Congedo di paternità anche nelle coppie di due madri. Le regole Inps

La svolta con la sentenza della Corte costituzionale. Regole in vigore dal 24 luglio 2025.

Paolo Ballanti 20/08/25
Allegati

Dal 24 luglio 2025 il congedo di paternità obbligatorio non spetta solo ai padri lavoratori dipendenti, ma altresì alle lavoratrici genitori intenzionali in coppie di donne risultanti genitori nei registri di stato civile.

La novità è figlia della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità con la Carta fondamentale del Testo Unico in materia di sostegno della maternità e della paternità, nella parte in cui limita la fruizione del congedo, pari a dieci giorni lavorativi, al solo padre lavoratore dipendente.

A seguito della sentenza della Consulta l’INPS ha fornito le necessarie indicazioni operative a datori di lavoro e dipendenti a mezzo del Messaggio 7 agosto 2025, numero 2450.

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Messaggio Inps n. 2450/2025 115 KB
Sentenza Corte costituzionale n. 115/2025 94 KB

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Indice

Il congedo di paternità obbligatorio

L’articolo 27-bis del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, numero 151 riconosce al padre lavoratore, dai due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi, il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo di dieci giorni lavorativi, non frazionabili ad ore, da utilizzare anche in via non continuativa.

Il congedo è fruibile, entro lo stesso arco temporale, anche in caso di morte perinatale del figlio.

Nelle ipotesi di parto plurimo la durata del congedo passa a venti giorni lavorativi.

L’assenza in parola (estesa anche al padre adottivo o affidatario) è fruibile anche nel corso del congedo di maternità della madre lavoratrice.

Trattamento economico

I periodi di assenza per congedo di paternità obbligatorio sono economicamente coperti dall’INPS a mezzo apposita indennità, di norma anticipata in busta paga dal datore di lavoro per conto dell’Istituto.  

L’indennità, corrisposta con le stesse modalità previste per gli eventi di malattia, è pari al 100 percento della retribuzione cui ha diritto l’interessato per i periodi di lavoro ordinario.

Nelle ipotesi di pagamento diretto dell’indennità, da parte dell’INPS, al genitore beneficiario, quest’ultimo è tenuto ad inviare apposita domanda telematica all’Istituto, collegandosi al portale Inps.

Come ottenere il congedo?

Il dipendente che intende fruire del congedo è tenuto ad inviare apposita comunicazione scritta al datore di lavoro, segnalando i giorni di assenza, con un preavviso di almeno cinque giorni.

L’azienda, dal canto suo, segnala all’INPS i giorni di congedo indicandoli all’interno della denuncia telematica UniEmens, da trasmettere all’Istituto entro l’ultimo giorno del mese successivo quello di competenza della denuncia stessa.

A quale padre spetta il congedo di paternità?

La fruizione del congedo e l’anticipazione dell’indennità economica in busta paga spettano al solo padre che risulti tale nei registri di stato civile o sulla base di un provvedimento di adozione o di affidamento / collocamento.

Può beneficiare dell’assenza anche il padre che fruisce del congedo di paternità alternativo ma non nelle stesse giornate. In caso di sovrapposizione prevale il congedo alternativo.

La sentenza della Corte Costituzionale

La pronuncia della Consulta numero 115 depositata il 21 luglio 2025 dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 27-bis nella parte in cui non riconosce il congedo di paternità obbligatorio ad una lavoratrice, genitore intenzionale, in una coppia di donne risultanti genitori nei registri dello stato civile.

Quali sono gli effetti della sentenza?

La pronuncia della Corte Costituzionale, come precisa l’INPS nel Messaggio numero 2450/2025 produce “effetti diretti nell’Ordinamento giuridico italiano a decorrere dal 24 luglio 2025, giorno successivo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Pertanto, la lavoratrice dipendente che, nell’ambito di una coppia omogenitoriale femminile, risulti genitore intenzionale dall’iscrizione nei registri dello stato civile, è legittimata a beneficiare del congedo di paternità obbligatorio della durata di dieci giorni lavorativi (elevati a venti in caso di parto plurimo) nei limiti temporali previsti dall’articolo 27-bis.

Estensione valida per i congedi dal 24 luglio 2025

Dal momento che la sentenza produce effetti dal 24 luglio 2025 è soltanto a partire da quest’ultima data che la madre intenzionale, lavoratrice dipendente, può legittimamente assentarsi a titolo di congedo di paternità obbligatorio, previ adempimenti di rito e di legge.

I periodi di congedo sono retribuiti dall’INPS con un’indennità pari al 100 percento della retribuzione, oltre all’accreditamento della contribuzione figurativa.

Cosa devono fare i nuovi beneficiari il congedo obbligatorio?

A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, le indicazioni amministrative già fornite dall’INPS con Circolare 27 ottobre 2022, numero 122 trovano applicazione anche per la fruizione del congedo di paternità obbligatorio da parte della lavoratrice dipendente madre intenzionale.

Ne consegue che anche quest’ultima è tenuta a comunicare l’assenza al datore di lavoro, il quale provvede ad anticipare in busta paga l’indennità a carico dell’Istituto.

La domanda telematica di congedo, da trasmettere sul portale Inps, dev’essere presentata per le sole lavoratrici dipendenti per le quali non è prevista l’anticipazione in cedolino dell’indennità da parte del datore di lavoro. Trattasi, nello specifico, delle ipotesi di pagamento diretto delle somme, ad opera dell’INPS, alla lavoratrice interessata.

Le lavoratrici dipendenti di pubbliche Amministrazioni, conclude il Messaggio numero 2450/2025, devono “rivolgersi al proprio datore di lavoro, non avendo l’Istituto competenza per tali lavoratrici”.

I registri dello stato civile

Al pari del padre lavoratore, la fruizione del congedo e l’anticipazione in busta paga dell’indennità INPS spetta alla lavoratrice madre intenzionale che risulta tale:

  • Nei registri di stato civile;
  • A seguito di provvedimento giudiziale di adozione o di affidamento / collocamento.

Madre intenzionale e madre biologica

Nella sentenza in argomento, la Consulta ha precisato che è possibile identificare nelle coppie omogenitoriali femminili una figura equiparabile a quella paterna all’interno delle coppie eterosessuali, distinguendo tra “madre biologica (colei che ha partorito) e la madre intenzionale, la quale ha condiviso l’impegno di cura e responsabilità nei confronti del nuovo, e vi partecipa attivamente” (Messaggio INPS).

In definitiva, per madre intenzionale in una coppia omogenitoriale femminile, deve intendersi, precisa l’Istituto, la donna “che non ha partorito”.
Alla madre biologica sono invece riconosciuti “i diritti previsti per la tutela della maternità” (ancora l’INPS).

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Foto di copertina: istock/Antonio_Diaz

Paolo Ballanti

Dopo la laurea in Consulente del Lavoro, conseguita all’Università di Bologna nel 2012, dal 2014 si occupa di consulenza giuslavoristica ed elaborazione buste paga presso un’associazione di categoria in Ravenna. Negli anni successivi alla laurea ha frequentato tre master: El…Continua a leggere