le Srl entro 20mila euro e aumenteranno i casi di sottoscrizione digitale in luogo dell’atto del notatio. La replica non si è fatta attendere: “C’è il rischio di un grave danno economico e sociale. L’eliminazione del controllo preventivo di legalità – denunciano i notai – darà vita a una inevitabile rarefazione delle verifiche n materia di antiriciclaggio”.

Farmacisti. Stop al tetto di quattro licenze per un unico soggetto e, anche qui, largo ai capitali in entrata. Secondo Federfarma, c’è il rischio di ingresso di quote di provenienza illecita.

Commercialisti. I revisori dei conti protestano apertamente sul divieto di partecipare agli accordi di vendita immobiliare, diversamente dagli avvocati. In aggiunta, si accodano ai notai sull’antiriciclaggio.

Le altre misure. C’è poi la novità del ritorno della penale per l’abbandono di un operatore di telefonia, venuta meno proprio con la norma Bersani. Lo stesso, per le pay-tv e la telefonia fissa. Per la RC Auto, vengono introdotti nuovi sconti se il conducente accetta l’installazione di scatola nera o del rilevatore di tasso alcolemico, così come ispezioni preventive da officine convenzionate. Per i fondi pensione, infine, viene prevista la piena disponibilità per i lavoratori dei propri contributi pensionistici, senza vincoli dei contratti nazionali.

 

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