Bonus mobili, ok in Senato all’emendamento sul decreto ristrutturazioni

Redazione 12/07/13
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Confermato il bonus mobili ed elettrodomestici a decorrere dal 6 giugno: lo specifica un emendamento introdotto al decreto 63/2013, quello che, nello specifico, ha allungato le detrazioni Irpef su ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche degli edifici.

Si tratta di uno sconto sulla quota fiscale che può arrivare a un massimo di spesa pari a 10mila euro, a partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento, cioè lo scorso 6 giugno, quando, ossia, il decreto è approdato in Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri.

Naturalmente, il requisito rimane sempre quello di aver effettuato lavori di restauro all’immobile, tali per cui valga lo sconto del 50%. gli unici elettrodomestici ammessi alla riduzione, in ogni caso, restano quelli almeno pari alla classe energetica A e relativi scaglioni superiori.

La possibilità di usufruire del bonus verrà distesa lungo diversi periodi fiscali, che comprendno sia il modello 730 e Unico 2013, che quelli del prossimo anno: così attesta, infatti, l’emendamento passato in Senato, e, ora, approdato a Montecitorio con il decreto nella sua interezza.

Nello specifico, a essere coinvolti nel bonus elettrodomestici saranno lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, congelatori, asciugatrici, ma anche i forni, sempre di classe A. Inclusi anche i mobili, purché, ripetiamo, si siano effettuati lavori di restauro conservativo e a scopo abitativo.

Requisito fondamentale per poter usufruire del bonus è quello di aver saldato il conto con bonifico, come specificato di recente anche dall’Agenzia delle Entrate, con relative indicazioni della causale del versamento per lavori di ristrutturazione con bonus fiscali, il codice fiscale del beneficiario dello sconto e, da ultimo, la partita Iva dell’azienda che riceve il versamento.

In ogni caso, il cammino del decreto non è ancora blindato: qualche modifica potrebbe incorrere anche alla Camera e, così, il testo sarebbe costretto a ritornare al Senato, per ingolfarsi nel solito pienone di agosto, quando le Camere si affrettano a chiudere i provvedimenti in sospeso in previsione della pausa estiva.

Vai al testo del decreto 63/2013

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